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San Marino, Consiglio Grande e Generale: assestamento di bilancio in II lettura

da Redazione

Al termine della seduta si è passati alle repliche che proseguiranno in seduta notturna. Il report dell’agenzia Della Torre.

 

La seduta pomeridiana del Consiglio grande e generale del 29 ottobre è ripresa con il dibattito del comma 26, sull’assestamento di bilancio 2013, in seconda lettura. Al termine della seduta si è passati alle repliche che proseguiranno in seduta notturna.

 

Di seguito un riassunto degli interventi del pomeriggio del 29 ottobre.


Denise Bronzetti, indipendente: “Non è un assestamento di bilancio normale, perché ancora una volta vediamo con quanta difficoltà si arriva a far quadrare i conti. Inutile ripetere in che situazione versa il Paese, è un assestamento straordinario perché per la prima volta in modo dirompente vengono emessi titoli pubblici per il rafforzamento patrimoniale della Cassa di risparmio. Molti colleghi, indipendentemente dal ruolo, si sono correttamente espressi sulla necessità di intervenire, inutile sottolineare l’importanza che ha Crrsm nel Paese. Ci sono poi valutazioni della maggioranza per far sì che questi interventi non finiscano nel vuoto, su come intervenire sulla governance. Rispetto al recupero che innegabilmente c’è stato e che non può essere taciuto, frutto di una relazione sulla spending review che la maggioranza ha prodotto anche con fatica, chiediamo al governo di imprimere forza a questi provvedimenti contenuti nella relazione. Ci vuole forse più coraggio, nonostante i risultati che iniziano ad arrivare anche con differenze rispetto quanto fatto o meno dalle diverse segreterie di Stato. Vorrei che la scelta di emettere titoli pubblici fosse fatta nella massima chiarezza. Già alcuni colleghi hanno chiesto come pensiamo di poter mettere sul mercato e chi possa acquistate i 105 mln di euro di titoli pubblici. Una domanda che sorge spontanea. Non voglio creare io, per prima, perplessità sull’operazione, ma si chiede che sia fatta nella massima chiarezza”.

 

Marco Arzilli, segretario di Stato per l’Industria: “L’assestamento è una legge importante in questo momento per le difficoltà economiche attuali e per il suo contenuto, al di là dell’intervento su Cassa di risparmio, che mira a dare questo importante istituto la possibilità di continuare il suo percorso in maniera chiara e trasparente. Ho sentito diverse considerazioni e ritenevo di intervenire senza fare polemica ma per chiarire alcuni punti. Sul parco scientifico e tecnologico: in assestamento si è deciso di proseguire l’attività di realizzazione, sono stati tolti 60 mln di euro rispetto alla prima lettura, relativamente all’affitto della sede dell’incubatore d’impresa. E’ una direzione che avevamo deciso di intraprendere e, visto che l’incubatore è una parte fondamentale per il parco, si voleva partire subito. A breve, nelle prossime settimane, discuteremo il decreto attuativo sulle start up. Rispetto alla sede ci si sta confrontando su soluzioni meno onerose, per questo è stato deciso di togliere questa cifra. Ovvero prenderemo in affitto senza pagare per un primo anno. Abbiamo trovato una soluzione in ottica di risparmio. Sono stati aggiunti 80 mila euro di preventivi per attrezzature informatiche necessarie per l’allestimento dell’incubatore e qui è stata introdotta una cifra prudenziale, presa per eccesso. Per arrivare a queste ulteriori somme in bilancio, la segreteria di Stato per l’Industria ha fatto una serie di interventi di riduzione costi e investimenti. Abbiamo fatto la nostra parte, arrivando anche a cifre interessanti di tagli. La norma sui crediti agevolati ha permesso il recupero di cifre che sono state dedicate e consegnate al bilancio pubblico e che superano l’importato richiesto per il Pst. E’ un progetto importante per il Paese e di prospettiva, che è giunto a una fase progettuale concreta con i cluster tecnologici. Dal 15 novembre l’incubatore sarà operativo. Sento spesso sentire parole fuori luogo, ma è vero che progetto ha avuto diverse vicissitudini, l’idea iniziale aveva profilo e investimenti completamente diversi. La parte immobiliare era preponderante rispetto quella dell’innovazione d’impresa. La diatriba su dove posizionare il Pst era uno dei motivi per cui non si proseguiva con il progetto. Ma abbiamo stralciato interessi particolari di qualcuno, attirandoci anche antipatie che hanno minato e rallentato il percorso. Ma abbiamo scelto di fare Pst su terreni pubblici e la scelta la ribadisco. Non ci siamo affidati a una consulenza ma a un’associazione che raggruppa la maggior parte dei parchi tecnologici in Italia. Purtroppo i tempi sono stati figli di un travaglio difficile che oggi però ha preso la giusta direzione, ma è sempre uno di quei progetti spinto come motore per l’economia del Paese. Il progetto non si può e non si deve fermare, significherebbe perdere denaro e l’ultima occasione per realizzarlo. Non nascondo poi che c’è una forte spinta da parte delle imprese sammerinesi, di Rimini e di Pesaro a concretizzarlo. Non sarà un parco che vive di fondi pubblici, ma per l’impresa, che usufruirà dei servizi di uno Stato su cui già investiamo, tra questi, l’Università. Spesso e volentieri i progetti di sviluppo per Paese hanno bisogno di essere spiegati, così anche l’aeroporto di Rimini. La Repubblica di San Marino fa parte della società di gestione da tanto tempo con una quota del 6,85%. Collegato ad Aeradria è il destino dell’aeroporto, abbiamo proposto il rilancio della struttura nonostante la crisi debitoria della società. C’è stata una gestione non proprio in linea con i buoni principi contabili, ma San Marino ha deciso di aderire a un progetto di investimento con investitori che sono in parte creditori- per un debito di 50 mln di euro- solo in caso venga omologato il concordato di continuità. Se questo non succederà, San Marino non dovrà versare un euro. Insieme al territorio limitrofo abbiamo presentato un progetto e dimostrato serietà”.

