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San Marino, formazione e giovani: i respiri dell’Europa

da Redazione

Sul tema, caldo, le riflessioni di Filiberto Bernardi. Le competenze viste come uno “spreco” o come sfide integrate?

 

di Filiberto Bernardi*

 

In un documento elaborato dalla Commissione Europea dei giovani, quando ancora si poteva dire che il nostro continente era l’Europa del benessere (anni luce, in realtà poco tempo fa) si sosteneva che l’Europa ha bisogno di giovani attivi quale fonte di idee innovative, ma ha anche bisogno delle parole di Goethe: “colui che non è in grado di darsi conto di tremila anni rimane al buio o vive alla giornata”. Il documento sembra offrire delle proposte concrete per camminare verso “quell’orizzonte dei principi-valore che ci guidano anche nella nebbia”.

La prima richiesta che viene fatta dai giovani è proprio quella di un’ Europa dei valori, i valori fondamentali della pace, della tolleranza, dell’inclusione; in secondo luogo chiedono un’ Europa dei diritti.

Si legge ancora nel testo: “Noi membri della convenzione europea dei giovani siamo pronti a forgiare il futuro della nostra generazione, il futuro del nostro continente”.

Questi ragazzi quindi offrono le loro energie, le loro idee per una partecipazione alla costruzione di una “convivenza civile” basata sull’impegno rigoroso e protratto nel tempo. È l’esatto opposto del mondo delle scorciatoie, dei guadagni facili in borsa, dell’appiattimento sul presente, del tutto e subito.

Nonostante il tempo trascorso, l’attuale situazione di scarsità di risorse, la frantumazione sociale e la crisi di identità della scuola spingono verso la linea di azione indicata dai giovani europei.

Essi infatti sono convinti che la loro proposta potrà realizzarsi solo attraverso uno scambio intergenerazionale autentico, in cui l’esperienza di vita personale, di impegno pubblico e sociale venga trasmessa in modo appassionato ai più giovani, che spesso diventano invece solo il target dei settori commerciali e di marketing, che vedono in questo tipo di utenza la chiave per poter espandere i propri interessi.

Oggi la scuola è in difficoltà a definire un proprio autonomo progetto di educazione, stretta come è da un lato dalla necessità di assolvere alla sua funzione storica di trasmissione della conoscenza fra le generazioni, dall’altro dalle suggestioni esercitate dal continuo proporsi di novità, soprattutto nel campo della tecnologia per la comunicazione. Occorre un’altra idea di scuola.

Non basta più avere presenti le caratteristiche della popolazione che fruisce in modo sequenziale dell’istruzione scolastica. Nel definire lo scopo del funzionamento del sistema non si può prescindere dal considerare un profilo desiderato della popolazione adulta; sappiamo infatti che, a partire dagli ultimi decenni del Novecento, si è avviata una tendenza regressiva nel possesso da parte degli adulti di capacità alfabetiche.

Il possesso da parte di tutta la popolazione di un solido repertorio di competenze simboliche da alcuni viene considerato, sotto vari aspetti, uno spreco.

A tale possesso infatti non si collega a breve e probabilmente a medio termine un beneficio economico. Però contrastare la contrazione delle competenze di base significa ricostruire gli aspetti della qualità della nostra vita; non si può pensare che in una società avanzata la democrazia possa sussistere se decadono le capacità simboliche fondamentali. Esse rappresentano una condizione culturale ma anche politica per l’esistenza della democrazia nei paesi sviluppati.

Se questo fosse il criterio di giudizio, la proposta di educazione della scuola sarebbe orientata a fornire a ciascuno gli elementi per l’esercizio consapevole dei diritti e dei doveri di cittadinanza.

È un caso che nella Repubblica di San Marino si stia aprendo il Centro della Cultura Intergenerazionale (Casa di Salomone)? Una specie di modello, un prototipo di percorso formativo per tutte le generazioni, una idea di scuola sempre aperta, che sfumi in attività che contrastino la frantumazione della società e l’impoverimento della cultura?

 

* Collaboratore Centro Cultura Integenerazionale

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