Home FixingFixing San Marino, frontalieri: al lavoro per la franchigia ‘mobile’

San Marino, frontalieri: al lavoro per la franchigia ‘mobile’

da Redazione

Intervista al Deputato riminese del Partito Democratico Tiziano Arlotti. Aliquota esente sino al 65% sino a 24mila euro in attesa di risposta.

 

di Alessandro Carli

 

In tema di lavoro, non possiamo dimenticare la spada di Damocle della black list – l’ambasciatore Barbara Bregato ha dato rassicurazioni, ma finché non si arriva al dunque, non si sorride – ma anche il recupero delle spese produzione reddito e i frontalieri. La scorsa settimana il Deputato riminese del PD Tiziano Arlotti è andato a Ventimiglia a vivere di persona i maldipancia di chi, ogni giorno, supera i confini di Stato. Con lui parliamo di franchigia (e quindi dei frontalieri “sammarinesi”), ma anche dei chiari di luna del governo italiano.  

 

Tiziano Arlotti, parliamo del tema caldo dei frontalieri. Allo stato attuale la franchigia per il 2014 di 6.700 euro non assolutamente certa: quante possibilità ci sono per avere la copertura e quali strumenti contate di mettere concretamente in campo per il cosiddetto “paracadute” per gli oltre 5 mila lavoratori che ogni giorno si dirigono nella Repubblica di San Marino?


“I lavoratori frontalieri con la dichiarazione dei redditi presentata a luglio hanno dovuto pagare il conguaglio sui redditi percepiti nel 2012 e hanno dovuto anticipare la prima rata di acconto per il 2014. Un salasso in quanto l’acconto non tiene conto della franchigia di 6.700 euro – che ad oggi per il 2014 non è prevista -, e molti hanno pagato anche 5.000 euro. Ora stiamo lavorando per non fare pagare almeno il secondo acconto a novembre. In tal senso ho incontrato il sottosegretario all’economia Baretta per evidenziare questa necessità e gli ho consegnato un voluminoso dossier. La senatrice Albano ha incontrato a sua volta Befera dell’Agenzia delle Entrate, e speriamo così di chiudere il cerchio”.

 

Lei ha avanzato una proposta che prevede che la franchigia non sarà fissa. L’aliquota di reddito esente da imposta in Italia arriverebbe al 65% del reddito lordo sino a una quota esente di 24 mila euro. A che punto è questa proposta?


“Ho presentato un progetto di legge con oltre 40 firme di altrettanti colleghi deputati con cui, facendo leva sulla ratifica dell’accordo fra Italia e la Repubblica di San Marino, puntiamo ad una legge ordinaria di stabilizzazione. La proposta vale per tutti i lavoratori frontalieri italiani, fatti salvi coloro che hanno accordi bilaterali (come ad esempio quelli svizzeri), e prevede una percentuale per evitare il drenaggio fiscale. Prevede il 65% facendo riferimento al memorandum firmato fra le due delegazioni nel 2002 e con una quota esente fino a 24.000 euro. La proposta di legge è stata pubblicata ed assegnata alla Commissione bilancio, ma ancora non è stata discussa”.

 

I chiari di luna sul governo italiano potrebbero minare o far slittare la sua proposta?


“Indubbiamente le turbolenze politiche non favoriscono un proficuo lavoro, ma penso che con la Legge di stabilità che il Governo dovrà varare entro il 15 di ottobre si possa cogliere l’occasione per inserire parti del progetto di legge, e quantomeno per stabilizzare la parte relativa alla franchigia. In caso di caduta del Governo italiano e di ritorno alle urne, ovviamente, il progetto di legge dovrebbe essere ripresentato”.

 

Con la riforma tributaria sammarinese si andrebbero a togliere le Spese Produzione Reddito anche per i sammarinesi. Sino a che il Titano non approverà il provvedimento, rimane di fatto una disparità di trattamento. Da un punto di vista della comunicazione, sembra che l’Italia non stia più facendo grande pressioni sul fronte della cosiddetta “tassa etnica”. Eppure ci sono in ballo due questioni delicate: la black list e l’entrata in vigore dell’accordo bilaterale. Lo sa che non è ancora entrata in vigore in quanto la Farnesina non ha ancora comunicato la avvenuta ratifica (art. 30)?


“L’Italia ha chiesto, e personalmente l’ho ribadito più volte, che si deve andare al superamento dell’articolo 56. Il Governo sammarinese ha dato la sua parola ed io mi fido. Stiamo tutti lavorando perché, coerentemente con la ratifica dell’accordo contro le doppie imposizioni e le frodi fiscali, il Ministro Saccomanni emani il decreto per il rientro della Repubblica di San Marino nella white list. Il Consiglio dei Ministri ha appena approvato il progetto di legge per la ratifica dell’accordo per il contrasto alla criminalità, la Repubblica di San Marino è entrata in modo significativo in Aeradria, è stato sottoscritto l’accordo per l’aeroporto, si sta lavorando per la ratifica dell’accordo sulla radiotelevisione sammarinese e sull’Accordo di cooperazione, e il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha comunicato la sua visita sul Titano per il 2014, proprio l’anno in cui ricorre il 75esimo anniversario dalla firma dell’Accordo di cooperazione e di buon vicinato. Insomma, stiamo scrivendo una nuova pagina nelle relazioni dei due Paesi e il nostro territorio potrà beneficiarne nel suo insieme. Io dico sempre che se la Repubblica di San Marino ride, anche noi ci sbellichiamo dalle risate”.

 

Sappiamo che è stato a Ventimiglia, nella seconda metà di settembre, dove è montata la protesta. I lavoratori italiani che lavorano all’estero si sentono trascurati anche da questa maggioranza e, come ha potuto notare, sono piuttosto arrabbiati…


“Sono stato frontaliero anche io e so bene cosa si prova. Ho spiegato loro che la proposta di legge che ho presentato li riguarda e che nel 1997 sono stato cofondatore e Presidente dell’associazione e dei frontalieri. Ho detto che non bisogna demordere e consigliato che abbiano l’accortezza di confrontarsi con tutto l’arco politico, impegnandomi a mia volta a fare altrettanto con i colleghi deputati e senatori. Queste battaglie si vincono se c’è questo spirito! Perché le maggioranze cambiano, ma i problemi restano”.

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