 

Francesco Morganti, Psd: “L’assestamento del bilancio previsionale 2013 rappresenta un importante momento per riflettere sia sulle problematiche economiche dello Stato sia sulle nuove opportunità che stiamo costruendo. La situazione economica é sempre più complessa poiché le vicende del passato, a noi prossimo, ci impongono sforzi economici crescenti. L’anno fiscale 2012 segna la fine dell’avanzo accumulato negli anni passati chiudendo con un differenziale fra le entrate e le uscite accumulate di segno negativo. Mi vorrei soffermare sulla voce: “Entrate derivanti dall’accensione di mutui e prestiti” che ha creato più interesse. Una voce che ammonta a circa 120 mln di euro. Esplorando questo voce si evince che 85 mln di euro sono dovuti alla emissione obbligazionaria e circa 33 mln di euro sono dovuti all’accensione di mutuo a pareggio. Posto a premessa che è da anni che si parla di un prestito obbligazionario, quest’anno sembra che l’esigenza e l’opportunità d’investimento impongano e sollecitino questa scelta. Tuttavia al contrario di quello che alcuni pensano, questo non è un indebitamento statale, ma rappresenta un vero e proprio investimento per lo Stato. Rappresenta la categoria di investimenti basata su una ponderata valutazione rischio/rendimento che San Marino non intraprendeva da anni. Nonostante la situazione, fortunatamente passata, a tutt’oggi Cassa ha recuperato quasi un miliardo di Euro da Delta e ha firmato un piano per il recupero di circa un altro miliardo. Ricordiamoci che è una banca che presenta oggi un buon livello di liquidità, ma questa storia ci fa capire quanto l’investimento ex-ante in Delta abbia inciso sul patrimonio di Cassa e ne abbia prodotto una riduzione degli indici patrimoniali che devono essere rafforzati. Due concetti importantissimi: in primo luogo, Cassa è liquida e la maggior parte delle banche entrate in crisi nel mondo a partire dal 2008, sono fallite non per motivi patrimoniali, ma per motivi di liquidità. In secondo luogo, venendo all’investimento, quando Cassa ritornerà del miliardo da Delta, e tornerà ad essere a pieno regime, lo Stato riceverà l’opportuno rendimento. Concludo questo passaggio aggiungendo che questa tappa è fondamentale, non solo perché richiesta dal Fondo Monetario, ma perché Cassa ha comunque un legame indissolubile e biunivoco con lo Stato. Io credo che questo investimento presenti un trade off rischio/rendimento positivo per Cassa e per il paese. Volgendo lo sguardo al futuro, il prossimo passo consisterà nell’attuare i risultati dello “spending review team”. In un momento congiunturale segnato dall’alta volatilità dei mercati e dall’incertezza di molti settori industriali e tenuto conto della precarietà delle casse dello Stato, una delle poche soluzioni praticabili è stata quella della tassa patrimoniale. E’ stato uno strumento occasionale che ha patito la necessità di dovere essere approntato in tempi brevissimi, per fare fronte ad una emergenza estemporanea. Considerato l’enorme sforzo già richiesto ai cittadini, non si chiederà la seconda tranche dell’imposta patrimoniale. Per il futuro, l’obiettivo del pareggio di bilancio dovrà invece essere conseguito anche attraverso lo strumento della spending review. Non potranno più essere tollerati sprechi, di alcun tipo, in nessun settore, ma neppure investimenti improduttivi o con ritorni modesti. Gli investimenti andranno fatti, ed anzi, corroborati, ma avendo cura di impiegarli in maniera più performante, più efficace e più mirata allo sviluppo. I tagli andranno fatti con decisione, chiarezza e trasparenza, senza che questi vadano ad inficiare servizi essenziali o a diminuire in alcun modo lo stato sociale. Le categorie più deboli, proprio per effetto della crisi, vanno difese in maniera ancora più decisa. L’altro grande tema fondamentale che deve ritornare con forza al centro dell’agenda politica è lo sviluppo. Dopo anni senza crescita le politiche per la ripresa e per lo sviluppo non possono più attendere. L’approvazione della legge in materia di sviluppo ha rappresentato un passaggio necessario per la fase che stiamo affrontando. Dobbiamo attuare in fretta i principi e lo spirito di questa legge attraverso l’emanazione degli appositi decreti delegati”.

 

