Spazio anche alle prospettive di rilancio del settore della riqualificazione del settore dell’edilizia ad uso abitativo o propri. Il report dell’agenzia Della Torre.
I lavori del Consiglio grande e generale sono ripresi nel pomeriggio dal dibattito sulla Legge quadro sull’istruzione universitaria e le istituzioni di cultura superiore”.
Si apre poi il comma incentrato sulle politiche sulle prospettive di rilancio del settore della riqualificazione del settore dell’edilizia ad uso abitativo o propri: ad aprire il dibattito il segretario di Stato per il Territorio, Matteo Fiorini, seguono numerosi interventi dei consiglieri.
A conclusione del dibattito, viene messo ai voti e respinto l’ordine del giorno presentato da Upr-Ps (36 i contrari, 12 a favore), mentre viene approvato a maggioranza il Piano energetico della Repubblica di San Marino per il 2012-2015. La sessione consiliare di Novembre si interrompe così al comma 18, rinviando alla prossima convocazione i punti dell’ordine del giorno rimasti in sospeso.
Di seguito un riassunto dei lavori della seduta pomeridiana.
Luca Lazzari, Su: “L’università è una delle poche realtà di cui san Marino può farsi vanto eppure è poco conosciuta al suo interno. A me ha stupito che nel piano di rilancio del turismo non compaia. Fuori però l’università la conoscono e la premiano. Dire università è anche dire economia. Il corso di design ha portato un indotto di 20 mln di euro in pochi anni, in cui rientrano affitti, consumi in genere e la tassa universitaria. Gli studenti italiani non hanno sconti o borse di studio, sono disposti a pagare di più, pur di avere un attestato dalla nostra università. Un aspetto rilevante della riforma riguarda la governance. Il senato accademico viene messo in subordine rispetto al consiglio dell’università, espressione della politica, al contempo non viene prevista una reale autonomia all’ateneo. Domando al segretario se il modello che si intende adottare rientri nelle garanzie minime richieste dalla università italiane, ai fini del riconoscimento dei titoli. Mi è stato riferito che l’elargizione di molti compensi è stata bloccata, con grave rischio per l’attività didattica e danno di immagine, chiedo conferma al segretario”.
Francesca Michelotti, Su: “Sono d’accordo sulla strada che vuole intraprendere il segretario con l’internazionalizzazione, con il processo di Bologna, l’accordo di Lisbona. L’università ha anche ricadute secondarie che hanno aumentato i consensi della collettività, ovvero la ricaduta che la presenza di oltre 400 studenti riversa nell’economia dell’accoglienza e ospitalità. Noi abbiamo avuto nella nostra università il pallino dell’eccellenza. Non a caso tra i fondatori c’è Umberto Eco. Oggi si è emancipata da centro di alta cultura per diventare anche università di studenti. La politica ha solo offerto il suo sostegno e non ha usato potere di interdizione sull’università così sono nati corsi per gli studenti, ma la politica ha reso possibile ciò che l’università aveva deciso di intraprendere. Oltre questo ruolo di sostegno, la politica non ha fatto altro, ha lasciato il corso delle cose allo spontaneismo ed ha fatto male, lasciando spazio alle politiche clientelari. Il progetto è pieno di ambizioni, ma le toglie quel potenziale che non ha saputo evolversi, ovvero l’autonomia. Non mi sembra opportuno che un organismo di gestione assuma tutte le competenze e sia in mano alle nomine della politica. Il rettore si è dimesso, anche io l’avrei fatto dopo le accuse ricevute”.
Simone Celli, Ps: “L’università è un fattore che rappresenta un impulso notevole per la competitività del nostro sistema economico. Bene ha fatto Cardelli nel sottolineare che l’università può essere esportatrice di know how. Più che progetti faraonici, credo riusciremo a dare impulso con maggiore velocità con accordi con singole imprese, molto più che con il Parco scientifico e tecnologico. L’epilogo del corso del Rettore Petroni è stato infelice, al di là delle responsabilità politiche ha messo in moto un atteggiamento poco rispettoso. A distanza di poche settimane della conclusione del mandato e dall’inaugurazione dell’anno accademico ha poche giustificazioni. Sul nuovo corso lancio l’appello affinché sul nuovo rettore si possa trovare ampia convergenza parlamentare. Mi auguro poi che con il nuovo corso si apra il percorso per formare una classe dirigente sammarinese per la macchina amministrativa e per le istituzioni di garanzia del nostro Stato”.
