Home categoriePolitica San Marino, in aula il Fondiss e la relazione sull’occupazione 2012

San Marino, in aula il Fondiss e la relazione sull’occupazione 2012

da Redazione

I lavori del Consiglio grande e generale ieri pomeriggio sono partiti con il dibattito sul sistema previdenziale complementare (Fondiss) e sono proseguiti con la disamina della relazione sullo stato dell’occupazione.

 

SAN MARINO – I lavori del Consiglio grande e generale ieri pomeriggio hanno visto le repliche e il dibattito al comma 15, la ratifica del decreto legge 20/08/13 n.118 – Modifiche ed integrazioni alla Legge 6 dicembre 2011 n. 191 “Riforma previdenziale: Istituzione del sistema complementare” e l’approvazione del Regolamento di Fondiss (articolo 22 della Legge 6 dicembre 2011 n.191). Si è passati quindi all’esame dell’articolato del decreto. Entrambi vengono accolti dall’Aula: il decreto legge viene approvato con 28 voti a favore e 22 contrari, mentre il regolamento di Fondiss ottiene 28 voti a favore, 21 contrari e 2 astenuti.

Si è aperto poi il comma n.17 con la relazione dell’occupazione per il 2012 e l’intervento del segretario di Stato per il Lavoro, Iro Belluzzi che ha dato il via al dibattito consiliare. Cinquanta gli iscritti a intervenire.

Di seguito un riassunto dei lavori.

 

 

Comma 15. -Decreto legge 20/08/13 n.118 – Modifiche ed integrazioni alla Legge 6 dicembre 2011 n. 191 “Riforma previdenziale: Istituzione del sistema complementare”, ratificato con 28 sì e 22 voti contrari. – Regolamento di Fondiss, approvato con 28 voti a favore e 21 contrari e 2 astenuti.

 

Repliche:

Francesco Mussoni, Segretario di Stato per la Sanità: “Mi sento solo di raccomandare una discussione serena. Vorrei poi sottolineare che il Consiglio Grande e Generale nomina il comitato amministratore e dunque anche le modifiche normative sono frutto di una condivisione in questo ambito. Ho apprezzato gli interventi di alcuni consiglieri di maggioranza che hanno illustrato i motivi che hanno indotto il governo a presentare questa legge. Sono stupito invece dalle dichiarazioni di altri consiglieri, cui evito di replicare. E’ molto chiara la competenza di Banca Centrale come banca depositaria nel testo della norma”.

Andrea Zafferani, C10: “Nella Legge originaria su Fondiss non era previsto un ruolo di questo genere con Banca Centrale, per via del doppio ruolo vigilante-gestore. La gestione diretta restava pienamente in carica al Comitato amministratore mentre la Banca Centrale aveva semplice ruolo di consulenza per collaborare con il Comitato che non aveva competenze necessarie. Ora, voglio sapere chi adesso si occupa della gestione diretta delle risorse? Io chiedo al Governo almeno di comprendere come fare una gestione diretta delle risorse e come abbattere i costi. Spiegatamelo perché non vedo alternative alla gestione convenzionata”.

Luca Beccari, Pdcs: “In base alla normativa la banca depositaria custodisce titoli e svolge funzione di garanzia. Quello che emerge dalle parole di Zafferani è invece che l’attività di consulenza appaia controversa. Se ammettiamo, come dice Zafferani, che il comitato amministratore non ha le competenze e si affida alla banca depositaria per l’attività di consulenza il soggetto gestore, per la proprietà transitiva, diventa la banca depositaria. Ed è qui che, secondo l’interpretazione di Zafferani, si confondono i ruoli. Il ruolo centrale invece è svolto dal Comitato amministratore”.

Antonella Mularoni, Ap: “Se la posizione emersa inizialmente del segretario, ovvero quella di far approvare il regolamento così com’era, non è andata avanti, vuole dire che durante la discussione in Aula si sono prese in esame delle ipotesi. Il segretario aveva fatto più volte presente l’urgenza dell’adozione del regolamento e in quel caso il governo, se ritiene ci siano motivi di urgenza, può procedere per decreto. Questi soldi, che sono dei lavoratori devono ricevere la miglior destinazione possibile e quella attuale non mi sembra tale”.