Marco Podeschi, Upr: “Non vorrei rovinare il clima idilliaco dell’Aula. C’è una manifestazione in piazza e se tutti le fanno, sindacati, cittadini, associazioni, liberi professionisti, qualche riflessione va fatta. Al li là delle difese d’ufficio della maggioranza, è facile vedere che ci sono pochi risultati concreti. Le chiacchiere stanno a zero ormai, mentre i cittadini capiscono bene l’aumento delle tasse. Un po’ mi indigna sentire che si è raggiunto un grande obiettivo togliendo la seconda tranche della patrimoniale, che potrebbe però essere reintrodotta. Upr era molta critica su questa tassa e infatti il decreto è stato emendato ed è stata posticipata la riscossione di 20 giorni. Sarebbe meglio guardare meglio le leggi ed evitare errori che si pagano cari. Sull’assestamento non ci sono state modifiche di rilievo tra prima e seconda lettura. Occorre dare atto che ci sono moderati risparmi e non c’è stato uno sforamento come per anni successo negli assestamenti. Però il Parco scientifico-tecnologico è più un ologramma e destano preoccupazione gli articoli 13 e 14 sull’emissione di titoli pubblici e il rafforzamento patrimoniale della Cassa. Non mi piace il ricorso al debito pubblico, quando si inizia la strada dell’indebitamento è difficile tornare indietro. Sulla Cassa mi sarebbero piaciuti più dettagli sull’operazione, abbiamo un emendamento perché avvenga per legge e non per decreto. Se uno Stato interviene in una banca solitamente pone vincoli al management, mi auguro il governo lo faccia. Ci apprestiamo a dare 85 milioni di euro. Spero che la maggioranza si interroghi anche sulle dimensioni degli istituti di credito. Finora non sono mai stati posti limiti alla crescita. L’esistenza dello Stato non può essere legata alle sorti di un banca. Ci sono articoli, come il 16 sulla canalizzazione dei pagamenti e il 19 sulla Pa, che poco c’entrano con un assestamento. Da noi arriva una serie di emendamenti, ma non vedo orizzonti positivi a breve termine. Noto che il segretario di Stato Felici ha ottenuto un lieve contenimento della spesa pubblica, per invertire però il processo ce ne vuole ancora molto. Manca un progetto per il Paese, da noi arrivano proposte e spero il governo abbia la capacità e la lucidità di tentare di fare qualcosa di concreto”.

 

Nicola Renzi, Ap: “Qualcuno dice che l’assestamento di bilancio è una mera presa d’atto. Dissento. Come non mai questo assestamento è stato difficile. La situazione in cui siamo è delicatissima e serve un lungo, duro e responsabile lavoro di ricucitura e di ricollocazione del Paese. Serve un cambiamento culturale. C’è un risultato credo apprezzato da tutti. La maggioranza si era dato un obiettivo di risparmio da 10 milioni di euro e nell’assestamento siamo a 11,5. Ma è già cominciata la nuova dietrologia e c’è pure il revival della patrimoniale. Inoltre l’assestamento non esaurisce la spending review, chi lo vuole fare credere lo fa in malafede. Certo è un cimento difficile per ogni governo, ma la maggioranza non si è arresa allo status quo. I tagli sono possibili e anche il segretario di Stato Morganti ha dato un input su questa linea. Ci sono stati risparmi importanti sul sistema bancario. Qualcuno dice che abbiamo raschiato il barile. Forse sì, ma per dare la dimostrazione di non lasciare niente di intentato. E’ un’attestazione di merito involontaria. Si identificano alcuni progetti, come quello per il Parco scientifico-tecnologico con delle persone, ma questo è antipolitico. Sulla Cassa in alcuni interventi la doppiezza è insopportabile. Si mettono in evidenza solo gli aspetti che potrebbero indebolire l’istituto. A fronte di interventi pubblici per sostenerlo in un periodo difficile. La maggioranza vuole agire in totale trasparenza. E’ giusto coinvolgere l’opposizione, ma serve chiarezza da parte di tutti. Secondo me è un’operazione importante di sistema, non si possono esprimere paure antitetiche tra loro. Così come per Bcsm. Il risultato raggiunto con assestamento è positivo: questo è l’inizio di un percorso difficile, ma con paura e terrore non si formulano proposte migliori di quelle fatte con responsabilità”.

 

Elena Tonnini, Rete: “In questo assestamento vediamo numerosi articoli di carattere differente, non riusciamo a trovare una traiettoria. L’appello dell’opposizione era stato forte e la risposta del governo è stata l’inserimento di un articolo che nulla centra, il nulla osta della vendita delle armi. L’impressione che si fa sempre più forte è che non ci sia comunicazione tra una segreteria e l’altra. Ogni segretario inserisce le proprie necessità in maniera scollata dal contesto. Come non essere d’accordo con le richieste emerse anche dagli interventi consiglieri di maggioranza, Macina e Valeria Ciavatta. Da sottolineare poi come in alcuni casi si agisca con il pugno di ferro, come per le associazioni di volontariato, i tagli del personale, bidelli in primis, poi ci toccherà ad infermieri, e per effettuarli si istituisce con decreto una nuova commissione per la gestione del personale Iss. I tagli non sono tutti uguali, dove vuole il governo trova escamotage. Si vanno a creare privilegi e concessioni, come con la legge sulle libere professioni per i medici. Tornando all’assestamento, ci lascia perplessi lo spostamento in bilancio delle voci stipendi e assegni per la Pa. Sul parco scientifico e tecnologico mi limito a dire che i soldi per questi progetti sono della gente e non delle segreterie di Stato. Arzilli parla delle vicissitudini del Pst, peccato che non si sa cosa era nel progetto originario e cos’è oggi. Per Aeradria è stato stanziato un mln di euro più un altro stanziamento di Asset Banca. Ma come mai il piano industriale lo conoscono in Italia e qua a San Marino no? Su Carisp colpisce la spregiudicatezza con cui si svolgono certe operazioni. Sappiamo che è rischiosa. Si chiedono sacrifici che non trovano corrispondenza nell’affrontare il problema della mala gestione e non coprono i buchi del passato. L’urgenza per il governo è salvare le banche, ma ancora non è stato fatto abbastanza, oggi si salvano perché va fatto, ma si rimanda al futuro per controlli e responsabilità. Ci stiamo indebitando non per finanziare infrastrutture, ma per salvare banche. Non possiamo permetterci di fare della finanza il motore dell’economia. Dovrebbe essere l’olio che fa girare il motore, dovrebbe fornire opportunità per imprenditori con buone idee, non un costo per i cittadini. Occorre un approccio alternativo, nove strategie che riconoscano ruolo della finanza come olio non come traino dell’economia”.

