L’artista riminese viene celebrato attraverso una mostra – “Blending”, un viaggio in 20 opere, molte anche inedite – che verrà ospitata all’interno del Palazzo SUMS dal 15 novembre al 12 gennaio.
di Alessandro Carli
Lo incontri al porto di Rimini, zona per antonomasia di passaggio e arrivo di sogni, ma anche al cinema Fulgor, casa di Federico Fellini in attesa di una nuova dignità, e mille e mille ancora spigoli, angoli, case della provincia.
Lo incontri di notte, per 12 mesi all’anno – è questa la vera destagionalizzazione -, e fermi, sempre, lo sguardo. Al porto, per esempio, lungo la passeggiata che porta al Rock Island. Simboli, forse simulacri di una Rimini che dimentica, che non sa osservare. C’è l’Arco di Augusto, che collega Ariminum a Roma lungo la Flaminia, e il Duomo, splendido progetto incompleto e incompiuto dell’Alberti, e la fontana di piazza Cavour, “la pigna”, per dirla alla maniera dei riminesi, che da dipinto (oggi un po’ consumato dal tempo), diventa monumento sul quale fermare la bicicletta, e guardare i pescatori o le persone passeggiare.
Lo incontri per le strade di Rimini con una certa frequenza, ma non sai bene che viso abbia. Di lui, e per lui, parla la sua arte: street art, come si dice nei paesi anglofoni, che tradotto in italiano suona più o meno “arte di strada”.
La strada di Davide “Eron” Salvadei è stata in salita: ripida e verticale come quei muri che addomestica, impreziosisce, trasforma in tele su cui soffiare – e lasciare – il suo stile inconfondibile. Dapprima etichettato come “vandalo dei muri” (pensiero diffusissimo alla fine degli anni Ottanta, quando Eron iniziò a fare arte: i “benpensanti”, giusto per citare la canzone di Frankie HI-NRG MC proprio non potevano vedere quei “deturpamenti”) poi innalzato dalla prestigiosa rivista “Al Magazine” (1994) a “miglior street artist italiano”, oggi l’artista riminese viene celebrato attraverso una mostra – “Blending”, un viaggio in 20 opere, molte anche inedite – che verrà ospitata all’interno del Palazzo SUMS dal 15 novembre al 12 gennaio.
La personale, proposta dall’Associazione Culturale “Il Garage”, ha ricevuto il sostegno della Fondazione San Marino Cassa di Risparmio – S.U.M.S., delle Segreterie di Stato per Cultura e per Turismo. “La mostra è un esempio di reciprocità istituzionale che è alla radice della crescita e dello sviluppo di un Paese – sottolinea il Presidente della Fondazione San Marino, Giovanni Nicolini -. Credo fermamente nell’importanza di eventi legati all’arte e alla cultura. Sono iniziative che possono aumentare il prestigio del nostro Paese”.
“Eron ha accettato il nostro invito con grande entusiasmo e siamo onorati di poter proporre una sua mostra in Repubblica. L’arte è un veicolo di comunicazione e di promozione di un territorio”, spiega il Presidente dell’Associazione Il Garage, Tony Margiotta.
L’arte di Eron
Eron realizza i suoi lavori sia sui muri urbani sia su tela considerando sempre il contesto nel quale interviene. Le opere murali che Eron crea in strada toccano spesso temi sociali, mentre quando dipinge in studio, la sua ricerca figurativa va oltre la semplice rappresentazione di un soggetto.
All’interno dello stesso dipinto, disegno e realtà si fondono dando origine ad una materializzazione del pensiero in una visione onirica, trasmettendoci degli inediti dèjà vu che ci ri-sintonizzano su alcune sensazioni già vissute. Immagini che non si fermano alla retina, ma la oltrepassano entrando nel subconscio grazie alla creazione di uno spazio/tempo pittorico nel quale disegno, realtà e pensieri diventano immagini che in maniera del tutto soggettiva interpretiamo.
