Home FixingFixing Fabbri (Presidente ABS): “Ci aspettavamo risposte a livello di sostegno competitivo del comparto”

Fabbri (Presidente ABS): “Ci aspettavamo risposte a livello di sostegno competitivo del comparto”

da Redazione

Per il prossimo Consiglio Grande e Generale è stato preannunciato un dibattito sugli sviluppi del sistema bancario-finanziario di San Marino.

 

di Loris Pironi


Per il prossimo Consiglio Grande e Generale è stato preannunciato un dibattito sugli sviluppi del sistema bancario-finanziario di San Marino. Fixing precorre i tempi e fa il punto della situazione con Pier Paolo Fabbri, Presidente di ABS, l’Associazione Bancaria Sammarinese. “La linea, per il sistema, è già tracciata da qualche anno. Abbiamo iniziato un percorso di ristrutturazione globale che segue la linea del consolidamento e del rilancio. Oggi ci troviamo con un sistema costituito, di fatto, da sei operatori (singole banche o gruppi bancari). La nuova mappa è praticamente già delineata, anche se alcune operazioni non sono ancora concluse. Per quanto riguarda il rilancio invece il Libro Bianco pubblicato dalla nostra associazione indica chiaramente qual è la rotta che, come sistema, intendiamo seguire. È denso di idee, proposte e soluzioni che hanno trovato consenso istituzionale e avevano generato aspettative di sostegno competitivo al sistema”.


Avevano generato. Ha coniugato il verbo al passato…


“Diciamo che nostro malgrado stentano a realizzarsi”.


E che cosa riguardano queste aspettative?


“Diciamo che riguardano interventi a carattere normativo-regolamentale che, nel rispetto della trasparenza, proiettino il sistema bancario in una prospettiva di modernità e nuova competitività, per agevolare la ripresa dell’economia reale”.


Questo è un po’ quello che vi aspettate, anzi vi aspettereste dalla politica. Ma il sistema sta facendo la sua parte?


“Nessun comparto economico, nella nostra Repubblica, ha avuto uno stravolgimento così importante e rapido, sia sul piano degli assetti sia sotto il profilo dell’adeguamento agli standard internazionali. Malgrado i tempi serratissimi non abbiamo improvvisato niente, la realtà di oggi è figlia di un processo iniziato già nel 2009. Il nostro obiettivo principale è quello di dare al sistema non tanto un modello quanto delle nuove opportunità di sviluppo, delle valenze di natura commerciale che possano essere spese sul mercato. Inoltre vorrei ricordare un aspetto importante. Mentre si continua a parlare delle vicissitudini di alcune banche sammarinesi si tende a dimenticare tutti i contributi che il sistema ha dato al Paese per sostenere un welfare generoso ed un sistema pubblico esteso. Il nostro comparto è importante per la ripresa dell’economia. Però, quando si parla di sviluppo, si focalizzano i termini solo in funzione della ripresa industriale mentre, fatte salve le funzioni di servizio a famiglie e imprese, che non sono mai venute meno, sarebbe giusto che non ci si dimenticasse della possibilità di stimolare la crescita anche dell’industria finanziaria tramite un sistema di incentivazione e attrazione degli investimenti”.


Qui si entra su un terreno scivoloso: per l’opinione pubblica le banche hanno ricevuto e stanno ricevendo già parecchio sostegno.


“Attenzione: tutto è stato fatto a tutela dei depositanti. Per salvaguardare i depositi della clientela di alcuni istituti, le banche si sono accollate costi immediati ed hanno assunto rischi creditizi prolungati nel tempo. Gli interventi servono a compensare questi costi e questi rischi. Quanto al sostegno, non c’è nessuna forma di incentivazione, non è stato messo in campo nessuno strumento per favorire l’arrivo di capitali stranieri intesi come investimenti finanziari, rivolti alla creazione di nuovo valore attraverso l’industria finanziaria”.


Cambiamo argomento: il mondo bancario ha dimostrato in questi anni una discreta maturità. Malgrado il mercato sia assai ristretto – il che implica una concorrenza serrata – dobbiamo dire varie banche si sono rese protagoniste di operazioni sistemiche.


“È così. Nonostante tutti i problemi il sistema è riuscito a non fare mancare mai, anche nella fase più acuta, dello scudo fiscale, il sostegno e le risorse alle famiglie e alle imprese. Dicevo che il sistema bancario di San Marino ha un livello di professionalità e servizi che ha permesso di sopravvivere al dimezzamento delle masse, che altrove avrebbe spazzato via qualunque altra realtà. Il nostro vero problema è l’isolamento a livello di mercato a cui siamo costretti. San Marino come Stato autonomo ha le potenzialità per puntare a una vera internazionalizzazione. È questa la chiave: il rapporto esclusivo con l’Italia è ormai un capitolo chiuso”.


Un’ultima domanda. Malgrado fusioni, accorpamenti e liquidazioni coatte, il livello occupazionale è stato salvaguardato. Visti dall’esterno, francamente, era difficile ipotizzarlo.


“Abbiamo avuto una grande attenzione a questo aspetto, ma non nascondiamo che oggi questo apre una questione delicata. Il personale bancario sammarinese, allo stato, è in esubero e costa il 30% in più della media dei colleghi europei. Il contratto collettivo è scaduto e dobbiamo tornare a sederci al tavolo. Per il rilancio del settore e la salvaguardia dei livelli occupazionali dovremo rivedere con le controparti sindacali tutta la complessa struttura normativa ed economica del contratto di lavoro, per accrescere la forza competitiva e l’ammodernamento delle banche, in una logica negoziale che non veda come unico obiettivo il recupero del potere d’acquisto delle retribuzioni bensì tenga conto della sostenibilità economica nonché dei livelli di produttività che il sistema sarà chiamato ad esprimere per competere sul mercato internazionale. Comunque, nel contesto generale, con un tasso di volatilità come quello moderno, non si può vedere l’andamento delle retribuzioni andare in un’unica direzione, verso l’alto”.


Che, semplificato, a noi pare suoni un po’ come una richiesta di maggiore flessibilità e un appello a una trattativa intelligente, che non si focalizzi sugli aumenti ma guardi alla competitività complessiva del sistema, a salvaguardia della capacità delle imprese bancarie di affrontare il mercato e di conseguenza di salvaguardare i posti di lavoro.

 

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