Roberto Ciavatta, Rete: “L’iter è sbagliato, andiamo a cambiare una legge per decreto. Cosa facciamo le leggi a fare? Si poteva piuttosto prima nominare il comitato poi fare la legge e non viceversa. Si sarebbe dovuto dire che il regolamento non era in linea e si poteva modificare una legge con un’altra legge, non certo per decreto. Trattandosi di fondi pensione obbligatori, prima del miglior rendimento, bisogna considerare la sicurezza del fondo. Non si spiega poi la necessità di andare a cercare società di gestione estere quando a San Marino mi risulta ce ne siano una ventina”.

Matteo Zeppa, Rete: “A quanto ammonta il fondo Fondiss?”

Francesco Mussoni, segretario di Stato per la Sanità:E’ fondamentale partire con Fondiss. Ho ricevuto questa mattina la risposta formale per il consigliere Zeppa comunico che il fondo al momento, compreso versamenti contributivi, ammonta 6 mln 592 mila euro. Ci sono 1 mln 200 mila euro investiti, in quanto 600 mila euro in certificati di deposito sammarinesi e altrettanti in pronti contro termine in Cassa di Risparmio.

Senza entrata in vigore del regolamento non partono le opportune iniziative previste a tutela degli iscritti a Fondiss, è un provvedimento che chiude una vicenda partita nel 2011, molto complessa e tecnica, di cui ho rassicurazione dei tecnici di Fondiss e della maggioranza, che confermano insieme alle parti sociali e a Bcsm la necessaria partenza di gestione del Fondo e la sua correttezza giuridica”.

Comma 17 a) Relazioni sullo stato dell’occupazione relative agli anni 2011 e 2012; b) Riferimento del Governo in seguito all’approvazione dell’Ordine del Giorno – presentato dai Gruppi Consiliari del Partito Socialista e dell’Unione per la Repubblica – affinché il Congresso di Stato sia impegnato a riferire – entro maggio 2013 – in merito alle linee in base a cui addivenire ad un confronto circa le priorità delle politiche in materia di lavoro ed occupazione; c) Progetto di legge “Modifica del sistema di erogazione degli incentivi per l’occupazione e la formazione e delle tipologie contrattuali a contenuto formativo” (presentato dalla Segreteria di Stato per il Lavoro per il Congresso di Stato) (I^ lettura); d) Progetto di legge “Politiche fiscali e contributive a sostegno dell’occupazione di lavoratori iscritti alle liste di avviamento” (presentato da C10) (I^ lettura)

            Iro Belluzzi, segretario di Stato per il Lavoro: “Tratterò solo alcuni argomenti specifici della relazione sullo Stato generale dell’occupazione 2012, che vi invito a leggere per intero, quelli che riguardano i prossimi interventi normativi della segreteria. Inizio mettendo in luce alcuni elementi essenziali per comprendere il mondo economico e del lavoro. Le attività economiche: dal 2008 ad oggi sono diminuite per 1.157 unità, soprattutto nel settore servizi e con forma societaria. A fine 2012, risulta che 2.979 imprese si trovano a lavorare con dipendenti, di cui 1.289 sono società che operano prevalentemente nel settore servizi e nel commercio. L’amministrazione deve intensificare i controlli o effettuare controlli più mirati per stabilire se queste imprese sono effettivamente operanti o se i dipendenti ci siano, ma irregolari. Un gruppo di lavoro predisporrà a breve una riforma degli organi ispettivi e il loro accorpamento.

La riduzione del numero di aziende dipende in larga parte dalla crisi economica, che a San Marino dipende in parte dal riposizionamento economico del Paese. E’ necessario dare via a un nuovo sviluppo economico. Ha giocato un ruolo importante nella crisi anche l’inserimento nella black list italiana, ci si augura e sono convinto che tale gioco in tempi brevi possa essere risolto.

Si aspetta poi il decreto attuativo alla legge di sviluppo per attrarre investimenti che portino in territorio occupazione e riflessi positivi.