Vladimiro Selva, Psd: “Gli studenti si sono rivelati una ricchezza per l’economia del centro storico e per il Paese. L’approccio giusto è quello di intervenire se si prevedono difficoltà, al di fuori delle situazioni di emergenza, come in questo caso. E’ una ricchezza perché dà benessere. Questa riforma non ha intenzione di mettere in difficoltà l’università o di depauperare LA sua autonomia. E’ necessario che la politica indichi UN indirizzo perché L’ateneo sia coerente con l’idea di futuro del Paese”.
Giuseppe Morganti, segretario di Stato Pubblica istruzione, replica: “L’Università è nata con grandi ambizioni e competenze. Oggettivamente formulazioni che danno la possibilità di implementare i servizi da offrire agli studenti della nostra Università, siano servizi di alta formazione che di prima fascia, ci sono. E’ chiaro che anche le difficoltà ci sono, ma inviterei i consiglieri a non farsi condizionare troppo da quei protagonisti della struttura che si sentono toccati dal provvedimento. Ogni volta che si cambia qualcosa ci sono delle resistenze. Se vogliamo raggiungere gli obiettivi che ci siamo dati, dobbiamo cambiare radicalmente l’Università a partire dalla parte amministrativa. E questa riforma punta moltissimo su una nuova struttura amministrativa. Dal punto di vista didattico le cose restano in mano all’autonomia gestionale dei docenti: nessuno toccherà i diritti d’autonomia dell’insegnamento e neppure gli organi di gestione dell’Università”.
Comma 18. Riferimento del Governo in seguito all’approvazione Ordine del Giorno approvato nella seduta del Consiglio Grande e Generale del 10 aprile 2013 sulle prospettive di rilancio del settore della riqualificazione del settore dell’edilizia ad uso abitativo o propri.
Progetto di legge “Riforma della Legge n.72 del 7 maggio 2008 – Promozione incentivazione dell’efficienza energetica degli edifici e dell’impiego di energie rinnovabili in ambito civile e industriale”.
Relazione sullo stato di attuazione del Piano Energetico Nazionale (PEN) 2008-2011 relativamente al 2011, anno IV di vigenza.
Approvazione piano energetico della Repubblica di San Marino PEN 2012-2015 (ai sensi dell’articolo 2, comma 1, punto a) della Legge 7 maggio 2008 n.72
Matteo Fiorini, segretario di Stato per il Territorio: “Il periodo 2005-2007 è stato ancora un triennio di crescita economica, nonostante già da allora trenta aziende avessero ridotto il personale. A metà del 2012 risultano 900 aziende e 1.200 posti di lavoro in meno. Di questi 1.200 posti di lavoro in meno, 300 sono rintracciabili nel settore edile e nel suo indotto. La presente revisione della Legge 72 del 2008 si avvale di un proficuo confronto con le categorie economiche, enti, associazioni professionali e di categoria, al fine di formare un quadro ideativo il più possibile aperto alle diverse visioni sulla materia anche attraverso le esperienze maturate in questi anni di applicazione della Legge 72. Nell’ambito del progetto di legge in oggetto, il Capo 1 introduce le finalità della stessa, integra le funzioni attribuite all’Autorità di regolazione per i Servizi pubblici e l’energia (fra le quali la redazione del Piano Energetico Nazionale, l’autorizzazione delle concessioni degli incentivi relativi al risparmio energetico e l’adozione delle linee guida interpretative ed applicative della presente Legge). Nel Capo 2, all’articolo 5, si introduce la scheda tecnica descrittiva e l’attestato