 

Alessandro Mancini, Ps: “Rispetto al tema dello sviluppo, è noto a tutti il lavoro fatto nei primi mesi di legislatura con il tavolo delle associazioni di categoria e i sindacati. E’ un tavolo che abbiamo condiviso tutti per arrivare a varare una legge prima dell’estate, ridimensionata e che non ci ha soddisfatto. E mi spiace dire avevamo ragione, ma purtroppo, per logiche strettamente politiche, non è ancora arrivata quella benzina per mettere in moto quel motore. Che è importantissimo perché, se non lo si accende, si ferma tutto. I dati sul lavoro sono allarmanti, sulle aziende che chiudono, è una vera emergenza, ma non arrivano risposte per rimettere in moto quel motore. Sul tema della revisione spesa: è un ottimo lavoro quello della spending review, per la prima volta una relazione ha messo nero su bianco dove si poteva intervenire. C’è stato un dibattito e un odg del Consiglio, delibere del congresso, ma il lavoro fatto in questi mesi è troppo poco, ancora è troppo poca la riduzione spesa. E’ opportuno parlare dei rapporti con l’Italia. C’è stata la ratifica da parte del Parlamento italiano dell’accordo, ma ancora non si è visto il decreto per uscire dalla black list. E’ ora di iniziare a chiedersi cosa c’è che non sta funzionando. Dal punto di vista politico le cose vanno meglio, resta un dubbio personale, che voglio condividere, non vorrei che da parte dell’amministrazione italiana ci sia qualche preoccupazione di affidabilità. E’ arrivato il momento che la nostra politica si rifaccia sentire, torni a Roma e sbatta un po’ i pugni sul tavolo. Cassa di rispamio: giusto entrare nel capitale sociale con più risorse, il governo ha preso direzione diversa dalla nazionalizzazione, comunque la scelta di indirizzare nel Cda un membro dell’opposizione è positiva. E’ opportuno che, vista la delicatezza dell’argomento e del piano di sviluppo della Cassa di risparmio, si possano fissare in calendario incontri con l’ufficio di presidenza e dei capigruppo, sarebbe importante per dare forza al Cda che dovremo nominare”.

 

Franco Santi, C10: “C’è disagio ad approfondire tematiche senza avere i giusti elementi. Manca il quadro delle dinamiche che stanno dietro alle decisioni. Serve più coraggio, come dice il consigliere Macina, servono interventi strutturali sulla spesa. Gestire il personale per ottenere un contenimento della spesa significa dare ai dirigenti la possibilità di farlo veramente. Ma la parte politica non vuole questo passaggio. Non ha ancor infatti proceduto alla nomina del direttore della Funzione pubblica, né dato forza ai provvedimenti già in essere. Occorre ragionare con dati più esaustivi anche sulla Cassa”.

 

Roberto Ciavatta, Rete: “Alcune situazioni, come i 700 mila euro in meno a Bcsm, non sono chiare. Gli stipendi per il personale di Affari giustizia passano da 525 mila euro a oltre un milione, per il Territorio da oltre 400 a oltre 900. Perché? Per la prevenzione dell’ambiente e la logistica ci sono tagli completi del fondo. Perché? La partita di giro da 14,5 mln sulle Poste cosa significa? E altri interventi ancora. Poi gli stanziamenti per Parco scientifico-tecnologico e Aeradria: sul secondo stendo un velo pietoso. Sul primo c’è un aumento di 100 mila euro dello stanziamento. In Italia la media dei dipendenti nei parchi oscilla tra 20 e 30 dipendenti e le strutture sono Stato-dipendenti. Noi che vogliamo fare? Prendiamo per i fondelli i concittadini. Rasentiamo il ridicolo. Abbiamo una serie di emendamenti. Condividiamo buona parte di quelli di Intesa per il Paese. All’articolo 6 sulle giunte ricordo la legge per una maggiore autonomia da poco approvata. Ora togliamo 15 mila euro, un segnale contradditorio. E’ inspiegabile la partecipazione da solo un milione in Cassa. Speriamo sia tutto ponderato. Occorre valutare con attenzione le politiche future del sistema bancario. E’ inaccettabile l’intervento sulla canalizzazione dei pagamenti. Le disdette dei contratti di locazione: per noi è un errore togliere a chi allo Stato versa la possibilità di godere di un affitto per un locale pubblico. Se non rinnoviamo alcuni contratti con privati possiamo creare problemi alle persone. Ed è inutile fare cassa se il gettito diminuisce. Viene tolto anche l’impegno stabilito dal governo per accorpare unità operative. All’emendamento sulla caccia siamo favorevoli, non a quello sulle associazioni. Alcuni margini per verificare la nostra disponibilità a sostenere alcuni emendamenti c’è, chiediamo altrettanto”.

 