            Dal 2008 ad oggi sono stati persi 1.353 posti di lavoro nel privato, con 1264 frontalieri in meno di cui 1.069 nel settore industrie manifatturiere che conta il 35% del totale dei lavoratori del privato, mentre il settore commercio e alberghi e ristoranti hanno visto un incremento di 239 posti di lavoro, rappresentando il 22,5% del totale. Il numero dei frontalieri è diminuito nello stesso tempo di 1.264 unità, mentre il settore servizi, che dal 2008 ha perso 150 posti di lavoro, rappresenta oggi il 15,2% del totale.  

Il tasso di occupazione interna è passato dal 71,9% del 2008 al 69,13% del 2013, a marzo 2013 si è perso un altro punto percentuale. Il tasso di partecipazione interna passa dal 72,475 del 2008 al 73% nel 2012, evidenziando come nel nostro Paese non si assiste al fenomeno degli scoraggiati. Anzi, vi è un aumento della richiesta di servizi e una più accentuata ricerca attiva di un posto di lavoro.

            Anche le offerte di lavoro sono in forte flessione, 1300 in meno dal 2008 al 2012, ad oggi gli unici settori che aumentano i posti di lavoro, rispetto all’anno precedente, sono il commerciale (+2,4%) e il turistico-alberghiero (+4,9%).

L’analisi dell’andamento della disoccupazione dal 2008 ad oggi, i disoccupati totali nel 2008 erano 259, a luglio 2013 sono 1.277, mostra un fenomeno che il nostro Paese non sperimentava da moltissimi anni, siamo passati da tasso di disoccupazione fisiologico ad un fenomeno che ancora oggi qualcuno stenta a definire strutturale. A luglio 2013 sono 974 i disoccupati in senso stretto, contro 303 coloro che sono disponibili esclusivamente per un lavoro nella Pa o peri l parti time. Di questi 974, per la maggior parte sono giovani fino a 29 anni (il 40% a maggio 2013, il 36% a luglio, grazie al lavoro estivo per gli studenti), per il 38% in possesso di diploma di maturità e per il 38% di laurea. Infine, i licenziamenti collettivi: nel 2012 hanno coinvolto 570 lavoratori di cui 472 sammarinesi e residenti, nel 2013 al 16 settembre ci sono state mobilità per 395 residenti e 70 frontalieri.

Le tipologie contrattuali: i sammarinesi e residenti sono il 5% di assunti a tempo determinato, non si può parlare di precarietà nel nostro Paese, ma è un fenomeno da monitorare. Sono 167 i co.co.co, il 95% stipulati con non residenti, i distacchi 123 a dicembre 2012, ad agosto 219.

Saranno presti introdotti i voucher lavorativi per il pagamento di prestazioni di lavoro accessorio occasionale con attivazione telematica.

La semplicità di utilizzo del nuovo strumento deve essere indirizzato alla facilitazione della regolarizzazione dei lavoratori per i lavori saltuari cui corrisponderà tolleranza zero per il lavoro irregolare per chi lo svolge e soprattutto per chi lo utilizza.

            Questi sono i dati da cui partire per portare progetti di riforma. Voglio porre attenzione per creare un’infrastruttura normativa così composta: una legge di modifica del sistema erogazione incentivi per occupazione, quella che presenterò tra poco, una norma sul collocamento e sui servizi di occupazione e formazione, per aiutare l’incontro tra domanda e offerta lavoro, anche attraverso strumenti di incentivo all’occupazione. Spesso si lamenta la mancanza di professionalità adeguata all’interno del nostro territorio, è necessario agire sul fronte di una formazione mirata con adeguati incentivi per le imprese. Quindi, una riforma normativa in materia di lavoro, raccolta in un codice del lavoro; la riforma della legge sui licenziamenti collettivi; la riforma sull’ispettorato e l’unificazione dei servizi ispettivi, per garantire più efficacia. Quindi, la legge istitutiva del Fondo straordinario di solidarietà, il cui testo è già pronto per essere visionato dai partiti di maggioranza, ma è un testo aperto al confronto con minoranza e organizzazioni sindacali. Le richieste di mobilità in segreteria non fanno intuire un inversione di tendenza, dovremmo intervenire con strumenti al di là dello straordinario.

