Home NotizieSan Marino San Marino, Susanna Camusso ha concluso le celebrazioni per il 70° CSdL

San Marino, Susanna Camusso ha concluso le celebrazioni per il 70° CSdL

da Redazione

“Occorre difendere i posti di lavoro che esistono – ha puntualizzato Susanna Camusso – perché solo tutelando le realtà produttive si può creare occupazione per i tantissimi che sono senza lavoro”.

 

SAN MARINO – Con un apprezzatissimo intervento che ha spaziato dai temi del lavoro all’Europa, il Segretario Generale della CGIL Susanna Camusso ha concluso ieri sera le celebrazioni per il 70° anniversario della nascita della CSdL. Nel pubblico dibattito al teatro Concordia di Borgo, che ha registrato un buona partecipazione, molteplici sono state le domande poste alla Camusso del Giornalista David Oddone.

“La crisi – ha affermato il Segretario Generale CGIL – ha avuto origine dall’idea che il lavoro e l’economia produttiva si potessero sostituire con la finanza, votata a creare ricchezza per pochi con grande rapidità e senza nessun effetto ridistributivo. Ora spero che questa illusione sia finita. In generale la politica deve riprendere il controllo dell’economia, altrimenti la finanza continuerà a essere la forza dominante. Quella finanza rispetto ai cui la comunità internazionale non è ancora riuscita a dare delle regole che ne limitino l’azione e ridiano centralità all’economia reale e al lavoro.”

“Occorre difendere i posti di lavoro che esistono – ha puntualizzato Susanna Camusso – perché solo tutelando le realtà produttive si può creare occupazione per i tantissimi che sono senza lavoro. Le cifre della disoccupazione in Italia sono gravi. Moltissimi ragazzi sono costretti ad emigrare all’estero; ma non è la fuga dei cervelli, vanno per trovare qualunque lavoro. Solo nell’ultimo anno in Gran Bretagna sono stati richiesti 34.000 codici fiscali da parte di giovani italiani. È un esempio che dimostra quanto sia grande il fenomeno della migrazione per cercare lavoro.”

Ha poi aggiunto: “La crisi ha bruciato un quarto del tessuto produttivo italiano. Le attività più colpite sono quelle legate ai consumi primari delle famiglie, che con la crisi sono calati fortemente con pesanti ricadute sull’economia produttiva. Le politiche degli ultimi anni hanno contratto i redditi dei lavoratori e dei pensionati, deprimendo gli stessi consumi di beni primari e quindi aumentando la spirale della crisi.”

Sul tema dei rapporti di lavoro, ha affermato: “Le aziende che reggono sono quelle che danno ai lavoratori il giusto riconoscimento sul piano economico e dei diritti contrattuali e che assicurano la stabilità del posto di lavoro. Sono in gravissime difficoltà le aziende che, invece, hanno giocato all’abbassamento dei salari e dei diritti, e puntato sulla precarietà. Il “lavoro povero”, mal retribuito e senza diritti, svilisce i lavoratori, e non giova alla produttività, perché chi lavora in questo stato di profondo disagio e frustrazione e senza certezze per il futuro non è posto nelle condizioni di spendere tutte le proprie potenzialità. La ricchezza di una impresa è fatta dal sapere e dalle capacità dei lavoratori. Il lavoro è la ricchezza del sistema produttivo, non un costo.”

A quando l’uscita dalla crisi, e come? Per il Segretario Generale CGIL, “dalla crisi si può uscire, ma ricordiamoci che non abbiamo molto tempo. Se nel 2014 vogliamo che gli indicatori dell’occupazione, dei consumi e del PIL diano segnali positivi, i cambiamenti vanno fatti velocemente: occorre usare bene la legge di stabilità, varare un piano per il lavoro e una nuova politica industriale, investendo sul lavoro e sull’economia che produce, far ripartire i consumi smettendo di deprimere i redditi dei lavoratori e delle famiglie. Occorre quindi riproporre il tema della ridistribuzione del reddito, ad iniziare dal fatto che la tassazione non può essere richiesta unicamente ai lavoratori dipendenti, ma a tutte le categorie. I sistemi fiscali devono avere un forte connotato di progressività, chiamando a contribuire maggiormente chi possiede elevate risorse.”

