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San Marino, l’occhio che ferma gli attimi sospesi

da Redazione

Non è quello di Augusto Betiula, bensì quello di vetro della sua Nikon. L’artista sta lavorando anche su alcuni progetti di reportage industriale.

 

di Alessandro Carli

 

Glielo leggi negli occhi – se sai fermare quella luce che emana quando parla – che ama la fotografia. Il suo compito è quello di raccontare quello che avviene in un luogo, ma senza utilizzare soggetti, verbi e complementi oggetti. Testimonia attraverso le immagini, un attimo fermato, rubato, spesso sospeso, sempre compiuto.

Augusto Betiula, assieme alla sua fedele Nikon, si intrufola dove avviene l’arte: attraverso le sue immagini, ha testimoniato l’Etnofestival 2013, il backstage del teaser “Il viale delle rose” e – ultimamente – il nuovo video di Valentina Monetta, “L’amore verrà”, diretto dal sammarinese Michele Massari con la direzione artistica di Fabrizio Raggi.


Con che sguardo si è avvicinato a “L’amore verrà”?

 

“Mi sono occupato della fotografia di scena e dell’immagine ufficiale con cui esce il nuovo disco nel 2014. Nel video, oltre a Valentina Monetta e a Ettore Pazzini, c’è anche un comico di Zelig, Alessandro Politi, che fa il grande mago, ed è coprotagonista del clip. Alla fine Valentina si innamora di lui”.


Ha incontrato qualche difficoltà nelle fotografie?

 

“Come sempre nelle fotografie di scena non hai il controllo delle luci. Fortunatamente alcune scene del video sono girate all’esterno, al borgo San Giuliano di Rimini. Le riprese si sono svolte anche nella green room di San Marino RTV: lì c’era un fondo verde, che poi è utilizzato per la grafica. Una parte importante del video è stata registrata all’hotel Titano, di notte. La luce era molto bassa”.


Nella macchina fotografica di Augusto Betiula c’è il cinema ma anche la musica.

 

“Quest’anno sono stato il fotografo del ‘San Marino jazz festival’, la rassegna ideata da Alberto Braschi: ho ‘fermato’ i concerti di Hiromi, degli Incognito e di Kikoski. E’ stata un’esperienza bella e impegnativa: erano tutti artisti di un certo calibro. Per gli Incognito, per esempio, c’era tantissima gente e il sottopalco era quasi inaccessibile. Era occupato dalle persone che ballavano. Anche per Hiromi è stato complicato. Pur essendo lei stessa anche fotografa, ha un approccio aggressivo sul pianoforte, molto energico”.


Si parla spesso di destagionalizzare l’offerta cultura a San Marino.

 

“Si sta lavorando per destagionalizzare il ‘San Marino jazz festival’. Gli organizzatori stanno valutando l’ipotesti di mettere in piedi una ‘versione’ anche invernale, visti i risultati interessanti ottenuti in estate. Il ‘San Marino jazz festival’ è una manifestazione che richiama sul Titano moltissimi appassionati da tutta Italia e non solo. La sua qualità è riconosciuta anche fuori dai confini di Stato”.


Nella fotografia ci vuole occhio, tecnica ma anche un pizzico di fortuna.

 

“Per me la fotografia è fermare l’attimo, a cui va aggiunta anche una percentuale di fortuna. La bravura di un fotografo sta anche nel saper cercare e trovare uno scatto ‘fortunato’. E’ questa una delle tante differenze tra un fotografo professionista e uno amatoriale: il primo sa capire dove può cogliere l’attimo fuggente”.


Musica e volti. Ha nuovi progetti in cantiere?

 

“Sto lavorando su alcuni progetti dedicati al reportage industriale, testimonianza di un passato che ancora oggi sa raccontare, attraverso le crepe e i cementi delle ex fabbriche, storie di lavoro, di imprese, di prodotti. Le mie attenzioni sono rivolte anche alle imprese di eccellenza di San Marino”.  

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