Sull’ odg presentato dalle forze di opposizione: già a giugno avrei voluto mantenere l’impegno dell’approvazione, per portare a luglio un dibattito di avvio all’iter normativo. Si comprenderà poi come spesso i lavori consiliari abbiano ritardato l’esame e l’avvio dell’iter legislativo. Abbiamo depositato il testo della riforma degli incentivi il 16 luglio scorso, senza poter effettuare un preventivo confronto tra le forze politiche, datoriali e sindacali, che è stato fatto successivamente. Da questo sono emersi elementi che porteranno a proporre emendamenti che vadano ad accogliere posizioni in un’ottica di semplificazione, perché sia uno strumento che dia risposte a chi è in cerca di occupazione.”

Passo ora alla relazione del progetto di legge “Modifiche del sistema di erogazione degli incentivi per l’occupazione e la formazione e delle tipologie contrattuali a contenuto formativo” che ha la finalità di riordinare e riequilibrare le tutele dei lavoratori, con l’obiettivo prioritario del sostegno all’occupazione. La parte che si intende disciplinare è quella relativa agli incentivi per l’occupazione e per la formazione e alle tipologie contrattuali a contenuto formativo. Diviene urgente affrontare il tema della razionalizzazione degli interventi e le numerose difficoltà che incontrano i lavoratori licenziati a rientrare nel mercato del lavoro o i giovani a entrarci per la prima volta. Il governo ha individuato quale priorità assoluta quella della riforma dell’attuale sistema degli incentivi per le assunzioni con contenuto formativo. Si è proceduto con l’individuazione delle categorie di lavoratori che, per motivazioni diverse, trovano difficoltà nell’inserimento o nel reinserimento nel mondo del lavoro e che dunque richiedono adeguati e specifici interventi.

In quest’ottica, l’analisi ha condotto all’individuazione di 3 categorie di lavoratori: giovani neo qualificati, neo diplomati e neo laureati; lavoratori che percepiscono ammortizzatori sociali; lavoratori disoccupati da lungo periodo e con età anagrafica superiore ai 50 anni che non percepiscono più ammortizzatori sociali, donne in reinserimento lavorativo dopo la maternità fino al terzo anno del bambino.

Il titolo I riorganizza e riunisce tutti i nuovi incentivi per l’assunzione e i rapporti di lavoro a contenuto formativo. Gli articoli 2,3,4 e 5 disciplinano l’apprendistato che viene articolato n 2 tipologie: la prima è quella sull’apprendistato per il conseguimento di una qualifica professionale riservato ai giovani di età compresa tra l’assolvimento dell’obbligo scolastico e i 25 anni. La seconda è quella dell’apprendistato formativo e applicativo/pratico, riservato ai giovani di età compresa tra i 17 e i 35 anni, in possesso di attestato o diploma professionale, diploma di scuola secondaria superiore, laurea di primo livello, laurea magistrale, corsi di perfezionamento e master post laurea, alla loro prima occupazione, esclusivamente in mansioni connesse al titolo di studio posseduto. Vi è la volontà di disporre di una normativa unica per l’apprendistato, con l’obiettivo di raccogliere in un testo unico tutti gli aspetti legati all’assunzione in formazione.

Gli articoli 6,7 e 8 disciplinano gli incentivi volti a facilitare e velocizzare il reinserimento lavorativo dei percettori di ammortizzatori sociali, combinando in modo diverso il contributo a carico della Cassa per gli ammortizzatori sociali e sgravi contributivi, a seconda del mantenimento del maturato economico e lavorativo e dell’attività formativa a carico del datore di lavoro. L’articolo 9 stabilisce incentivi volti a facilitare l’inserimento o il reinserimento lavorativo dei disoccupati di lunga durata, almeno 12 mesi, e con età anagrafica superiore ai 50 anni, donne dopo maternità. Riguarda quindi la parte di lavoratori che necessitano di un ricollocamento mirato. E’ stato reintrodotto, con l’articolo 11, lo stage aziendale solo per diplomandi e laureandi. L’articolo 12 introduce, attraverso la forma del decreto annuale, uno strumento temporaneo, gli incentivi speciali e straordinari di settore, spostando il focus dal lavoratore all’impresa. Questo deve essere utilizzato solo dove esigenze contingenti e speciali lo richiedano. Si è quindi reso necessario introdurre norme che razionalizzino il sistema di erogazione degli ammortizzatori sociali: l’articolo 13 lo rivede non più nella forma dello stipendio mensile, ma con una erogazione graduale a partire dall’importo ad oggi erogato per i primi 3 mesi che diminuisce percentualmente di trimestre in trimestre.