Non è mancato un riferimento allo stato dei rapporti tra le tre Confederazioni Sindacali italiane. “Abbiamo messo alle spalle una stagione di rottura, caratterizzata dalla firma di contratti separati, come nel caso della Fiat; abbiamo raggiunto un’intesa unitaria sulla rappresentanza, che fa bene a tutto il paese, che è in grado di impedire, come invece è successo in molti casi negli ultimi anni, l’esclusione della CGIL, che è il più grande sindacato italiano. Si è stabilito che di fronte alle divisioni delle tre organizzazioni, decidono i lavoratori. Ultimamente abbiamo ripreso ad organizzare iniziative unitarie, tra cui lo sciopero generale che verrà proclamato nei prossimi giorni.”

Grande spazio hanno avuto anche i temi dell’Europa. “Quest’Europa dominata da alcuni paesi forti così com’è non mi piace, ma non per questo ci si deve sottrarre all’Europa” ha detto Susanna Camusso. “L’austerity e le politiche recessive hanno dato linfa a quei movimenti estremisti ed antieuropei che rappresentano la principale minaccia alle elezioni europee del prossimo anno. L’Europa ha bisogno di crescere, non di separarsi, quindi deve guardare a tutti i paesi che la compongono, non solo a quelli grandi, realizzando la maggiore integrazione possibile. Dobbiamo tornare all’idea degli Stati Uniti d’Europa, che deve essere una comunità democratica di popoli e non solo un ambito dominato da ristretto gruppo di ministri. Anche per San Marino l’unica prospettiva possibile è far parte di questo processo di unificazione.”

In tal senso Susanna Camusso ha condiviso quanto dichiarato da Giuliano Tamagnini, secondo cui con il referendum sull’Unione Europea il paese ha perso un’occasione. “In Europa ci siamo già – ha detto – continuare ad arroccarsi sui nostri confini è un’idea perdente. I nostri giovani non possono accedere ai fondi europei, siamo tagliati fuori da tutta una serie di opportunità. Ci troviamo ad essere legati ad un solo paese, l’Italia. È come un’azienda che ha un unico cliente. Se i rapporti con questo paese falliscono, siamo alla rovina.”

“L’unico modo per superare la crisi – ha affermato il Segretario Generale CSdL – è invertire il rapporto tra capitale e lavoro: un rapporto completamente sbilanciato a favore del capitale. I soldi sono nelle banche, ed è ora che le stesse tornino ad investire nell’economia reale e sul lavoro. Hanno detto che hanno salvato le banche per tutelare i risparmiatori, ma non possono dare la responsabilità delle molte decine di milioni dallo stato ai risparmiatori. Le banche devono essere al servizio del paese, e non viceversa. Per ripartire occorre anche pensare ad un indebitamento virtuoso, investendo nel lavoro per i giovani e nella formazione.”

Nel suo intervento, Vincenzo Colla, Segretario Generale della CGIL Emilia Romagna, ha evidenziato come anche in Emilia Romagna i numeri della disoccupazione si stiano avvicinando alle media nazionale. Con gli ammortizzatori sociali si sono salvati migliaia di posti di lavoro, ma ora il rischio è che si passi ai licenziamenti. “Per superare la crisi occorre una nuova governance, attraverso nuovi rapporti tra regione, sindacato e imprenditori, e attraverso un giusto utilizzo dei fondi europei. I bandi per l’aggiudicazione di tali fondo devono essere vincolati alla creazione di posti di lavoro.”

La serata ha avuto anche un connotato artistico, con la lettura di alcuni brani – di Einstein, Woody Allen, Charlie Chaplin (il “discorso all’umanità”, dal film “Il grande dittatore”), da parte di Fabrizio Raggi, e pezzi musicali eseguiti dal chitarrista Angelo Guidi.

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