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San Marino, patrimoniale, come si paga. Novità e chiarimenti in arrivo

da Redazione

Anticipazione di Fixing: sconto prima casa per gli anziani in casa di riposo, azzerati i debiti da 10 euro. Sarà un Decreto o una circolare e arriverà a breve. Tutti casi a favore del contribuente.

 

di Loris Pironi

 

La fatidica scadenza del 21 ottobre si avvicina, per cui torniamo a parlare di patrimoniale, ovvero la Tassa Straordinaria sugli Immobili. Proprio in questi giorni la Segreteria di Stato per le Finanze sta lavorando ad un provvedimento – sia una Circolare o un Decreto, ancora non è stato deciso – che preveda chiarimenti su tutta una serie di questioni. Non sono previsti cambiamenti sostanziali, anche perché ormai il treno è lanciato in corsa, ma si tratta di casi particolari tutti a favore del contribuente che richiedevano una puntualizzazione. Aspettando l’emanazione del provvedimento, possiamo comunque anticipare i contenuti principali, che naturalmente dovranno essere confermati dal documento ufficiale. Eccoli.

 

Novità in vista per i contribuenti

 

Mentre in Italia sulla “doppia Imu” per gli anziani ricoverati in casa di riposo si è scatenata una vera e propria polemica (in Lombardia un Comune ha addirittura considerato “prima casa” la cella di un carcerato facendogli chiedendogli il pagamento dell’Imu su altri due immobili…) a San Marino l’approccio è di natura diametralmente opposta. I casi sono pochi, spiegano alla Segreteria Finanze, e si è deciso, per una questione di principio, di non obbligarli a trasferire la propria residenza anagrafica, consentendogli di mantenere la detrazione per il proprio appartamento lasciato sfitto. Lo stesso discorso vale per i disabili ospitati da strutture come Il Colore del Grano.

Per il pagamento o l’eventuale rimborso di cifre inferiori a dieci euro a seguito del ricalcolo, l’intenzione è quella di non provvedere al pagamento stesso. Altro argomento, la regolamentazione dei rimborsi in caso di errori del contribuente, nello specifico il caso di chi ha provveduto al pagamento e poi si è reso conto di non aver contemplato le eventuali detrazioni: stando alle anticipazioni ricevute, sarà concessa la possibilità di rettificare la propria dichiarazione entro 90 giorni chiedendo così il rimborso per la cifra eccedente versata.

Per quanto riguarda i terreni per cui è iniziata ma non è stata ancora portata a termine la procedura di esproprio da parte dell’Eccellentissima Camera, l’intenzione è quella di consentire la detrazione dell’imposta relativa al bene sottoposto a procedura di pubblica utilità anche se l’iter amministrativo non è stato completato.

 

Autocertificazione: alcuni chiarimenti


Poiché i bollettini consegnati alle famiglie non prendono in esame gli eventuali abbattimenti e detrazioni, il calcolo relativo all’autocertificazione non è semplice e merita qualche approfondimento. Non a caso la prima circolare (la trovate sul sito www.finanze.sm) ha allegato una serie di esempi esplicativi utili a capire le dinamiche della tassa per quanto riguarda detrazioni e abbattimenti.

Intanto ricordiamo che è il soggetto passivo (ovvero chi deve pagare la tassa) che, direttamente o tramite delega, può provvedere al ricalcolo dell’imposta mediante la procedura di autoliquidazione, considerata “atto necessario per la certificazione delle detrazioni/abbattimenti ritenuti di diritto al fine del successivo controllo da parte dell’ufficio tributario”. L’autoliquidazione, esplicita la circolare, va effettuata anche in presenza di un completo abbattimento dell’imposta.

Tra le detrazioni la principale riguarda la prima casa, e vale 350 euro. È stata calcolata in modo da abbattere il costo, completamente o quasi, dell’immobile inteso come residenza anagrafica del nucleo familiare. Altre detrazioni si aggiungono per ogni componente della famiglia (purché il nucleo sia composto da più di 4 membri, la detrazione di 50 euro parte dal quinto membro). Una detrazione fino a 350 euro è prevista anche per le unità immobiliari riconducibili a sede effettiva dell’attività economica del contribuente.

 

L’esempio 1 prende in esame il caso di un appartamento di circa 100 metri quadrati con un garage annesso da 18 mq. Per gli immobili a uso abitativo il calcolo dell’imposta si esegue secondo la seguente formula: (quota fissa + quota variabile) x 125/100 x quota diritto. Nel caso in questione l’imposta dovuta (circa 334 euro) è inferiore alla detrazione per la prima casa, dunque l’imposta da pagare è 0. Però la differenza relativa alla detrazione (nel nostro caso un po’ meno di 16 euro) non può essere portata sulla quota per il garage, che “costa” al contribuente 56 euro.

 

L’esempio 2 riguarda un’abitazione di 140 mq, con un garage di 30 mq, sede di residenza anagrafica di un nucleo familiare di 5 persone. Come si evince dalla tabella, dall’imposta dovuta, di 491 euro, si scala la detrazione da 350 euro come prima casa e quella di 50 euro per un componente della famiglia numerosa. Alla differenza, di 91 euro, si deve sommare la quota a parte del garage, altri 86 euro, per un totale complessivo, comunque di non trascurabile entità, di 176 euro.

 

L’esempio 3 riguarda infine un’attività d’impresa e prende in esame il caso in cui un laboratorio e un ufficio sedi dell’esercizio effettivo dell’attività economica o professionale di una persona (il soggetto passivo) la cui persona giuridica detiene il 50% della quota societaria, mentre un altro 30% è detenuto da un parente in linea retta di primo grado (coniuge separato compreso). La detrazione in questo caso viene utilizzata soltanto in percentuale, l’80% (50%+30%) e naturalmente solo su una delle due unità immobiliari. Nel caso in questione è possibile utilizzare la detrazione più favorevole: poiché quella sull’ufficio è di 390 euro, il contribuente ha scelto questa opzione.

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