di qualificazione energetica che costituiscono gli strumenti principali prodotti da tecnici abilitati, per attestare il rispetto dei requisiti richiesti. Importanti elementi di novità sono anche la totale flessibilità nell’utilizzo del software di calcolo per la redazione delle pratiche energetiche, la possibilità da parte del proprietario di richiedere controlli sul soddisfacimento dei requisiti richiesti, l’obbligatorietà dell’attestato di qualificazione energetica negli atti di compravendita degli edifici e nelle locazioni, i termini di validità dell’attestato, l’istituzione del sito internet. A supporto dell’impianto normativo sarà istituito il “Sistema informativo nazionale sammarinese sull’efficienza energetica degli edifici” il quale, oltre a funzionare da supporto alle procedure amministrative, avrà compiti di coordinamento e monitoraggio sui programmi e progetti in materia di efficienza energetica (art.7). Nell’articolo 8 invece vengono definite le misure di sostegno ed incentivazione affidate ad Autorità (A.A.S.S, G.P.E e S.E.) fra le quali la promozione di diagnosi energetiche e interventi su edifici pubblici, di campagne di sensibilizzazione e di programmi di formazione e di favorire l’accesso alle informazioni utili agli utenti finali. Al Capo III viene regolamentata la figura del Certificatore Energetico che assume, a differenza della normativa precedente, carattere di indipendenza rispetto agli altri attori del processo di qualificazione dell’edificio al fine di assicurare l’imparzialità della certificazione. All’articolo 18 si definiscono le funzioni del Servizio di gestione delle Procedure Energetiche (G.P.E.) e dello Sportello Energia (S.E.) e viene disposto il loro accorpamento presso l’ufficio Prevenzione e Ambiente. Il Capo IV regolamenta la cessione in rete dell’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili mentre al Capo successivo si indicano gli obblighi e gli interventi per realizzare una sensibile riduzione dei consumi idrici per usi igienico-sanitari. Il Capo VI dispone le sanzioni per progettisti, direttori dei lavori e certificatori che commettono inadempienze nelle procedure di qualificazione e certificazione energetica e regola i controlli affidati al GPE che dovrà predisporre annualmente un Piano di verifiche a campione su differenti tipologie d’intervento. Gli incentivi a sostegno della realizzazione degli obiettivi di Legge vengono normati al Capo VII: si dispongono incentivi per le attestazioni di prestazioni energetiche volontarie, per la progettazione e realizzazioni che portino a edifici con maggiore efficienza energetica e per gli interventi di riduzione dei consumi idrici. Vengono inoltre incentivati gli impianti per la produzione di energie da fonti rinnovabili anche attraverso lo strumento del Conto Energia e delle Società Energetiche. All’ultimo Capo si istituisce la “Commissione per l’efficienza energetica in edilizia” che avrà il compito di dirimere problematiche inerenti questioni energetiche e di efficientamento in ambito edilizio, produrre pareri ed eventuali deroghe alla presente legge. Con questo progetto di Legge si andrà ad implementare e completare l’attuale legislazione in materia, fornendo uno strumento pratico ed efficiente per promuovere una reale conversione del parco edilizio in un’ottica di risparmio energetico, di produzioni di energia rinnovabile e di un importante riduzione delle emissioni climalteranti”.