Confido che il Consiglio grande e generale voglia favorevolmente accogliere il progetto di legge, nella consapevolezza che in un momento così delicato per il Paese, una revisione del mercato del lavoro non sia più rinviabile.  

            Deve essere chiaro infine che il lavoro non si può creare per decreto, ma attraverso un sistema di accoglimento e attrazione di investimenti sul territorio a San Marino, solo con nuove imprese si creeranno posti di lavoro, altrimenti il passaggio successivo di tutte le riforme potrà essere il part- time obbligatorio, spero che ciò non possa avvenire”.

Progetto di legge presentato da Civico 10 “Politiche fiscali e contributive a sostegno dell’occupazione di lavoratori iscritti alle liste di avviamento al lavoro”. 

Luca Santolini, C10: “Lo Stato deve fare ogni sforzo per incentivare l’occupazione dei sammarinesi e dei residenti. La proposta di legge passa dai “divieti normativi” agli “incentivi economici”. Occorre che il “costo-opportunità” di assumere lavoratori residenti sia inferiore a quello di assumere lavoratori esterni attraverso la messa in piedi di un efficace sistema d’incentivi e disincentivi in modo che l’impresa abbia convenienza economica ad assumere, dove possibile, le forze lavoro interne. Si inseriscono importanti incentivi fiscali per l’assunzione di lavoratori residenti e un disincentivo contributivo  all’assunzione di lavoratori esterni. A quel punto l’impresa è libera di assumere chi vuole, sapendo che ha convenienza economica ad assumere forze lavoro interne: questo aumenta anche la competitività delle imprese perché riduce i tempi di attesa, le lungaggini burocratiche, la necessità di improduttivi colloqui. L’assunzione di sammarinesi viene premiata da sconti nell’aliquota IGR che possono andare dall’1% al 5% a seconda dei lavoratori interni occupati. L’assunzione di lavoratori non residenti invece viene disincentivata attraverso l’aumento (5%) dell’aliquota a carico dell’impresa per il finanziamento della Cassa ammortizzatori sociali”.

Alessandro Cardelli, Pdcs: “Arrivare oggi a discutere questa legge è un segnale importante e di fiducia. Chiediamo sacrifici ingenti, come la patrimoniale e la riforma tributaria, ma diamo anche segnali di fiducia e ripresa soprattutto per quanto riguarda i giovani che sono i più colpiti dalla crisi economica. Serve un Osservatorio che si rapporti con tutte le categorie economiche e sindacali del paese per studiare quali possono essere le prospettive lavorative dei giovani sammarinesi. Il provvedimento presentato dal segretario Belluzzi risponde alle esigenze del nostro paese rafforzando l’ istituto dell’apprendistato grazie a sgravi contributivi importanti. Sul fronte dei disoccupati ultra 50enni vengono dati incentivi alle aziende che li assumono”.

Andrea Belluzzi, Psd: “Negli ultimi anni abbiamo registrato meno 2.500 posti di lavoro. Il 54% dei giovani sono inoccupati. E’ una crisi enorme che sta attraversando il nostro paese. Per questo dobbiamo completare la Legge sullo Sviluppo che abbiamo approvato a giugno perché rappresenta un primo passo: non riesco più a venire in questo Consiglio se non vedo completati quei decreti. Non intendo approvare leggi per i cui decreti di attuazione occorre attendere mesi. Il nostro obiettivo deve essere quello di aiutare le nostre imprese e sostenere il mondo economico. Se vogliamo che le aziende crescano dobbiamo fare in modo che la loro vita possa essere più semplice. Al contempo dobbiamo diventare più attrattivi nei confronti di aziende e imprenditori estere. L’imprenditorialità a livello europeo è sempre alla ricerca di migliori condizioni e noi dobbiamo rendere San Marino appetibile, non solo per la fiscalità ma anche per una burocrazia molto più snella”.

