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San Marino, Villa Manzoni: quando il passato diventa futuro

da Redazione

Taglio del nastro il 24 novembre per il progetto voluto da Ente Cassa Faetano. Il “centro” ospiterà, nelle sue sale, anche eventi culturali e artistici.

 

di Alessandro Carli

 

Il primo chilometro di ingresso è, per un Paese, il biglietto da visita più prezioso: antico punto di contatto – come fossero i “Due fiumi” musicati egregiamente da Ludovico Einaudi qualche anno fa – ai tempi dei viaggi slow (in carrozza o a cavallo), ancora oggi, per chi arriva in uno Stato, rappresenta l’impatto più immediato. Dogana, nomen omen, è la porta di ingresso di San Marino: ad accogliere il viaggiatore, un ponte sospeso, opera di Giancarlo De Carlo, forse l’impronta storico-architettonica di maggior rilievo. Dal 24 novembre i viaggiatori, ma soprattutto i cittadini sammarinesi, potranno ammirare una nuova perla: verrà difatti inaugurata, dopo un capillare e profondo lavoro di recupero e ristrutturazione durato circa quattro anni, Villa Manzoni, antica dimora della famiglia Manzoni-Borghesi. Il progetto, voluto fortemente e portato a compimento dall’Ente Cassa di Faetano (ma già sognato ai tempi della Cassa Rurale) apre alcune preziose pagine della storia della Repubblica.  

Perché, come ha scritto il critico d’arte John Ruskin, l’architettura ha due doveri di cui è impossibile trascurare l’importanza: il primo consiste nel rendere storica l’architettura di oggi, la seconda di preservare quella del passato come la più preziosa delle eredità. Villa Manzoni arriva agli occhi come la simbiosi di questi due aspetti, strettamente correlati: uno sguardo al presente che parte dal passato per proiettarsi verso il domani. Non si può ricordare senza architettura perché l’architettura porta in sé quello che gli uomini hanno sentito, quello che le loro mani hanno toccato, quello che la loro forza ha modellato, quello che i loro occhi hanno contemplato, quelle parole che hanno ascoltato. Si celano nei mattoni e nelle pietre di Villa Manzoni, queste immagini seppiate che hanno chiesto di tornare alla luce, alla vita, alla sua funzione di momento di aggregazione, di incontro. Parole vere, come vera è la vita delle persone.


La nuova Villa Manzoni

 

Quasi cinquanta mesi di lavori, con in mente un solo obiettivo: ridare splendore alla Villa Manzoni, in un’ottica di riconversione e recupero degli spazi. Ieri dimora privata, oggi e – ne siamo certi, anche domani – centro per eventi culturali, artistici, ma anche convegni. Il restauro – diretto dall’architetto Mirco Semprini – è stato rispettoso della struttura originale e ha voluto mantenere le impronte del passato: sono stati recuperati gli infissi dell’epoca (la Villa è del 1800 anche se, durante i lavori, sono stati ritrovati laterizi più antichi) e gli scuri esterni, mentre il pavimento del pianoterra è stato realizzato con i mattoni già impiegati all’interno della struttura, al fine di non snaturare l’atmosfera della Villa. La rinata Villa Manzoni inoltre è stata allestita e attrezzata secondo le esigenze più moderne. L’edificio difatti ha la connessione wi-fi, internet, l’accessibilità ai diversamente abili anche attraverso un parcheggio sotterraneo, ricavato dal lato che dà su via Campolungo. Un progetto che, nella sua complessità, restituisce alla comunità un edificio storico, rinato, come un’araba fenice, per diventare un luogo di persone.

 

Il patti di Fossombrone

 

Il 21 settembre 1462, a Fossombrone, una deputazione di sammarinesi firma un protocollo di “patti” con il Cardinale di Teano, Legato della Santa Sede, promettendo al Papa fedeltà e ubbidienza nella guerra contro Sigismondo Pandolfo Malatesta. I patti prevedono, in caso di vittoria, l’annessione al territorio della Comunità sammarinese dei castelli di Fiorentino, Montegiardino, Serravalle. L’anno seguente Papa Pio II ratifica gli accordi con una bolla, e ai Castelli promessi  si aggiunge anche Faetano, il territorio sammarinese vede così raddoppiata la propria superficie, che non subisce nei secoli successivi sostanziali variazioni confinarie.
A 550 anni da questi avvenimenti l’Ente Cassa di Faetano, con il coordinamento scientifico della Società di studi storici per il Montefeltro, organizza un grande evento commemorativo.

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