Mario Lazzaro Venturini, Ap: “E’ difficile essere soddisfatti di un provvedimento che prevede tagli. E qualcuno ne esce sempre colpito. La maggioranza non si lascia andare alla soddisfazione, ma prende atto che una prima piccola parte del percorso ipotizzato con il documento di spending review è stato iniziato. Concordo con Macina che ha sostenuto che siamo agli inizi e che tutto il grosso del lavoro deve essere compiuto. Attenderemo il governo alla prova del bilancio e vedremo come è stato fedele agli impegni presi la scorsa estate. La maggioranza si è espressa coralmente e ha avvertito la necessità di elaborare un piano di interventi sugli sprechi. Eravamo consapevoli, non ci volevano maghi dell’economia, che i primi interventi sul bilancio 2013 non potevano essere chissà cosa. Si è intervenuti su un bilancio che si stava già consumando e gli interventi potevano essere immediati, non strutturati. Il passaggio decisivo si avrà con la legge di bilancio 2014, adesso occorre mettersi a lavorare per immaginare gli ambiti di intervento. L’opposizione ha accostato questo primo provvedimento sui tagli a quello che il governo ha combinato dall’inizio legislatura, lamentando la non concretezza sugli interventi per lo sviluppo. Alcuni interventi sono condivisibili, credo che lo sviluppo, che ha bisogno di essere finanziato, diventi velleitario, con i tagli alla spesa pubblica è difficile trovare risorse per investimenti. Bisognerebbe trovare una qualche linea di credito per lo sviluppo, non per coprire la spesa corrente. C’è chi ritiene però che con l’indebitamento si vada verso default, ci sono differenti vedute e ancora una decisione ultima non è stata presa. Ma sono convinto che, se vogliamo far ripartire l’economia, occorrerebbero risorse che non abbiamo. E quando non ci sono, occorrerebbe ricorrere a prestiti. Non bastano i tagli, siamo d’accordo, c’è chi ha tirato in ballo settori vitali, sono stati citati esteri e industria. C’è ancora da chiarire sull’uscita dalla black list, è comprensibile che l’opposizione chieda un dibattito per esaminare lo stato dell’arte dei rapporti con l’Italia. Quindi i riferimenti chiesti sul Pst e aeroporto: sono sollecitazioni che vanno accolte. Sulla Pa, quando si parla di tagli alle indennità, non si può generalizzare sul settore pubblico allargato, c’è indennità e indennità. Poi quando si parla di privilegi per una sola categoria, bisognerebbe tenere presente che è un discorso che vale per tutti i pubblici dipendenti. Mi piacerebbe che consiglieri particolarmente presenti a denunciare privilegi di una certa categoria avessero avuto il buon gusto di guardare a casa propria, perché sono dipendenti di altri settori della Pa anche se non dell’Iss. Una cosa dovrebbe far riflettere i detrattori, il nostro Paese è in poche cose è autosufficiente, non lo è in ambito sanitario, non abbiamo tutte le figure che ci servono. E non troveremo mai figure di spessore che vengano a lavorare nella nostra sanità a tempo pieno, se non gli dessimo anche la possibilità di fare la libera professione. Non solo perché altrove la fanno, ma perché nessun medico di spessore verrebbe a seppellirsi nel nostro Paese. Questo discorso non l’ho mai sentito fare dall’opposizione, se vogliamo una struttura di buone prestazioni, certe scelte le dobbiamo fare. Altrimenti saremo condannati a ridimensionare un settore con relativa perdita posti di lavoro e andremo verso la mediocrità delle prestazioni. L’opposizione ha fatto però delle critiche anche condivisibili: perché non sono state presentate nell’assestamento ipotesi di accorpamenti degli uffici della Pa. Se ancora non siamo arrivati a realizzare tutto ciò che è previsto nella riforma della Pa, significa che ci sono resistenze forti. Fare accorpamenti significa eliminare certe dirigenze. In questo provvedimento è previsto anche un passaggio sulla Cassa di risparmio: si è profetizzato tutta una serie di sventure, maggioranza e governo sono stati accusati di voler mettere mano sull’istituto per coprire la spesa pubblica. Questo intervento dà una mano, ma non mette al riparo la Cassa dagli squali. Anche nella maggioranza ci sono persone che hanno a cuore il destino del Paese e l’istituto, i pericoli che gruppi di interesse o affaristi mettano mano sulla Crrsm saranno tenuti in considerazione e debitamente combattuti”.

 

Luca Lazzari, Su: “Un appello al governo, anche io come molti altri ritengo che qualsiasi via di fuga dalla crisi passi per un nuovo rapporto con l’Italia e mi associo con chi ha chiesto di avere un riferimento a riguardo da parte del segretario Valentini. L’assestamento di bilancio è un esercizio contabile, non c’è traccia di progetti di sviluppo. E’ un esercizio mal riuscito, il disavanzo aumenta di due mln e mezzo di euro, nonostante la spending review. L’emergenza rifiuti costerà 500 mila euro all’Aass su base annua, di chi è la responsabilità? C’è un accordo tra San Marino ed Emilia Romagna con impegni che il nostro Paese ha disatteso, eppure nessuno ha messo in discussione il ruolo del direttore dell’Aass, Emanuele Valli. Nella relazione sull’occupazione 2012 si è letto la Pa è diminuita di 50 unità negli ultimi due anni, in pratica, le assunzioni per qualcuno continuano. L’unica spending review che si conosce è il castigo delle classi più deboli e lo smantellamento dello stato sociale, iniziato con la privatizzazione di Fondiss e della professione medica, così avverrà per il servizio sanitario. Il grosso dell’assestamento lo fa il rafforzamento patrimoniale sulla Cassa. Propongo come alternativa l’azionariato popolare, sarebbe a costo zero ed eviterebbe l’impegno delle finanze pubbliche. Senza conoscere poi la reale condizione dello stato dell’istituto, si vota sulla fiducia dell’intervento dello Stato di 105 mln di euro. Nella nomina del Cda, governo e maggioranza avranno 5/9 dei posti disponibili, la maggioranza, continua così l’opera di personificazione dello Stato con il governo. La percezione che si ha é che il governo intenda usare la banca per accrescere esponenzialmente la politica del debito pubblico, che finirà per portare al tracollo Stato e Cassa”.

