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San Marino, le grandi mostre: eventi che creano ricchezza al Paese

da Redazione

Arte come asset d sviluppo, ma anche come attenzione alle punteggiature che nei secoli hanno contraddistinto l’immaginario degli uomini.

 

Arte come asset d sviluppo, ma anche come attenzione alle punteggiature che nei secoli hanno contraddistinto l’immaginario degli uomini. Arte visuale come sfera di indagine, da promuovere, far conoscere. Da sempre la Fondazione San Marino rivolge il proprio sguardo, sempre con maggior precisione, alla pittura, seguendo un filo di logica storica, quasi filologica: dal fervido 1.800 – quello di “Monet, Cézanne, Renoir e altre storie di pittura in Francia”, portato sul Monte assieme a Linea d’Ombra nel 2010 – a quel discusso e denso 1.900, racchiuso in circa 20 opere e incesellato sotto il titolo “Pittura americana del XX secolo a San Marino” (2011, sempre il stretta collaborazione con Marco Goldin).

Non siamo critici d’arte, sia chiaro. Però è sempre vero il detto che “una Nazione misura il proprio stato di salute in base all’arte che sa produrre” e – aggiungiamo noi – ospitare.

Compito di una fondazione, in questo caso la Fondazione San Marino, è anche quello di investire in cultura, appoggiare progetti di spessore, che sappiano valorizzare l’intero sistema-Paese. Così, dopo le impressioni degli Impressionisti e le loro storie d’oltralpe, fatte di suggestioni, colori, paesaggi infiniti e bellezza, e dopo aver dato agli annali la forza degli statunitensi – a loro il merito di aver saputo dare avvio, nel Novecento, a molti filoni artistici, come ad esempio la “Beat generation” -, da metà novembre, gli occhi di sono allungati verso est, patria e terra di quella Rimini che, dopo il silenzio post Federico Fellini, negli ultimi 30 anni ha fatto crescere due nomi importanti: Marco Pesaresi, straordinario fotografo, ed Eron.

Ad Eron, oggi, vogliamo dedicare qualche riflessione. E con lui, agli organizzatori. La piega che il Titano ha assunto negli ultimi tre anni – il portare sul Monte alcune mostre di indubbio valore – si inserisce in un percorso indovinato di destagionalizzazione dell’offerta. Eron, ne siamo certi, sarà l’evento di questo scorcio di fine 2013: i più giovani lo conoscono, le persone più mature hanno l’occasione di avvicinarsi alla sua arte.

Lasciati, in parte, la pittura e i pennelli che hanno tratteggiato i secoli passati, oggi l’arte – e quella di Eron ne è fedele testimonianza – esce dai musei e dalle botteghe per compiersi anche nelle strade.  

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