Fine anno ricco di novità per il Consorzio Vini Tipici di San Marino. Non mancherà il tradizionale calendario. In arrivo anche un ‘rosso’.
di Alessandro Carli
Immagina, puoi. Immaginare una nuova “sostenibile lentezza dell’essere” più orgogliosi del proprio paese, della propria terra, dei prodotti enogastronomici. Immaginare – e vedere, prima di Natale – un luogo che diventa piazza, agorà, punto di incontro tra persone e vini. Si muove su diverse traiettorie, ben tenendo in mente il punto di partenza e di arrivo, il Consorzio Vini Tipici di San Marino, che entro la fine del 2013 presenterà, tra novità e conferme, alcuni progetti di valore.
La cantina
Un bel corpo deve avere un vestito adeguato. Dopo aver assistito (e seguito) la crescita dei vini locali, apprezzati in tutto il mondo e già oggetto di riconoscimenti nelle fiere di settore, è ora della “sartoria”. Paul Andolina, direttore commerciale del Consorzio Vini Tipici di San Marino, distilla parole. “I nostri vini hanno raggiunto una certa maturazione, e con loro anche i vigneti del territorio. Una crescita accompagnata e testimoniata anche dalla comunicazione. Ci sembrava però che i nostri vini non avessero una ‘casa’, uno spazio adeguato. Si è pensato così di realizzare una cantina, un punto di incontro, di ritrovo sia per gli stessi vini che per le persone”. Una sorta di agorà, quindi, di piazza, di crocevia di parole. “Una cantina – sottolinea Andolina – che abbraccia l’antico concetto di luogo di mescita del vino, ma che si slancia anche verso una nuova idea di turismo. Oltre ad essere un biglietto da visita per i sammarinesi, che si fidano dei nostri prodotti e che apprezzano le nostre varietà di vini, vorremmo che questa ‘casa del vino’ si trasformasse in uno spazio di condivisione aperto non a una ristretta cerchia di sommelier o di intenditori, ma a tutti”.
Anche se il direttore commerciale del Consorzio Vini Tipici di San Marino non lo dice esplicitamente, il modello che si staglia davanti agli occhi è quello nordico: uno spazio abitato, per dirla alla maniera dei designer, che sappia essere luogo di meditazione, degustazione, ritrovo e, perché no, anche di affari. “Le persone potranno venire ad assaggiare i vini, ad acquistarli. Parimenti, immaginiamo la cantina anche come un luogo in cui gli imprenditori possano incontrare i propri clienti e fare business davanti a un bicchiere di vino. In questo modo si può superare quella piccola ‘barriera’ che ogni tanto si alza quando ci si incontra all’interno di un ufficio, lì dove la scrivania, talvolta, crea una distanza”.
Un open space, quindi, nell’accezione più alta del termine: un luogo di contatto, che sappia creare una sorta di intimità. Perché, e lo diciamo senza paura di essere smentiti, forse mai come in questi anni si è fatta così forte la nostalgia della cantina dove si poteva degustare un buon bicchiere di vino e dove poter respirare l’aria del passato, delle tradizioni locali, che parlano, anche solo attraverso piccoli gesti e riti, di una terra e delle radici che la ancora oggi la rendono produttiva. Così ci piace immaginare che in questo ambiente, fedele fotografia delle tradizione del territorio, le persone si diano appuntamento all’ora dell’aperitivo, o la sera, per due chiacchiere, un commento sull’attualità e sulla cronaca, il tutto sdrammatizzato da un bicchiere di Brugneto, o di Tessano, o di Caldese.
Sulla strada di Bacco
Le coordinate ci sono tutte, così come gli elementi: la nuova cantina, che verrà inserita in un ‘polo verde’, la qualità delle tipicità del territorio, e la voglia fermarsi, osservare, conoscere. “Vorremmo che si realizzasse una ‘strada del vino’ anche sul Titano, che porti alla cantina attraverso un percorso che si snodi anche tra le vigne. Una sorta di nuova ‘rotta’ turistica, all’insegna della lentezza, del concetto di slow food, che dia l’opportunità alle persone di fermarsi una notte a dormire. Possiamo contare su un panorama molto bello, su un cielo dalle mille sfumature – il sole, la nebbia – e su prodotti enogastronomici eccellenti”.
In attesa del Natale
Il boom di regali enogastronomici per la nascita di Gesù sta vivendo una prolungata primavera: è un modo gentile per ricordarsi e ricordare a chi li riceve, che si può parlare di un territorio anche e soprattutto attraverso i prodotti della sua terra. Gli esempi in Italia non mancano di certo. E, da qualche anno, questa bellissima abitudine ha trovato terreno fertile anche sulle pendici del Monte. L’apertura della cantina, che avverrà prima di Natale si inserisce anche in questo filone. Oltre ai vini difatti si possono trovare anche altre eccellenze del Consorzio Terra di San Marino. “Regalare o regalarsi i prodotti del territorio è un segno di orgoglio, di appartenenza” sottolinea Andolina.
Non mancherà nemmeno quest’anno l’ormai tradizionale calendario: un compagno di casa che accompagnerà le famiglie sammarinesi lungo tutto il 2014. Potrebbe bastare, ma non è così: all’interno delle botti bolle qualcosa. Anzi: fermenta. A breve difatti, come conferma il direttore commerciale, verrà immesso sul mercato un nuovo vino. “E’ un ‘rosso’, frutto di un luogo percorso di studi e di ricerche, che saprà rappresentare degnamente il Paese”.