Stefano Canti, Pdcs: “La Repubblica di San Marino ha avviato il percorso per il conseguimento del risparmio energetico attraverso incentivi per le energie alternative. Gli incentivi per il fotovoltaico hanno portato al 3% di produzione del totale consumato. Due gli obiettivi futuri e gli impegni: in primis, il miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici esistenti. Va considerato che la qualità dei nostri involucri edilizi è la prima responsabile della quantità dei consumi e dell’inquinamento che produciamo. Per miglioramento si intendono interventi per un’efficiente prestazione rispetto quelle attuali, volti a razionalizzazione i flussi esistenti. Secondo obiettivo, la diffusione dell’energia Fer: tecnologia solare termica, geotermia consentono la creazione di energia con notevoli vantaggi economici. Serve mettere in campo nuove forme di incentivi, sensibilizzare i cittadini e far ripartire il settore. Alcune proposte del Pdcs e presentate al segretario di Stato Fiorini: l’attuale situazione di bilancio non consente incentivi a fondo perduto, per questo il Pdcs ritiene indifferibile la revisione degli articoli 191 e 196 del Test unico delle leggi urbanistiche ed edilizie e della legge del Prg. Le proposte di incentivi devono essere accompagnate dal piano di riqualificazione edilizia e intendiamo includere interventi di demolizione del preesistente nella fedele ricostruzione del preesistente. Tali incentivi forniranno una base per la riqualificazione. Inoltre, visto la grave crisi economica che ha colpito l’edilizia, l’attualizzazione di questa proposta che il Pdcs intende portare avanti produrrà aiuti per le piccole imprese”.
Vladimiro Selva, Psd: “Il nostro settore edilizio si è sviluppato in questi ultimi 20 anni, già negli anni 60-70 si sono avute le prime speculazioni edilizie. Negli anni ’80 e con l’approvazione del Prg, lo sviluppo edilizio slegato al fabbisogno ha avuto pieno sfogo. Poi sono subentrati fattori esogeni, ovvero l’ingresso di grandi capitali, sui giornali vediamo ora quali erano le provenienze. Con quell’investimento, fatto sul territorio con strumenti di controllo non adeguati a garantire la qualità edilizia, abbiamo pietrificato risorse in edifici dalla bassissima qualità architettonica ed energetica. Negli anni 2000 si è aperta una fase recessiva del settore. Le preoccupazioni della politica riguardo ai posti di lavoro e all’importanza avuta in questo settore in termini di economia reale, ha portato nel 2008 a destinare ingenti risorse, frutto di utile bilancio, proprio negli investimenti pubblici, con obiettivo di ridimensionare settore in un alveo più normale per il Paese. L’allora segretario per le Finanze, Macina, ha avuto la fortuna di gestire dicastero quando c’erano utili ed ebbe ragione di spenderli, non in logiche non virtuose, ma in un piano triennale di strutture e opere pubbliche per sopperire a calo edilizia privata. Oggi duplice difficoltà lo Stato non ha più risorse per infrastrutture, dall’altro aziende con pochissime commissioni dal privato. L’anno scorso articolo 28 della finanziario provato a dare una soluzione: attraverso incentivazione importante tentativo di far ripartire la prima delle iniziative volte a minori emissioni C02, risparmio energetico. D’altra parte capire come indirizzare previsioni edilizie esistenti in modo che costruzioni future possano avere indici diversi. Il settore costruzioni e quello immobiliare non sono sovrapponibili. Gli interessi oggi sono distinti. La compravendita appartamenti può essere utile a banche e settore finanze, non dà lavoro. Per questo bisogna puntare a migliorare edilizia”.
