Con il consigliere di Sinistra Unita, parliamo di stretta attualità politica.
di Alessandro Carli
Riforma Felici, un’immagine del Titano da ripulire, e il mondo delle banche. Con il consigliere Tony Margiotta di Sinistra Unita, parliamo di stretta attualità politica.
La cosiddetta “Riforma Felici” è oggetto di grande discussione. Il segretario alle Finanze proviene dal PSD quindi, sulla carta, da un partito che dovrebbe essere dalla parte dei lavoratori. Eppure…
“La riforma Felici non è assolutamente attuabile per la realtà sammarinese perché nuovamente va a tutelare i poteri e le categorie che sino ad oggi non hanno pagato. Va cioè a colpire i redditi certi, i lavoratori che hanno una busta paga. Questa riforma, secondo me, vuole ‘fare cassa’ ma senza andare veramente risolvere il problema. Hanno sempre ‘pagato’ gli operai e i lavoratori dipendenti. Ci sono invece alcune categorie che, attraverso redditi discutibili, non hanno versato nelle casse dello Stato quasi nulla, pur mantenendo un tenore di vita abbastanza alto”.
Sul piatto ci sono proposte molto importanti: il passaggio dalla monofase all’IVA, il decreto sviluppo, la black list. Quali sono, secondo lei, le priorità per il Paese?
“Una delle priorità è quella di risollevare e ripulire un’immagine che il nostro Paese ha subito a causa di una politica e un’economia che non era sana. Un’immagine che è stata sporcata da una criminalità mafiosa che per noi era impensabile. Allo stesso tempo, credo sia prioritario cercare di far emergere tutti i redditi e le economie ‘nascoste’, il cosiddetto sommerso. Se ognuno di noi pagasse quello che deve pagare, in maniera equa, il nostro Paese avrebbe la possibilità di sostenersi da solo. Negli ultimi anni a San Marino si è sviluppato un settore finanziario e bancario che, una volta venuti a meno i vari pilastri, è crollato, portando con sé l’economia del Paese. Per sostenere questo settore e non andare in default, sono state svuotate le casse dello Stato, mettendo a rischio un intero stato sociale, sino a ieri un fiore all’occhiello del Titano. Per prima cosa bisogna separare le banche da tutta la parte economico-produttiva sammarinese. Sinistra Unita, in questo senso, ha presentato una legge ad hoc: una differenziazione tra le banche, le finanziarie e il reparto produttivo”.
Lo stato sociale inizia a essere in difficoltà…
“Il nostro stato sociale non può essere messo in discussione. Dobbiamo tutelare le fasce più deboli”.
San Marino uscirà dalla crisi. In che modo?
“E’ necessario mettere in campo una serie di politiche di sviluppo per fermare questa crisi dirompente. Dobbiamo utilizzare i nostri mezzi, senza chiedere aiuto ad altri, e senza utilizzare il debito: sarebbe davvero un grosso problema”.
Come sta facendo opposizione Sinistra Unita?
“Attraverso proposte. Cerchiamo di contrastare quelle politiche che per noi sono sbagliate, e che portano alla rovina della visione del Paese che abbiamo noi. Nell’ultimo Consiglio, come detto, abbiamo proposto una legge che separi le banche. Abbiamo anche contrastano la liberalizzazione della professione dei medici dell’ISS. Sulla riforma fiscale c’è un continuo dialogo per capire come riparametrare e adeguare il provvedimento alle peculiarità del Paese. Auspico che l governo tenga in considerazione le riflessioni dell’opposizione, in un’ottica di condivisione. Il rischio, secondo me, è quello dello scontro sociale”.
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