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San Marino, Compagnia delle Opere. L’altro è un bene. Anche nei referendum

da Redazione

Domenica 20 i sammarinesi sono chiamati a votare su due quesiti referendari, CDO esprime il suo giudizio sui due quesiti.


Europa

 

Innanzitutto va ringraziato e riconosciuto il merito del Comitato Promotore del Referendum Europeo per aver aperto e sensibilizzato il paese alla questione europea, in anni in cui si percepiva una chiusura. Oggi però è fuorviante porre la questione: Europa si, Europa no. In Europa ci siamo – sono già attivi degli accordi: merci, monetario …- e ci dobbiamo essere sempre di più. Un futuro senza Europa non esiste. Allora se la strada è un si all’Europa, la domanda è: in quale forma entrare in Europa? Il verbo entrare ci da indicazioni chiare di metodo: quando entro a casa di qualcun altro, chiedo a lui il permesso. Nel dialogo serrato di questi ultimi anni l’Europa ci ha scritto che la strada per noi è l’integrazione e non la domanda di adesione. Agli atti ci sono una serie di documenti dove la stessa Europa ci dice che la domanda di adesione rappresenta una difficoltà. Una difficoltà per l’Europa: perché non è pronta all’entrata dei piccoli stati; e per noi: a causa della nostra capacità amministrativa limitata nel recepire tutto il pacchetto europeo. Visto che per la grande maggioranza del paese – compreso il governo – il rapporto con l’Europa è fondamentale questo Referendum non corre il rischio di trasformarsi in una lotta per eliminare o ridurre al minimo l’avversario politico?


Salvastipendi

 

Il referendum Salvastipendi decreta il fallimento del dialogo fra le parti sociali, spesso caratterizzato da uno stallo nei rapporti, risultato di una percezione della controparte come nemico la cui influenza deve essere neutralizzata o ridotta al minimo. Le rigidità e le chiusure irragionevoli di una parte datoriale e le manifestazioni violente di parte del sindacato, testimoniano questo fallimento. Ora, se non trova posto in tutti noi l’esperienza che l’altro è un bene, non un ostacolo, e che il dialogo e la contrattazione sono l’unica strada sia in politica come nei rapporti umani e sociali, sarà difficile uscire dalla situazione in cui ci troviamo. Il referendum non risolve il problema: occorre che tutte le forze sociali si siedano ad un tavolo ed inizino a dialogare veramente. La vera vittoria è riconoscere l’altro come un bene per ciascuno e per tutti. Il dialogo fra Papa Francesco e Scalfari testimonia che il dialogo è possibile se si parte dall’esperienza e non da posizioni ideologiche.

 

CdO

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