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San Marino, Europa e imprese: sfida all’innovazione secondo Germano De Biagi

da Redazione

Verso il referendum: le idee degli imprenditori. L’integrazione con l’UE potrebbe rappresentare un’opportunità?

 

La data del 20 ottobre si avvicina ad ampie falcate.

Dopo aver raccolto le opinioni sul ruolo dei piccoli Stati all’interno della grande Unione Europea, e dopo aver ospitato gli interventi sulla formazione dei giovani e il ruolo della scuola, su questo numero di San Marino Fixing affondiamo il tacke, e parliamo di aziende. Abbiamo chiesto a due imprenditori – Maurizio De Biagi e Germano de Biagi – uno sguardo sul Vecchio Continente. L’Europa può essere vista come un’opportunità oppure è, di fatto, una barriera?

Non vogliamo presentare ai lettori un vademecum al quesito referendario, sia ben chiaro, ma una riflessione scritta da chi, ogni giorno, vive i respiri del Paese. Da chi, ogni giorno e da molti anni, appartiene al volano del sistema economico della Repubblica: quello delle aziende, che in prima linea si ritrovano ad affrontare le grandi sfide dei mercati.  

Spunti interessanti, che spaziano dal ‘modello San Marino’ ormai collassato (Maurizio De Biagi) alle sfide che propone sul piatto l’UE dell’era moderna: l’innovazione, la formazione e la crescita (Germano De Biagi).

 

di Germano De Biagi*

 

Bisogna innanzitutto premettere che il referendum sull’Europa – tema sul quale cittadini sono chiamati a esprimere un’idea il 20 ottobre – non è assolutamente impegnativo né per la Repubblica di San Marino né per l’Europa stessa.

Il referendum rappresenta una volontà di confrontarsi con l’esterno oltre l’Italia. A mio modo di vedere è un’opportunità da non rigettare.

Le aziende sammarinesi dovrebbero essere favorevoli a questo processo, soprattutto quelle che dispongono di potenzialità reali per affrontare i mercati esteri e che possono ambire a raggiungere una condizione paritetica nei costi e nelle procedure di circolazione di merci e servizi rispetto ai competitors europei.

Sicuramente la Repubblica di San Marino è un piccolo Stato e dovrebbe – in sede di trattativa – salvaguardare le sue peculiarità e garantire la sostenibilità del sistema sociale.

L’Europa è solo una opportunità e non rappresenta in alcun modo una barriera.

L’integrazione in atto da tempo tra gli Stati europei impone anche agli Stati terzi il recepimento di gran parte di norme e direttive europee.

Dunque il nostro piccolo Paese già sopporta in buona parte il peso di tutto questo e i relativi costi.

Ad oggi, però, il Titano non ha facoltà di accedere ai vantaggi di un processo di integrazione e del mercato unico, che consiste nell’opportunità di offrire prodotti e servizi ad un mercato di 500 milioni di abitanti, di accedere a programmi di finanziamento a supporto di ricerca ed innovazione e a dinamiche virtuose a supporto delle piccole e medie imprese e dello sviluppo internazionale che l’Unione Europa sta stimolando.

E’ chiaro che ci possono essere anche alcuni pericoli. Non essere all’interno dell’Unione Europea non protegge affatto la Repubblica di San Marino dai pericoli connessi al sistema europeo.

Il vero pericolo è rappresentato dal continuare a non scegliere di aprire un negoziato seguendo la via maestra della domanda di adesione all’Unione Europea.

Fino a quando le imprese sammarinesi saranno costrette a confrontarsi solo con un piccolo mercato, dovranno affrontare difficoltà e scarso stimolo alla crescita.

La globalizzazione eleva il grado e la capacità di competitività in modo esponenziale.

Le imprese sammarinesi possono affrontare la sfida di un mercato più ampio e competitivo, ma anche di grande potenziale, stimolando la propria crescita interna.

Le imprese sammarinesi, come tutte le imprese dell’Europa e del mondo, devono credere nello sviluppo, nell’innovazione, nella formazione e crescita continua.

Su questi temi l’Unione Europea ha lanciato e lancia continuamente politiche ed iniziative di grande interesse, che hanno come obiettivo quello di consolidare e potenziare la cultura di impresa che rappresenta l’asse portante dell’economia europea.

Mi auguro davvero che molto presto anche le imprese sammarinesi possano accedere a tali programmi e possano quindi godere di un processo di crescita imprenditoriale e culturale di cui abbiamo tanto bisogno.

Definire oggi le possibili ricadute dell’entrata in Europa non è possibile in quanto non sono ancora stati approfonditi i principi e le modalità di adozione e lo status del paese con superficie limitata.

 

* Amministratore Delegato Electronics

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