Simone Celli, Ps: “Manca il governo a questo dibattito. Il problema del Lavoro rappresenta una vera e propria emergenza deve essere affrontato attraverso un disegno di rilancio del sistema economico. Ed è per questo che sarebbe stato interessante vedere partecipare al dibattito gli altri segretari di Stato, oltre al segretario Belluzzi. Le mie considerazioni partono dall’analisi dei dati sulla disoccupazione che sono davvero preoccupanti e da un Pil che nel 2013 si ridurrà del 3.5%. Dobbiamo rimettere in moto un ciclo virtuoso che possa garantire benessere, libertà e sicurezza ai cittadini. Nei giorni scorsi l’associazione Industriali ha incontrato forze della maggioranza e della minoranza: hanno richiesto di adottare provvedimenti necessari a rilanciare economicamente il nostro Paese. Hanno chiesto una scossa. Ma dalla Legge per lo Sviluppo non è arrivata questa scossa perché mancano i decreti attuativi. Se la priorità non è quella dello sviluppo quali sono le priorità che deve affrontare? Di cosa stiamo parlando? Sono passati mesi eppure a quella legge non sono seguiti i decreti attuativi e neppure si è visto nulla sul fronte del pacchetto competitività. Mancano i decreti attuativi della Legge di sostegno allo sviluppo economico e questo perché all’interno della maggioranza ci sono visioni diverse. La scossa che chiedevano gli Industriali è un invito rivolto a chi oggi ha responsabilità di Governo. Il Ps conferma la sua disponibilità al confronto ma se si ragiona sul nulla è difficile adottare un atteggiamento responsabile. Nel merito del provvedimento presentato dal segretario Belluzzi dico solo che non vorrei che alcuni passaggi di questo testo di legge possano favorire l’eccessiva precarizzazione dei posti di lavoro per le nuove generazioni. Sulla legge di Civico 10 posso solo dire invece che è una filosofia interessante sulla quale dovrebbe aprirsi un confronto serio. Poi però pongo una domanda? Quali sono le coperture?”.

Tony Margiotta, Su: “C’è emergenza per il lavoro giovanile, la disoccupazione dei giovani è il cancro della società. Il progetto di legge introduce incentivi affinchè l’impresa possa assumere giovani, come l’apprendistato, va bene, ma se non c’è a monte la soluzione per creare lavoro, per me, è molto difficile che trovi un’applicazione. Ci troviamo giovani con lauree di alto livello, anche specialistiche, ma non credo qui ci sia lavoro per tutti gli ingegnere, architetti e avvocati. C’è necessità di trovare delle specializzazioni per poter creare nuove proposte di lavoro. Il centro di formazione professionale ha la responsabilità di assumere un ruolo strategico e diretto tra impresa e giovani, deve fare da collante tra queste due realtà”.

Giovanni Lonfernini, Upr: “Quando abbiamo proposto l’odg abbiamo chiesto un dibattito sull’occupazione, con la convinzione che limitarsi ai numeri avrebbe rappresentato un tentativo illogico. Rivolgo il mio invito a chi interverrà: va bene dirci i numeri, ma se oltre quelli non riusciamo a formulare proposte, anche noi, che abbiamo presentato questo dibattito, risultiamo sconfitti. La situazione economica dello Stato si allinea a quella di un contesto in cui le difficoltà e la recessione permangono. Ciò non toglie che quando il governo parla di lavoro, parla di politiche di sviluppo, e non posso che condividere che questo dibattito avrebbe dovuto vedere partecipazione più coraggiosa dei colleghi del segretario Belluzzi.

