I venti milioni di euro di tagli alla spesa pubblica di cui si parla non bastano: l’ANIS chiede infatti anche riforme e azioni per il rilancio dell’economia. Gli industriali lo chiedono in una nota ufficiale. Eccola.
SAN MARINO – I venti milioni di euro di tagli alla spesa pubblica di cui si parla non bastano: l’ANIS chiede infatti anche riforme e azioni per il rilancio dell’economia.
Gli industriali lo chiedono in una nota ufficiale. Eccola.
I venti milioni di euro di tagli alla spesa pubblica di cui si parla, che in particolare dovrebbero riguardare la riduzione del costo del personale e tutte quella attività che sono a mercato e che invece sono gestite con pessimi risultati dallo Stato, oggi sono un passaggio inevitabile per il nostro Paese. Interventi e sacrifici rimandati per anni con cui oggi dobbiamo fare i conti. Da troppo tempo parliamo della necessità di intervenire sui costi eccessivi della macchina pubblica e dell’esigenza di ridurre la spesa corrente.
Ma i tagli, da soli, non bastano. Occorrono le riforme. Quella tributaria deve essere portata a casa quanto prima: è solo la prima di un lungo elenco di riforme indispensabili e non si può più tergiversare. Una riforma tributaria che sia equa, chiara e che garantisca l’emersione di tutti i redditi, per aumentare la base imponibile. Una riforma che tenga nella dovuta attenzione le imprese, che a San Marino come altrove rappresentano un valore importante per un Paese non soltanto per le imposte versate ma per tutto lo sviluppo che portano. Basta un dato per confermare questo concetto: i circa 400 milioni di monte salari e stipendi pagato ogni anno ai propri dipendenti, che si traduce in occupazione, consumi, imposte dirette e imposte indirette. La riforma dovrà essere accompagnata, quanto prima, dal “pensionamento” della Monofase per passare a un sistema sulla falsariga dell’IVA perché è con le imposte indirette che si sostengono i conti pubblici.
Infine, non vanno dimenticate le azioni per il rilancio dell’economia. La Legge Sviluppo una volta che verrà promulgato il relativo decreto attuativo – anche qui siamo in grave ritardo – potrà aiutare la ripartenza della nostra economia, ma non può assolutamente essere considerata un punto di approdo.
Occorre ridare vigore al Tavolo per lo Sviluppo, voluto fortemente dall’ANIS e dalle altre Associazioni, perché questo strumento può dare forza ai singoli interventi che verranno prodotti e condivisi. La politica si occupi degli obiettivi e liberi l’economia dai vincoli burocratici e in diversi casi addirittura dalla concorrenza pubblica.
Soprattutto, non possiamo più perdere tempo. Tagli, riforme e iniziative per il rilancio devono essere messi in campo quanto prima, altrimenti i sacrifici chiesti ai cittadini e alle imprese rischiano di essere insufficienti.