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San Marino, l’esercito silenzioso delle badanti

da Redazione

Sono 409 quelle in regola nei primi 9 mesi dell’anno, ma esiste un sottobosco “in nero” della stessa portata. Ecco le loro storie.

 

Timide, impaurite di essere additate. Del resto i luoghi comuni su di loro si sprecano: rovinafamiglie, portatrici di malattie. Eppure svolgono una professione che pochissime persone sarebbero disposte a fare: quella delle badanti. Annarita Mauriello, coordinatore tecnico della gestione dei servizi assistenziali e sanitari di “Progetto Autonomia srl”, ci racconta che ”si tratta un lavoro molto delicato che sta crescendo anche a San Marino”. Abbiamo raccolto le storie di tre donne che prestano servizio sul Monte. Lavorano nelle case accanto ad anziani e malati per accudirli e prendersi cura di loro. In questo ambito di prossimità, così vicino alla sfera intima e privata, nel chiuso delle mura domestiche, si sviluppano dinamiche di amicizia e solidarietà. Ma anche parole che raccontano uno strappo con la propria terra di provenienza, l’Est dell’Europa: viaggi alla ricerca di un’occupazione, mete lontane da inseguire per trovare un lavoro che permetta alla propria famiglia di poter vivere. Leggono Montaigne (in italiano), quando possono vanno a fare shopping. Ci parlano di emigrazione dei sammarinesi verso le Americhe, delle difficoltà incontrate sul Titano, dei problemi di salute legati all’età. Sono 409 le badanti che – dal 1° gennaio al 30 settembre – lavorano o hanno lavorato, in regola, sul Monte: i dati ce li ha forniti Alberto Mino, segretario Federpensionati CSdL. Ma esiste – e ce lo confermano le stesse badanti – un sottobosco di lavoratrici in nero, che ha forse la stessa portata numerica di quelle contrattualizzate. “E non per scelta nostra” dicono.

 

L’articolo integrale su San Marino Fixing numero 42, in edicola da venerdì 15 novembre

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