Giovanni Lonfernini, Upr: “Quando Upr e Ps hanno deciso di presentare l’odg che ha permesso di portare al riferimento odierno del consiglio, l’intento era di porre l’attenzione al tema del rilancio dell’edilizia ad uso abitativo e fare il punto della situazione. E’ chiaro che, dopo l’accordo in ufficio di presidenza, il comma così articolato include una serie di punti importanti, ma ha portato il segretario a centellinare nel suo intervento le priorità. Avrei preferito ascoltare qualcosa in più rispetto al tema che abbiamo voluto lanciare con l’odg. Perché le nostre forze politiche hanno depositato questa iniziativa? Per una serie di condizioni incontrovertibili del settore che hanno portato ricadute pesanti sulla nostra collettività. Non ci interessa il giudizio su quanto compiuto, ma dare prospettive di rilancio. Due anni fa il presidente dell’Ases, quando la crisi si materializzò, lanciò un messaggio disperato in cui diceva che nel 2012 vi era il rischio di veder scomparire il 50% di imprese del settore. Dati alla mano questa previsione si è verificata. Non è una previsione fisiologica ma ha toccato un settore che, salvo qualche situazione distorsiva, ha sempre rappresentato un tessuto economico importante del Paese. Dal luglio 2010 allo stesso mese del 2011, Ases denunciò un calo del 15% del fatturato delle aziende edili. Alcune commesse di Stato hanno visto favorire, pur nella legalità, commesse straniere. Le prime stime del 2013 fotografavano un buco nero per l’edilizia, il valore di immobili residenziali ha segnato il – 10% e i dati dell’ufficio statistica sono eloquenti: 29 i progetti realizzati per nuove case, 25 per case urbane,4 rurali, 25 su 29 riguardano costruzioni. Su questo volevamo stimolare il governo a dare risposte. Come si è mosso il governo sulla zona produttiva di Rovereta, dove era previsto un progetto di riconversione della zona industriale? La riqualificazione è una delle premesse per dare risposte a settore. Il tema dell’adozione del nuovo strumento pianificazione territoriale è ormai ineludibile. Vorremo sapere qual’è l’orientamento anche sulla rete di infrastrutturale. La defiscalizzazione dei lavori di ristrutturazione è la strada da percorrere nel più breve tempo possibile. Altro tema è l’accesso al mutuo prima casa, anche quello di consentire un diritto di edificabilità in aree oggi agricole, con specifici vincoli per famiglie con proprietà di almeno 15 anni. Queste sono alcune proposte della nostra coalizione per contrastare la crisi del settore”.
Simone Celli, Ps: “I dati esposti dal segretario di Stato ci fanno capire la situazione drammatica del settore edile e penso al numero di disoccupati (300). Il Consiglio grande e generale deve prevedere alcune linee di intervento per dare risposte concrete e tangibili a questo fondamentale settore della nostra economia. Non sto nemmeno a ripetere quanti settori sono legati a quello edile e a quale genere di indotto è in grado di alimentare. Servono risposte urgenti ed immediate e il nostro atteggiamento su questo tema è assolutamente propositivo. Parto da una considerazione, ovvero che abbiamo un Prg del 1992, perciò credo sia necessario definire un nuovo Piano di sviluppo urbanistico per designare la San Marino dei prossimi 40 anni. La gestione del territorio è un argomento centrale per pianificare il futuro del Paese. Deve essere improntata alla tutela ambientale e al miglioramento della qualità della vita del cittadino. Poi c’è anche il tema delle esigenze abitative dei nuclei familiari. Si apra al più presto un confronto sulla definizione di un nuovo strumento di programmazione urbanistica perché ci stiamo giocando il futuro del paese”.
Alessandro Mancini, Ps: “Quando si dice che in 5 anni abbiamo edificato quanto si poteva edificare in 30 anni è verissimo e la politica deve assumersi le sue responsabilità. Non abbiamo gestito adeguatamente lo sviluppo del nostro Paese. La crisi economica che tutte le famiglie sammarinesi stanno vivendo impone un aiuto da parte dello Stato sotto forma di defiscalizzazioni, agevolazioni e finanziamenti. Io concordo sul fatto che serve uno snellimento delle norme dal punto di vista giuridico e occorre fare una riflessione anche sull’intestazione ai non residenti. Un ragionamento serio, con i dovuti paletti e criteri, andrà fatto. E’ necessaria anche la modifica del Testo unico in materia edile. L’attuale normativa sull’efficienza energetica risale al 2008, ma la tecnologia è in continua evoluzione e dunque credo sia giusto aggiornarla per agevolare lo sviluppo del settore in questione”.
Mimma Zavoli, C10: “Politica-Affari rappresenta un connubio estremamente negativo per San Marino. Un dualismo che si alimenta senza soluzione di continuità. Questo è il momento di ridare una nuova prospettiva e di dare un messaggio ai grandi concentratori di beni immobili: la situazione è cambiata e anche il modello di sviluppo del nostro Paese deve cambiare. Non è più possibile continuare a costruire. L’abbiamo capito da tempo ormai. Abbiamo assistito ai salvataggi delle banche dove con ogni probabilità i beneficiari finali potrebbero essere riconducibili agli stessi concentratori di beni immobili. Sono aiuti dello Stato che spero non si verifichino più. Siamo stati cattivi difensori del nostro territorio ed ora dobbiamo prendere la strada della riqualificazione edilizia e del risparmio energetico”.
Elena Tonnini, Rete: “Ci sono immobili pubblici che necessitano di una riqualificazione per ridurre gli sprechi energetici. Il Piano Energetico (2012/2015) giunge in Aula abbastanza in ritardo. Questo progetto di Legge trova molte applicazioni anche in campo residenziali andando ad affrontare tematiche molto importanti attraverso proposte di risparmi energetico ed idrico. Per quanto riguarda discorso energetico ci troviamo d’accordo anche sugli incentivi per il fotovoltaico, ma è importante non concentrarsi su un’unica fonte d’energia. L’impegno di Rete credo sia stato importante, soprattutto a livello di informazione della cittadinanza. Siamo contro i grandi impianti mentre siamo a favore di una maggiore razionalizzazione energetica. Il cambio generale di paradigma di cui iniziamo a parlare in Aula non è immediato perché è prima di tutto culturale: chi si sarà portato avanti con i lavori mostrandosi lungimirante sarà vincente. Primo passo non è solo l’elaborazione della normativa ma è iniziare ad applicare le norme che si fanno per controllare il raggiungimento degli obiettivi”.
Fabio Berardi, Pdcs: “La politica è abbastanza schizofrenica su un argomento complicato che vede anni di attività intensa e che negli ultimi tempi ha dato una lettura anche forte, criminalizzando un settore e favorendone il blocco dell’attività. Poi oggi si trova la volontà di finanziare quello che in qualche modo si è voluto ammazzare. Il nuovo approccio coordina elementi positivi di ripresa in un testo unico. Ma domando, perché solo il fotovoltaico e non altre forme come il micro-eolico? Ci sono impianti dimensionati per zone residenziali. Provo ad addentrarmi in alcuni conteggi che riguardano il costo per megawatt impegnati sul fotovoltaico, per i primi 4 MegaWatt vanno sui 420 mila euro. Produrre un 2% di energia elettrica totale del Paese ci costerà 20 mln di euro. Con una spesa molto minore si possono convertire a metano metà delle auto delle poste, avremo lo stesso risultato in termini di emissioni equivalenti. Sui periodi così lunghi, l’efficienza tecnologica migliora e mi chiedo quanto costerà poi la dismissione degli impianti, spero che il costo non cadi sulla collettività. Consiglio di puntare molto sull’efficienza energetica, su come andremo a migliorare gli edifici esistenti. Poi le energie da impiegare sono tante, valuteremo i costi. Nel 34 bis il segretario parla di un decreto delegato sulle tariffe incentivanti. Chiedo di non esagerare e di prendere a riferimento i parametri europei. Altro tema è che spesso ci dimentichiamo delle dimensioni di scala, dobbiamo fare le cose con criterio per evitare pressioni su famiglie e bilancio. Soluzioni creative e di minor costo sono nelle nostre possibilità, potremo raggiungere anche risultati doppi. Così come mi sento di consigliare il segretario di Stato sull’attenzione rivolta ad edifici pubblici energivori”.
Franco Santi, C10: “Dal mio punto di vista, la strada intrapresa dal segretario Fiorini è quella corretta. Identifica una possibile chiave di volta nel creare un volano economico in un settore in crisi, con un respiro non immediato, nel medio lungo periodo. C’è quindi massimo appoggio rispetto alla strada individuata da intraprendere, ma manca un po’ di carburante. Il segretario si è impegnato a trovare altre risorse rispetto ai 200 mila euro preventivati in incentivi, ben venga, vedremo il nuovo impegno in seconda lettura. Perché bisogna crederci molto e investire più risorse. A Berardi: non è sbagliato investire nel fotovoltaico, ma è sbagliato investire in quel modo, condivido che bisogna investire nell’efficacia energetica del costruito”.
Roberto Ciavatta, Rete: “E’ una proposta che va nella giusta direzione e ringrazio il segretario Fiorini. Ci sono alcuni punti di vista dissonanti, ma è un primo passo. Gli riconosciamo di avviare un nuovo paradigma, le resistenze sul nuovo modo di intendere l’energia sono dimostrate da alcuni interventi. Sono stupefatto dall’intervento del consigliere Berardi, quando era segretario di Stato perché non è riuscito a fare nulla di ciò che ha proposto? Sulla metanizzazione delle auto delle Poste, ricordo che sono a noleggio, non si può metanizzarle. Si è parlato di finanziare con una tassazione collettiva impianti per ridurre il consumo energetico: è un’ottima strategia per chi non ha capito che l’energia non può essere pensata solo come spesa. Forse il milione di euro per Aeradria sarebbe stato investito meglio in immobili di proprietà pubblica per ridurre consumi energetici. Credo non si sia mai provveduto sull’efficientazione degliedifici pubblici proprio per non evitare di andare in affitto in proprietà private. Ho fatto in passato istanze sulle caldaie a gasolio e il governo di Berardi me le ha bocciate. Se il Paese consuma di meno, risparmia. Non possiamo chiedere ai cittadini di accendere le candele, ma fare in modo che l’energia usata non vada in dispersione”.
Augusto Michelotti, Su: “Condivido quasi al 100% l’intervento fatto dal consigliere Lonfernini, tranne l’ultima idea sull’edificabilità sparsa in zone agricole. Provvedimenti del genere porterebbero guasti sotto gli occhi di tutti. Bisogna cominciare a pensare a un nuovo strumento di pianificazione territoriale, ne abbiamo assolutamente bisogno, la revisione del testo unico è ogni giorno più inutile. Potremmo veramente iniziare a mettere in piedi norme virtuose. Bisogna fare più appalti per singolo cantiere, per lavori edili, elettrici, etc, per dare a tutti lavoro giusto senza subire ricatto della grande impresa”.
Pier Marino Mularoni, Upr: “Un nuovo strumento di pianificazione territoriale è necessario per adeguare la rete delle infrastrutture e dei servizi. Per uno sviluppo sostenibile del nostro territorio che pensi al Turismo, al Commercio e al Territorio occorre un Piano di programmazione degli interventi e un Piano di finanziamento degli interventi. Zone produttive come quella di Rovereta possono essere riconvertite ad utilizzo commerciale, pianificato e programmato con criterio così come si vede in tante parti d’Italia e del mondo. Come coalizione proponiamo un ordine del giorno che vuole provare a dare seguito a questo dibattito per vedere se c’’è la possibilità di intervenire perché i dati sul settore edile sono chiari e richiedono la necessità di prendere coscienza della situazione. Questa crisi ci può permettere di tornare a ragionare sul territorio, di cambiare scelte fatte in passato con nuove idee. In passato, con il boom dell’edilizia, era impensabile che si verificasse una situazione come quella attuale. Do lettura all’ordine del giorno di Upr-Ps:“Il Cgg (…) impegna il congresso di Stato ad attivare immediatamente un confronto di carattere tecnico-politico con tutte rappresentanze consiliari, le associazioni e gli ordini del settore, volto al superamento del Piano regolatore del’ 92, attraverso un nuovo strumento di pianificazione urbanistica, (..) con la revisione delle norme sull’edilizia, introducendo abusi edilizi e predisponendo al contempo una sanatoria edilizia; a predisporre entro il 30 giugno 2014 la revisione delle normative sugli appalti pubblici per incentivare l’associazione d’impresa e la partecipazione di aziende sammarinesi, a definire, entro il 31 marzo 2014, provvedimenti con pacchetti ad hoc per incentivare conversione la energetica degli edifici esistenti”. (respinto con 36 voti a favore e 12 contrari).