 

Gerardo Giovagnoli, Psd: “L’impegno sul risparmio della spesa è stato confermato attraverso provvedimenti quali la diminuzione dei trasferimenti a Bcsm, un milione su 3,8, e la diminuzione del monte stipendi nella Pa di 500 mila euro. La battaglia è più lunga e articolata, ma queste decisioni vanno nella direzione giusta. Certo serve maggiore coraggio e la maggioranza può metterlo in campo. Intanto per il prossimo anno non serve la patrimoniale. Ci sarà maggiore soddisfazione quando, con i decreti alla legge di sviluppo, ci saranno più introiti e lavoro. Questo interessa al Psd: accelerare. Sulla black list è solo una questione di tempo, che dipende anche dalle difficoltà interne italiane. Sono stati fatti diversi richiami nel dibattito. Sulla Cassa di risparmio trovo curioso che l’opposizione lo prenda come esempio della volontà della maggioranza di controllare l’istituto per usarne la liquidità per coprire debiti o alimentare la spesa pubblica. Un’interpretazione anche comica, sicuramente paradossale. Il provvedimento dà un sostegno alla più grande banca del Paese. Ci sono riforme strutturali da fare, fisco e sanità su tutte. Pur essendo rilevante la spesa sanitaria, non basta a garantire risparmi travolgenti dato che si incide sullo stato sociale. Occorre agire veramente sugli sprechi e non sui servizi. L’azione del governo deve essere più incisiva e veloce sulle decisioni già concordate dalla maggioranza, a partire dalla revisione della spesa”.

 

Luigi Mazza, Pdcs: “Il dibattito ha un’impostazione meno urlata e un po’ più concreta del solito. A chi dice che il governo è fermo e incapace, rispondo che in poco più di 12 mesi ha affrontato tutte le tematiche che andavano affrontate da decenni. Quando sento che non si è fatto nulla in un anno e ricordo i vari dibattiti sullo sviluppo, l’aeroporto, il Parco scientifico-tecnologico, la spending review, dico dov’è la mancanza di concretezza? In pochi mesi si sono realizzati risparmi tali da evitare la seconda rata della patrimoniale. E la stessa maggioranza dice che non è sufficiente. Servono risparmi strutturali per 20 milioni nel bilancio 2014. Il sistema bancario ha dato centinaia di milioni di euro in gettito che non ci sono più. Questi sono i problemi del bilancio. La spending review non è una questione di dove tagliare, ma di valorizzare la spesa senza ledere i servizi. C’è poi l’impegno sull’imposta al consumo che dobbiamo concretizzare. Ma introdurre l’Iva sic e simpliciter non è possibile, altrimenti paga il consumatore finale. Per questo è in corso una valutazione complessa. C’è chi ha parlato di assestamento di emergenza o di tagli estemporanei. Non c’è, è vero, programmazione, ma è normale essendo a metà anno. Sono stati fatti interventi importanti, anche nella Pa, per esempio con risparmi sulle sostituzioni. Anche nel mondo della scuola. Troviamo forme per estendere gli ammortizzatori, ma non pensiamo che fare risparmio nella Pa sia facile e popolare. Il dirigente dell’Azienda dei sevizi ha fatto un bel lavoro negli ultimi sei anni c’è stata crescita di utili ed enormi passi in avanti. I dirigenti si devono confrontare con i risultati raggiunti. Non sottraiamoci alle nostre responsabilità, dobbiamo metterci la faccia su riforme e tagli. E questo assestamento pone le prime basi del percorso. Siamo pronti a confrontarci sugli emendamenti. Sarebbe un enorme errore dividere nelle banche tra risparmi interni ed esterni. Sulla Cassa nel 2009 c’era poco da ridere, non sapevamo l’entità delle difficoltà. Oggi l’accompagniamo nella sua fase finale di uscita dai problemi, vogliamo che cammini con le proprie gambe. Lo Stato è tutelato nell’investimento. Una banca vale più del suo patrimonio di vigilanza. Non si può non accompagnare questo percorso con le nomine nella governance, che devono privilegiare i profili di ruolo, e ci devono essere tutti i momenti di informazione necessari. Se non si salva il sistema bancario tutto il resto è inutile”.

 

Repliche:


Claudio Felici, segretario di Stato per le Finanze: “Rispetto la fase che attraversa il Paese, resta la tentazione di usare questo momento come una palestra di schermaglie corpo a corpo, è un terreno facile. Questo mi provoca fatica, ho sentito interventi leggeri anche irrisori, inadeguati al passaggio che sta attraversando il Paese. Alla classe dirigente spetta il compito di fargli passare il guado e riscrivere una pagina nuova. Sono deluso da momenti di irresponsabilità che non fanno onore al Paese che ha necessità di avere una classe politica lungimirante. Ci sono due passaggi che sono il cuore del provvedimento, l’assestamento di bilancio non è mai un progetto strutturato, chi ha sostenuto il contrario ha recitato il solito ritornello. E’ un riequilibrio di alcuni parametri di bilancio che ad un certo punto si rende necessario. Sui singoli articoli ritornerò, ma ci sono questioni su cui chi è per la prima volta in Aula e ha bisogno di marcare il territorio dovrebbe avere onestà intellettuale. Chi sosteneva che il comitato della spending non avrebbe portato risultato e non avrebbe ripagato neanche la copertura del gettone, oggi con la prova provata che in 6 mesi abbiamo ridotto la spesa di 10 mln di euro, dovrebbe ammettere ‘ci siamo sbagliati’. Certamente il rapporto bilaterale ha le sue problematiche a va sondato, bisogna chiarire tutta una serie di aspetti per sbloccare la situazione e descrivere una nuova realtà. Intanto lo dico anche al consigliere Venturini, che stimola a suo modo il governo, credo che il Consiglio dovrà approvare questo provvedimento, e non solo prenderne atto, perché porta avanti impegni presi. E ci siamo impegnati che già nell’esercizio in corso potevamo evitare il secondo passaggio della patrimoniale, siamo stati irrisi, ma vi posso confermare che anche nel 2014 la Patrimoniale non ci sarà. Qualsiasi altra illusione si voglia alimentare qua dentro siamo fuori strada. Sulla riforma catasto, al consigliere Andreoli dico che quello sarà un altro discorso e lo valuteremo, ma non c’entra niente con l’imposta straordinaria sugli immobili che è conclusa. Il Fondo monetario in questi giorni non ha detto niente di nuovo, la patrimoniale permanente è stata dichiarata nell’aprile scorso, ci è stata chiesta al Meeting annuale a Washington ma noi gli abbiamo detto no. Abbiamo invece risposto sì alla ricapitalizzazione di Crrsm. Anche qui ho sentito interventi irresponsabili, l’Fmi ha espresso l’idea che la Cassa oggi rappresenti un elemento della sovranità del Paese e la sua erosione è anche erosione della sovranità nazionale. Non possiamo consentire che interventi di gruppi interessati possano eroderla. E’ un’operazione condotta in modo trasparente e corretta. A chi ha chiesto dei sottoscrittori di titoli rispondo che saranno i soggetti iscritti alla lista dell’articolo 14, che hanno a disposizione la liquidità necessaria, quindi soggetti vigilati, inclusa Cassa di risparmio che ha liquidità e facoltà di sottoscrivere titoli e consentire la ricapitalizzazione. L’unico soggetto che può intermediare questa operazione è lo Stato sovrano. Su questo c’è una novità: quando si parla del Ppr, abbiamo detto in prima lettura che, per consentire l’investimento dello Stato in Cassa, doveva avvenire attraverso due elementi connessi, l’assegnazione della governance che consentisse il controllo dell’Eccellentissima Camera per onorare l’impegno del prestito. Altra cosa è l’accordo con la Fondazione San Marino rispetto l’intero percorso di recupero del debito. Abbiamo ritenuto non fosse sufficiente l’approvazione del Ppr, ma ancheun concreto contributo della nuova governance, che dovrà partecipare alla verifica ed all’eventuale rielaborazione di quel piano. In modo che quando la Cassa approverà quel Ppr sia della nuova governance. Sulla possibilità di riferimenti periodici do la mia disponibilità in una configurazione che consenta la riservatezza adeguata alla materia. Chiedo responsabilità al Consiglio e di approvare l’assestamento per mettere in cassa il risultato di risparmio della spesa, il supporto di Crrsm e passare all’approvazione di una riforma dell’Igr che ci consenta di riscrivere nel prossimo bilancio numeri e saldi nuovi. Perché il 2014 è l’anno per cui la maggioranza si è impegnata al pareggio di bilancio. Ci vorrà un impegno straordinario per la spesa. Nel 2013 è stato di 0 mln, come minimo nel 2014 siano a 20 mln di euro e probabilmente saranno anche di più. Non credo il Paese si possa permettere di scherzare, gli serve una classe dirigente responsabile per affrontare le scelte in un contesto inedito”.

 

Roberto Ciavatta, Rete: “Ribadiamo la posizione sulla spending review, noi ci siamo opposti e sosteniamo ancora che non ci fosse necessità di una commissione pagata per dire al governo dove intervenire su dove ridurre la spesa. Chiederei al segretario di Stato quando fa considerazioni sui consiglieri di minoranza su quello che dicono, di andare a circostanziare un po’ di più di quello che parla.”

 

Federico Pedini Amati, Ps: “Ogni volta che Mazza parla per ultimo, bisogna intervenire perché mi pare che lui non ne azzecchi una da sette anni. Oggi ho sollevato il problema che la patrimoniale era stata spalmata su due anni, non era una tantum. E’ lei consigliere che continua non capire, lei è il deus ex machina di una maggioranza che va avanti da sei anni. Il problema suo è che ha un ego incredibile rispetto le sue capacità, pensando che quello che fa sia una produzione legislativa o politica produttiva per il Paese. Forse solo lei non ha capito che il Paese tutto sta fallendo, le aziende chiudono, aumentano i disoccupati, se lo faccia spiegare dalla gente. Quando in 5 mila erano qui a protestare lei ha evitato di dare spiegazioni. Fino ad oggi avete solo aumentato le tasse. Al segretario Felici sul richiamo alla responsabilità necessaria per salvare Cassa di Risparmio rispondo che non ho sentito mai un consigliere dire il contrario. Sosteniamo invece che si sono usati due pesi e due misure nel salvataggio o meno di istituti bancari sammarinesi in questi anni”.

 