Entro il 30 settembre c’era l’impegno di presentare uno studio sul passaggio da monofase a Iva, per calarlo e incentivare settori di nicchia per attrarre nuovi investitori, che avrebbe significato nuova occupazione. E’ il 24 ottobre e lo studio sull’Iva non c’è. Abbiamo proposto un intervento sul settore commercio, sulle liberalizzazioni, e stimolato il governo sul tema della riconversione delle aree produttive, non mi pare su questi argomenti ci siano passi in avanti. Prendo l’annuncio dell’arrivo del pacchetto competitività, ma mi piacerebbe capire come nel decreto siano tradotti gli elementi per l’avvio di nuove imprese e assunzioni. Non capisco perché non si possa parlare di apertura centri per l’impiego anche a San Marino. Qualche passo in avanti questa legge la fa per i giovani, ma l’auspicio è che queste norme, che purtroppo ci paiono comunque troppo farinose, siano ulteriormente semplificate per l’accesso a istituti previsti da legge”.

Andrea Zafferani, C10: “Ad aprile 2013, 2.249 persone erano iscritte in graduatoria di cui 1.106 non lavoravano, mentre 1.143 lavoravano a tempo determinato. Complessivamente a San Marino un sesto dei lavoratori è a tempo determinato. Delle 1.106 persone che non lavorano circa 800 hanno gli ammortizzatori sociali terminati oppure mai utilizzati. Più del 10% della forza lavoro interna è senza alcuna rete di protezione sociale. Problema enorme. Andrebbero seguite tre strade per risollevarsi da questa situazione: 1) Occorre creare misure per incentivare l’occupazione di manodopera sammarinese, penalizzando anche l’occupazione straniera 2) Porre in essere politiche per la crescita professionale del dipendente 3) Impostare politiche per favorire l’occupazione delle fasce deboli dei lavoratori. Questa legge invece continua sulla falsariga degli errori fatti finora: dare incentivi a imprese che assumono persone attraverso ammortizzatori sociali. Bisognerebbe poi creare politiche per lo sviluppo e sarebbe interessante anche cominciare a sviluppare il modello del contratto unico di riferimento. In un unico contratto tre fasi: periodo di prova, fase di inserimento (in cui azienda può essere incentivata dallo Stato o pagare meno il lavoratore a patto di un indennizzo del lavoratore se non viene assunto), fase di stabilità che si concretizza scaduti i tre anni e che segue le regole dell’ordinario contratto. L’obiettivo non è quello di far pagare all’azienda l’indennizzo bensì di giungere alla stabilizzazione del lavoratore. La finalità della Legge è condivisibile ma dobbiamo farlo con altri metodi”.

Luca Beccari (Pdcs): “E’ un tema che riveste importanza altissima nel contesto economico del nostro paese. I numeri ci dimostrano che occorrono interventi strutturali al di là degli incentivi: nel nostro Paese c’è una grande problematica legata all’offerta di lavoro interna. Se le imprese fanno un così elevato ricorso al lavoro frontaliero e, al contempo, assistiamo a una crescita della disoccupazione interna, significa che a San Marino abbiamo un’offerta di lavoro che non rispecchia le esigenze delle imprese. Si pone un problema di come noi arriviamo a formare i lavoratori: la tematica del lavoro dovrebbe essere trattata congiuntamente a quella dell’istruzione. Aspetto che assume rilevanza importantissima nel momento in cui vogliamo mettere in campo strategie a lungo termine. Sul progetto di legge del governo va detto che il provvedimento mette ordine a una serie di presidi per l’accesso al mondo del lavoro e dunque merita attenzione. Resto perplesso invece sul provvedimento di Civico 10 che riguarda il meccanismo di disincentivazione proposto. Come possiamo incentivare l’occupazione se i disincentivi portano un datore lavoro a non assumere, se non dalle Liste di lavoro?

Francesco Morganti, Psd: “Il progetto di legge offre il giusto sostegno a persone neo laureate/neo diplomate e a chi percepisce ammortizzatori sociali. Ma riequilibra anche le tutele nei confronti dei giovani. L’intervento legislativo incentiva l’assunzione dei giovani anche perché la disoccupazione giovanile è un dato allarmante per il nostro paese. Condivido l’introduzione di un Codice del Lavoro per dotarsi di una normativa unica: è una modalità di attrazione anche di investimenti esterni. L’occupazione si crea con l’attrazione di nuovi investimenti, per questo dobbiamo creare le condizioni per un nuovo modello di sviluppo del nostro Paese”.