Paride Andreoli, Ps: “Molti interventi si sono concentrati sulla riforma della Legge 72 del 2008 per l’incentivazione dell’efficienza energetica in ambito civile e industriale ma io preferisco entrare successivamente nel merito delle tematiche legate all’efficienza energetica e al proseguo di una attività per coloro che hanno società e licenze in questo ambito ma anche per i liberi cittadini che vorranno avvalersi di queste fonti energetiche. Bisogna valutare la possibilità che il Consiglio Grande e Generale emetta indicazioni di alto valore politico per avvenire a scelte urbanistiche atte a limitare il consumo del suolo”.
Gerardo Giovagnoli, Psd: “Questo testo di Legge riesce a riassumere in una sola legge tutti gli aspetti pertinenti le risorse energetiche ed idriche. In questi ultimi 5 anni si deve evidenziare che la spesa per l’importazione dell’energia e del gas è aumentata del 56% arrivando a 36 milioni di euro, quando nel 2005 era di circa 23 milioni di euro. Anche i costi specifici sono aumentati del 40%. Dobbiamo intervenire. Come? Si può fare di più sui consumi della pubblica amministrazione che nel 2010 sono costati allo Stato circa 5 milioni di euro (importare gas e elettricità): cifra rilevante ed anche se è apprezzabile lo sforzo praticato per ridurre le caldaie a gasolio che riscaldavano gli edifici pubblici, ne rimangono ancora una ventina da cambiare. L’ospedale inoltre potrebbe essere dotato di un impianto di co-generazione. Così si riducono i consumi del settore pubblico e si risparmiano risorse”.
Manuel Ciavatta, Pdcs: “La speculazione edilizia ha rovinato il nostro abitare ed io penso che dovremo impegnarci a fare meglio. La politica edilizia non ha favorito solo le speculazioni dei costruttori ma tutta l’economia. Ritengo inoltre assurdo che ci fossero 147 imprese edili su 30 mila persone. Anche in quel senso si è operato male, senza pensare al futuro. In questa fase l’attenzione va posta sull’adeguamento degli immobili perché la prima fonte di energia è proprio il sole. Proprio in questa fase, in cui però ci vengono chiesti incentivi, abbiamo minori risorse. Ecco perché serve uno scatto culturale: si deve investire sul fotovoltaico non per gli incentivi, ma perché è meglio”.
Matteo Fiorini, segretario di Stato per il Territorio, replica: “Non credo che questo confronto debba concludersi in sentenze definitive, è una prima lettura e sono disponibile, da qui alla seconda, a miglioramenti, non sono disposto invece a modificare l’impostazione, ma mi fa piacere che risulti condivisa. Preciso una cosa: la riqualificazione energetica e le fonti rinnovabili non sono disgiunte, a livello internazionale viene chiesto di consumare meno e di produrre da fonti rinnovabili, dal 2008 ad oggi è decollata solo parte sui pannelli fotovoltaici, è un limite, ma le due “gambe” non sono antitetiche e in conflitto. Mi impegnerò da una lato a trovare risorse per esaurire il conto energia, ma nella stesura dei decreti attuativi della legge si prevede di legare gli incentivi di riqualificazione energetica considerando che chi installi generatori da fonti rinnovabili ottenga punteggi che qualifichino il suo intervento. Quando si dice che la legge del 2008 ha avuto difficoltà, lungi da me fare critiche al governo precedente. Sull’ordine del giorno Upr-Ps, ci sono molto punti condivisibili, altri che da parte mia sono meno inseribili, il programma di governo è di legislatura e molte cose sono ancora da fare. Sulla conversione di aree produttive in commerciali saremo pronti nel nuovo anno con un progetto pilota su Rovereta, ma non è una cosa che si fa in tre mesi. Sarei cauto sulla sanatoria, sul diritto di edificabilità su aree ad uso agricolo, non è lo strumento giusto l’ordine del giorno, perché va fatto con molta attenzione. E non credo che un’apertura vada data in questa fase in questi termini. Sugli incentivi daremo risposte con questa legge. Come governo riterrei di non accogliere l’odg e come maggioranza abbiamo pensato di non presentare un odg alternativo”.