L’internazionalizzazione è diventata oggi per il made in Italy un processo inevitabile e di vitale importanza. All’interno di uno scenario globale dominato dall’emergere di nuove potenze (gli ormai famosi BRICS, così come i più recenti Next Eleven), e in cui i nostri competitor occidentali, con una certa lungimiranza, sgomitano tra loro per la ricerca di nuove opportunità sui mercati in crescita, l’Italia non ha ancora dispiegato per intero il suo potenziale. Certo, non si può affermare che tutte le nostre imprese siano ferme e che non abbiano recepito il segnale di cambiamento proveniente dall’estero, ma un certo attendismo provinciale di molti imprenditori nostrani, unita alla cronica mancanza di fondi da investire per attività legate all’internazionalizzazione, e alla mancanza delle conoscenze adeguate per intraprendere attività di questo tipo contraddistinguono ancora il dna del nostro tessuto produttivo.
Quasi tutti i Paesi dell’Unione Europea (fatta eccezione per l’Olanda) nel 2012 hanno mostrato una flessione rispetto al 2011: nello specifico, l’Italia, che nel 2011 occupava l’ottava posizione, scivola in decima posizione, superata da Corea del Sud e Russia. Le nostre esportazioni, che nel 2011 si sono attestate intorno ai 634 miliardi di USD, nel 2012 hanno raggiunto i 597 miliardi di USD, mostrando dunque un calo. Tra le altre economie, si segnala la sostanziale tenuta del Giappone e gli exploit di Cina, Stati Uniti (seppur superati dalla stessa Cina al vertice del ranking) e Russia.
Le nuove dinamiche economico-commerciali prefigurano una nuova concezione di fare business, non più legata a vecchi modelli operativi e cliché che potevano andar bene venti-trenti anni fa e che oggi si rivelano obsoleti: occorre dunque cambiare passo e cambiare mentalità non focalizzandosi sui “pericoli” provenienti dall’emergere dei nuovi mercati ma, al contrario, pensando in termini di sfide legate alla crescita e di opportunità che tali Paesi possono presentare. India, Brasile, Vietnam, Indonesia, Turchia, giusto per citarne alcuni, vanno incontro a processi di trasformazioni radicali della loro economia e della loro società; non cogliere tali fenomeni sarebbe davvero poco qualificante per le nostre aziende, soprattutto se si considera che il brand Italia non smette di essere di moda.
Proprio questo punto costituisce il vero paradosso del made in Italy odierno: i nostri prodotti sono richiesti, continuano a godere di buona popolarità a livello globale, il nostro export (nonostante il calo sopramenzionato) riesce a reggere ma tante, troppe PMI, ovvero la spina dorsale dell’industria italiana, non sono in grado di fare il salto di qualità necessario, a causa di limiti economici, strutturali e conoscitivi.
Le aziende italiane presentano dunque una urgente necessità di internazionalizzazione delle proprie attività: molte tra queste, pur conoscendo i vantaggi di un processo di espansione all’estero, non sanno esattamente dove vendere i propri prodotti. Meglio esportare nella vicina Germania o negli Stati Uniti? Oppure meglio i mercati emergenti come India e Brasile? Ogni azienda presenta particolari peculiarità e non è detto che un prodotto che si venda bene in Marocco, ad esempio, possa avere lo stesso successo in Indonesia: si reputa dunque opportuno fare una scelta strategica e mirata.
Proprio per dare una risposta concreta a tali domande, indirizzare le imprese e favorire la competitività del made in Italy, è stato creato un servizio, denominato RADAR DELL’INTERNAZIONALIZZAZIONE, in grado di offrire alle imprese le risposte più adatte per le operazioni legate allo sviluppo del proprio business. Tale strumento, ideato da Octagona (società di consulenza specializzata nell’internazionalizzazione), è in grado di valutare le capacità delle aziende per un percorso di espansione all’estero, attraverso la predisposizione di differenti modelli, modulabili a seconda del tipo di impresa e delle relative esigenze. Obiettivo del RADAR DELL’INTERNAZIONALIZZAZIONE, identificare punti di forza, punti di debolezza, punti di miglioramento, punti di non conformità e vantaggi competitivi dell’azienda cliente nel processo di internazionalizzazione, al fine di trovare il mercato più adatto in cui vendere il prodotto, e con i potenziali margini economici più elevati.
Il servizio del RADAR è stato pensato proprio al fine di fornire un valido aiuto alle nostre imprese che vogliono vendere all’estero e non vogliono soccombere di fronte alla crisi: per far ciò è necessario ragionare in ottica strategica, individuando nuove formule e strategie e inventando soluzioni e nuove modalità di business.
Per maggiori informazioni:
www.internazionalizzazione.com
www.octagona.com