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San Marino, asticella troppo alta per il Decreto Sviluppo

da Redazione

E’ tornato il “Tavolo per lo Sviluppo”: al lavoro per attrarre investimenti. Previste misure troppo restrittive che rischiano di inficiarne l’applicabilità.

 

Nei giorni scorsi è tornato a riunirsi, dopo una lunga pausa, il Tavolo per lo sviluppo. La Segreteria di Stato alle Finanze ha portato a conoscenza delle parti sociali il testo del Decreto Delegato che dà attuazione alla Legge 71/2013, ovvero alla Legge Sviluppo.

Il Decreto è indispensabile perché senza di esso gran parte dei contenuti della Legge non possono diventare operativi. Intanto – Fixing l’ha raccontato sull’ultimo numero, per chi se lo fosse perso è possibile recuperare il servizio sul nostro sito web www.sanmarinofixing.com – già lo scorso 29 ottobre sempre le Finanze avevano disposto e reso pubblica una circolare applicativa in cui si è fatta chiarezza su diversi aspetti di difficile interpretazione del provvedimento.

Tornando al Decreto Delegato, il testo in via di discussione proprio in questi giorni va a fissare le caratteristiche che devono presentare gli investimenti esteri in Repubblica per poter usufruire delle opportunità offerte dalla Legge Sviluppo, in particolare i benefici fiscali e quelli del regime semplificato dell’articolo 16.

Vengono individuati i settori ritenuti da privilegiare, le condizioni da rispettare da parte degli investitori e gli automatismi per quanto concerne l’ottenimento della residenza.

E poi ci sono gli incentivi a sostegno de comparto turistico, per quanto concerne i progetti di ampliamento e riqualificazione, e quelli per il sostegno dell’industria audiovisiva.

La Segreteria di Stato alle Finanze in una nota ufficiale evidenzia come la Legge 71/2013 “oltre ad identificare gli incentivi sul reinvestimento degli utili e per il sostegno all’occupazione e a creare, nel capo III, incentivi per la costituzione di nuove imprese, dedica il titolo III alle misure di attrazione degli investimenti attraverso un approccio del tutto nuovo per San Marino che contempera l’apertura verso l’esterno con misure di protezione del sistema, dando di fatto uno strumento operativo per favorire l’internazionalizzazione dell’economia, quindi nuovi investimenti che producono occupazione ed indotto”.


Freno a mano troppo tirato

 

Una prima lettura del testo ha sollevato alcune perplessità da parte degli operatori economici, che ritengono che l’asticella per favorire gli investimenti sia stata posizionata troppo in alto per rendere davvero efficace il provvedimento.

Qualche esempio concreto. Il Decreto, all’art. 1, esclude tra gli investimenti incentivati l’acquisizione di beni usati: in virtù dell’attuale crisi invece comporta opportunità di acquisti assai convenienti sul mercato dell’usato, che verrebbero così preclusi.

Sempre una semplice osservazione dell’evolversi della situazione dimostra poi che i progetti di investimento si sviluppano spesso per gradi o comunque si evolvono nel tempo: il Decreto invece (art. 2) vuole dettare tempi serrati e richiede progetti precisi, rendendo di fatto estremamente difficile, se non impossibile, alle imprese adeguarsi alle richieste. Del resto, poi, i benefici vengono assegnati solo sugli investimenti realmente realizzati, dunque questa rigidità rischia di essere un eccesso di zelo.

E poi c’è il nodo-chiave relativo agli impegni occupazionali richiesti alle imprese (art. 4), che ad esempio per ANIS – ma si tratta di una considerazione informale ed ufficiosa – nella bozza del Decreto sarebbero troppo pesanti e non tengono conto delle diverse tipologie d’impresa. Parametri troppo stringenti sono richiesti anche nell’art. 5, che riguarda le modalità di applicazione del regime semplificato (nella L. 71/2013 è previsto dall’art. 18), e nell’art. 6 (le garanzie patrimoniali a favore dello Stato: qui sappiamo per certo che si chiede una fideiussione bancaria o assicurativa di 500 mila euro a favore dell’Eccellentissima Camera, o in alternativa l’acquisto di un immobile di pari valore).

Questo provvedimento è ancora in bozza. ANIS ha già provveduto a inviare le proprie proposte e osservazioni alla Segreteria Finanze.

Fixing tornerà sull’argomento quando ci saranno maggiori certezze su un provvedimento ritenuto fondamentale da tutto il mondo dell’impresa sammarinese.

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