Augusto Michelotti, Su: “La legge presentata da C10 parte dal presupposto di livellare l’appetibilità dei lavoratori e mi pare molto intelligente. Abbiamo i frontalieri e i lavoratori interni, tendiamo a favorire per quanto possibile i nostri, ma c’è sempre il tentativo da parte delle aziende di ricorrere al frontalierato. E’ un paradosso in un Paese in cui si dovrebbe tutelare prima il lavoro interno. Il lavoratore è comunque una persona. In Svizzera c’è stato un referendum per mandare via i lavoratori italiani, ma si espressero in loro favore. Il progetto di C10 ha il merito di togliere dall’imbarazzo, eliminre per il datore di lavoro questa spada di Damocle, perché mette tutto sul piano della parità. Fare in modo che, per chi da lavoro, italiano o frontaliere sia la stessa cosa mi pare molto positivo. Dobbiamo fare in modo infatti che il sistema economico voli in alto, dobbiamo agire e dare incentivi, il governo deve sempre di tutelare la parte che crea lavoro e anche i più deboli”.

Luca Santolini, C10: “Gli incentivi previsti dalla legge presentata dal governo potrebbero portare a turn over continuo, perché non prevista assunzione. Spero ci sarà modo di risolvere criticità in commissione. Il nostro Pdl parte da un’analisi molto semplice sull’occupazione di San Marino, ovvero l’incremento del numero di disoccupati in senso stretto. Ci sono sempre più sammarinesi e residenti a casa senza lavoro e lo Stato deve tutelarli. Proponiamo deduzioni del costo del lavoro nel caso un’azienda offra lavoro a sammarinesi e residenti e per le categorie più deboli.

Visto che su questi temi è facile scendere nella demagogia, C10 sa che ci sono professionalità che andranno comunque ricercate fuori San Marino. Questo pdl non mira a punire chi assume personale esterno per necessità, ma a premiare chi assume più del 50% del personale sammarinese. E’ previsto un piccolo aumento dell’aliquota da destinare alla cassa ammortizzatori sociali per chi assume frontalieri per preferenza, nonostante ci siano sammarinesi disponibili. Non c’è più però l’obbligo ad assumere residenti, ma un disincentivo”.

Maria Luisa Berti, Ns: “La relazione evidenzia per il settore immobiliare e servizi alle imprese una perdita occupazionale al di sopra di ogni possibile previsione. E’ la conseguenza di ogni politica territoriale passata che ha bruciato uno sviluppo che poteva invece essere spalmato nel tempo. Ci sono anche settori, come turismo e commercio, che però hanno tenuto.

Bisogna potenziare il settore societario, ma vanno premiati gli imprenditori che personalmente si espongono facendo impresa con i propri mezzi e con la propria persona. Condivido l’invito del consigliere Lonfernini, sul fatto che possiamo fare tante analisi, ma è arrivato il momento degli interventi e delle proposte. Le risposte devono essere di sistema per il Paese, con un rilievo organico nell’economia. E’ tempo di dare esecuzione a decreti e interventi, come la legge portata oggi in prima lettura. Credo sia un intervento che vada in questo senso nell’ottica della revisione del mercato del lavoro e del suo equilibrio.

Esprimo condivisione invece sul pdl di C10 limitatamente alla ratio della proposta. Nel contesto della riforma tributaria credo possano essere prese in considerazione certe tematiche”.

Mariella Mularoni, Pdcs: “Una legge come questa, in cui viene introdotto l’istituto dell’ apprendistato, può essere un impulso all’occupazione giovanile. Tra le priorità indica incentivi per l’assunzione in formazione, qualificazione e per lo svolgimento di nuove mansioni e il reinserimento lavorativo. Con questo provvedimento il nostro Paese dimostra coraggio, con interventi da attuare nell’immediato. Con poche scelte mirate possiamo tornare ad essere competitivi. Le nuove generazioni sono ricche di speranza, aspirazioni e potenzialità e meritano il nostro sostegno”.

 

 

 

 

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento