La prova pratica è meglio di mille parole. Invitiamo il lettore e percorrere la superstrada che da Dogana conduce al Centro storico di San Marino. Chiediamo al lettore di provare a fare una telefonata (con l’auricolare, in caso di guida) di circa 15 minuti.
di Alessandro Carli
La prova pratica è meglio di mille parole. Invitiamo il lettore e percorrere la superstrada che da Dogana conduce al Centro storico di San Marino. Chiediamo al lettore di provare a fare una telefonata (con l’auricolare, in caso di guida) di circa 15 minuti. Con un’altissima probabilità di non sbagliare, la conversazione si interromperà a causa della mancanza di copertura delle Rete. Così vale anche se si volesse accedere alla cima del Monte Titano passando per Faetano. Con il segretario di Stato al territorio con delega politica per il settore delle telecomunicazioni, Matteo Fiorini, parliamo di TLC.
Il piano che riguarda le TLC è del 2005 e ad oggi è inapplicato. Manca per esempio l’authority. La problematica è corretta o c’è dell’altro?
“L’authority è certamente un obiettivo politico, ma va riempito di ‘significato’: ha senso cioè quando c’è un quadro concorrenziale, un sistema di regole e di controlli efficienti. Vogliamo far capire l’authority approfittando dei vari rapporti che stanno nascendo tra operatori e anche nuovi progetti di sviluppo delle tlc per fissare un quadro di regole – attraverso una legge – e poi delegare all’authority tutta una serie di regolamentazioni e rapporti tra utenti e Stato. Un sistema di controllo che sia efficiente, che garantisca concorrenza e trasparenza. In passato la politica non ha scelto di delegare questo potere a un organismo terzo come dovrebbe essere un’authority ma ha sempre gestito le Tcl con rapporti ‘uno a uno’ attraverso singole concessioni tra il governo e i vari operatori e questo ha fatto sì che le concessioni siano state date con scadenze diverse. Sono state tutte fatte su misura rispetto a progetti specifici, senza una visione globale. Questo rende sicuramente più difficile lo sviluppo del settore. Dobbiamo iniziare con una semplificazione del quadro delle concessioni e poi andare in Consiglio con un quadro normativo chiaro che permetta all’authority di poter svolgere la sua funzione”.
Sotto il profilo delle concessioni, ce ne sono state forse troppe degli ultimi anni? Il settore ha margini di crescita ma ha bisogno di linee politiche ben marcate, di qualità nei servizi offerti…
“Credo che in uno Stato piccolo come nostro il settore delle Tcl sia caratterizzato dalla necessità grandi investimenti infrastrutturali e piccoli ricavi sul singolo. Il Paese ha dimensioni ridotte e la ‘massa critica’ su cui lavorare è piuttosto bassa. Non credo ci possa essere spazio per altri operatori. Piuttosto va migliorato il rapporto tra gli operatori esistenti e il quadro delle regole”.
Si parla di banda larga, di antenne e di ricezione. San Marino non è coperta: esempio ne è la superstrada. Servono altre antenne?
“Per quel che concerne le antenne, la Repubblica di San Marino, per la sua conformazione geofisica, ha una certa difficoltà, come altri territori simili. Da noi però la situazione è amplificata in quanto, negli ultimi anni, si è deciso di non concedere ulteriori autorizzazioni a costruire nuove antenne. Telecom Italia San Marino ha avanzato, in questo senso, una serie di richieste. E’ evidente che va messo in campo un lavoro diretto di informazione e comunicazione verso la popolazione. Un lavoro volto a chiarire che ‘più antenne’ non significa ‘più inquinamento’, anzi. ‘Più antenne’ vuol dire una miglior distribuzione dei campi elettromagnetici. Un ‘campo’ inefficiente fa sì che il telefonino cellulare che teniamo vicino alla testa debba lavorare con una potenza superiore per poter captare e connettersi. L’apparecchio telefonico deve ‘costruire’ un ponte con il terminale. Più questo è lontano, più il telefono deve ‘lavorare’. In questo senso, una maggiore e migliore distribuzione delle antenne comporta, oltre a una miglior ricezione, anche un vantaggio per la salute. In passato la politica ha scelto non di fare nulla. Oggi non possiamo più rimanere fermi”.