La legge dello sviluppo non può dimenticare da un lato la “tutela e il consolidamento”delle imprese esistenti”, dall’altro il sostegno alla nascita di nuove attività sammarinesi nell’aspetto giuridico e nel titolare.
SAN MARINO – A qualche giorno dalla prima riunione del tavolo di sviluppo, già riconvocato per lunedì, tavolo che ha visto politica, sindacati e parti economiche confrontarsi sulla bozza di decreto delegato che applicherà le disposizioni previste dalla legge 71 del 2013 in materia di sviluppo, l’Unione nazionale degli Artigiani Sammarinesi, UNAS, scrive alle segreterie di Stato per le Finanze e per l’Industria per formalizzare le sue richieste di intervento.
L’intervento, scrive l’associazione, così come presentato “si concentra prevalentemente su dimensioni aziendali di una certa rilevanza”. Per questo l’articolo 13, l’unico dedicato alla piccola impresa, va assolutamente potenziato.
In primo luogo occorre prevedere che “il limite che un operatore non abbia esercitato attività economica nell’ultimo anno” per accedere agli sgravi per aprirne una nuova sia relativo allo svolgimento di una attività già intrapresa. Infatti, sostiene UNAS, “terminare un’esperienza imprenditoriale individuale porta il soggetto interessato in una fase di non occupazione, senza sostegni al reddito”. Se questi non è incorso in contenziosi fiscali, contributivi e/o occupazionali, “autorizzarne i benefici previsti per chi abbia volontà di iniziare una nuova avventura imprenditoriale, deve essere visto come un vantaggio per il sistema e non un privilegio per il singolo”
UNAS chiede inoltre di definire con precisione il concetto di “nuova attività” e, soprattutto, di sostenere le start up attraverso il cosiddetto prestito d’onore. Infatti, è convinta l’Associazione, “se si crede nella piccola impresa quale virtù per un sistema economico, investire per potenziarne la presenza contribuisce nel rendere possibile un’espansione in questa direzione”.
Ricorrere allora a “prestiti d’onore totalmente rimborsabili, con un sostegno in termini di interessi e fiducia porrebbe il Paese in condizione di stimolare la nascita di imprese individuali a costi decisamente ridotti per il sistema. Infatti per ogni prestito d’onore di importo pari a 10.000 o 20.000 da rimborsare in 5 anni, se lo Stato si facesse carico degli interessi al 5%, avrebbe un costo di circa 1.500 o 3.000 euro ad impresa.
Tra gli altri suggerimenti che lancia UNAS c’è la richiesta di prevedere gli sgravi contributivi per nuove assunzioni, anche per le imprese individuali, quale “incentivo a doppia valenza: aiutare la nascita di nuove imprese sammarinesi e stimolare l’occupazione e la creazione di posti di lavoro.
Infine l’Associazione sottolinea che la legge deve introdurre aspetti per agevolare “il fare impresa” e dunque è sbagliato togliere gli istituti esistenti attraverso la generica formula: “è abrogata ogni disposizione in contrasto con la presente legge”. Devono invece restare “operative ed accessibili, per evitare il paradosso che uno strumento pensato per integrare e sostenere, di fatto tolga e penalizzi”.