Antonella Mularoni, Ap: “Quello che questa maggioranza e governo stanno facendo è qualcosa di storico, si può dire che si può fare meglio, ma la promessa era di reperire 10 milioni e lo abbiamo fatto, come reperiremo 20 mln di euro il prossimo anno. E’ stato fatto un grosso sforzo e non è facile in nessun Paese fare dei tagli. E’ vero che ci sono altri impegni da portare avanti e lo faremo. Sulla patrimoniale: il merito grande ce l’ha la maggioranza che ha chiarito al governo che una seconda tranche non sarebbe stata votata. Non si fa la seconda tranche perché l’ha detto la minoranza. Ci si è impegnati a reperire risorse in modo diverso o con i tagli e non è mai facile comunque perché si va sempre a toccare qualcuno e ci sono costi sociali inevitabili. In questo senso, l’esercizio che governo e maggioranza affronteranno responsabilmente dovrà tenere conto dell’effetto della riduzione della spesa. La riforma Igr va fatta, chi può in questo Paese deve contribuire di più di quanto ha fatto finora. Concordo sul fatto che ci sono percorsi che dobbiamo approfondire, come lo studio sull’Iva, che va fatto. Non credo la strada sia quella dell’inasprimento fiscale, lo sforzo che tutti noi dobbiamo fare è di eliminare gli sprechi, ridurre spese ingiustificate ma cercare, attraverso una riforma fiscale equa, che i servizi che diamo siano di livello e che sulla scuola e sulla sanità lo Stato continui ad investire tanto. Mi sento di recepire gli inviti fatti dai consiglieri sull’uscita dalla black list. Anche io chiedo al governo uno sforzo perché l’Italia ci dica cosa manca a San Marino. E’ essenziale per tutti noi sapere se l’intenzione italiana e di farci uscire nel gennaio 2014 o se ci sono cose ancora da verificare, perché dal prossimo anno saremo in in regime di scambio di informazioni fiscali. Altra cosa, anche io voglio sapere a cosa sono serviti i 250 mila euro deòòa convenzione Rothschild, non sono due soldi, avrei piacere di la leggere relazione per sapere cosa ci ha fatto”.

 

Luigi Mazza, Pdcs: “Non sono solito replicare, intendo non rispondere sul piano politico, in quest’Aula dal 2008 non è stato facile governare il Paese. Nell’intervento del consigliere Pedini Amati non solo è stata fatta offesa alla mia persona ma anche al mio gruppo, sono consiglieri che stanno affrontando una difficile legislatura e sanno benissimo che stanno prendendo delle responsabilità non facili. Lei ha fatto richiami personali diffamatori. Nei miei confronti ha indicato fatti, attendo di vedere la registrazione e attendo di vederla in tribunale per ogni altro commento”.

 

Giovanni Lonfernini, Upr: “Incentrerò la mia replica su una richiesta, non possono passare inosservati 4 interventi di esponenti della maggioranza che hanno fatto valutazioni su un tema che, in apertura del mio intervento, ho considerato prioritario, ovvero il rapporto con l’Italia. Ho sentito stamane il capogruppo del Psd affermare che occorre lavorare sullo sviluppo a prescindere dalla black list, poi Mario Venturini di Ap ha considerato legittima la richiesta di un dibattito sulla politica estera e lo stesso Felici ci dice che il rapporto bilaterale presenta criticità e in ultima Mularoni ha sollecitato governo a mettere a conoscenza delle difficoltà sull’uscita dalla black list. Ora mi aspetto, e questa è una richiesta come forza di opposizione, che vi sia nel più breve tempo possibile un dibattito con un aggiornamento sulla situazione con l’Italia. Perché non vogliamo ripetere gli errori passati, ma trovare momenti di unione e non di divisione. Mi aspetto un impegno solenne del governo, di mettersi subito all’opera per concordare un dibattito che vada in quest’ottica”.

 

Andrea Zafferani, C10: “Nessuno contesta le motivazioni dell’intervento su Carisp, ci mancherebbe. Prese per buone le indicazioni dell’autorità di vigilanza e la necessità di patrimonio, non c’è oggi alternativa all’intervento dello Stato. Ho detto che le modalità dell’intervento e la mancanza di una remunerazione dell’investimento dello Stato mi fanno pensare che uno dei più significativi corollari interessi dell’intervento, la sua remunerazione politica, sia quella di ottenere il controllo della liquidità della Cassa per poter finanziarie così il debito pubblico. Se è comico, felicissimo di sbagliarmi, presenteremo un emendamento per evitare che la liquidità venga utilizzata per finanziare il debito pubblico, se è così, approvatelo e rassicurate tutti. Diversamente le chiacchiere stanno a zero. Sulla spending review, questa mattina ho citato la delibera di agosto del governo in cui si prendevano degli impegni che ad oggi non sono rispettati. Siamo fiduciosi che entro la fine dell’anno arriverà tutto quello che era previsto per le date non rispettate, ma ad oggi il governo non fa”.

 

Pasquale Valentini, segretario di Stato per gli Affari esteri: “Risponderò non in termini personali. Sull’assestamento Crrsm, il Fondo monetario ci ha indicato questo problema come problema di Stato. Ci ha fatto vedere in maniera scientifica con cifre alla mano e attraverso gli scenari possibili di un default della Cassa per farci capire che intervento dello Stato era indispensabile, in quanto istituto-ossatura del sistema Paese. Dire che abbiamo altri scopi offende la considerazione del nostro Stato degli organismi internazionali. Legata a vicenda Cassa c’è, in parte, la vicenda Rothschild, anche qui abbiamo memoria corta. Con la Finanziaria del 2011 abbiamo per la prima volta parlato di finanziamenti necessari. O aspettiamo che lo sviluppo venga fuori risolti tutti gli altri problemi o, se vogliamo sia contemporaneo, bisogna trovare finanziamenti. Chiedemmo a Rothschild di fare una ricognizione sulle possibilità per San Marino di trovare finanziamenti, credo che oggi ci possa dire quali siano, il punto è se vogliamo averli ancora e se ci interessano ancora. Ultima cosa: il problema dell’uscita di San Mario da black list, credo che sia difficile sostenere che non interessi l’azione del governo e della segreteria Affari esteri. Stiamo con insistenza, ed è dire poco, a chiedere di avere questa risposta perché riteniamo oggi non ci siano più ragioni per ritardare l’uscita. San Marino ha assolutamente bisogno di questo risultato. Ritengo non ci siano ragioni ostative, però negherei un’evidenza se non sentissi l’urgenza di avere una risposta in modo chiaro e repentino. Il Paese ha diritto di avere una risposta e sarà mia cura portare in Consiglio e al governo le ragioni del perché dei ritardi”.

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