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San Marino, recupero SPR: i lavoratori in trepidazione

da Redazione

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Dalla politica tutto tace. Così già numerose richieste d’informazioni sono state rivolte al sindacato, ma anche alle associazioni datoriali, quest’ultime spesso su segnalazione degli stessi imprenditori, chiamati a gestire situazioni emotive non sempre così facili in azienda.

 

di Loris Pironi


Per i lavoratori italiani impegnati nella Repubblica di San Marino – il cui numero è in lenta seppur costante diminuzione – si prepara un autunno caldo. La crisi è ben lungi dall’essere agli sgoccioli, la franchigia, come potete leggere nell’intervista all’On. Tiziano Arlotti del Pd, è ancora un punto interrogativo sospeso sopra le loro teste. E anche sul punto fermo del recupero di una parte delle spese di produzione reddito abrogate nel 2011, in realtà qualche intoppo pare esserci.

Niente che metta in discussione il provvedimento, già previsto con la Finanziaria 2012 e poi ribadito anche nell’analoga legge per l’anno in corso: il Decreto Delegato ha infatti concluso il suo iter, e il contributo compensativo sarà erogato regolarmente dallo Stato di San Marino entro e non oltre il 31 marzo 2014. Solo che c’è una data, oggi ormai molto vicina, il 1 ottobre 2013, a partire dalla quale il lavoratore frontaliere è tenuto a presentare domanda per via telematica per avere diritto al rimborso. E i frontalieri sono in fibrillazione perché lo stesso Decreto prevedeva l’emanazione di una circolare chiarificatrice sulle modalità di richiesta, modalità che ancora non sono state definite.

Dalla politica tutto tace. Così già numerose richieste d’informazioni sono state rivolte al sindacato, ma anche alle associazioni datoriali, quest’ultime spesso su segnalazione degli stessi imprenditori, chiamati a gestire situazioni emotive non sempre così facili in azienda.

Fonti della Segreteria di Stato alle Finanze confermano a Fixing un certo ritardo nella stesura del testo chiarificatore – più che altro degli strumenti e dei meccanismi necessari per raccogliere e vagliare le domande – e non escludono la possibilità che il testo tanto atteso slitti di qualche giorno, andando anche oltre la data del 1 ottobre. Un ritardo oggettivamente comprensibile, dato che tutte le risorse e le energie disponibili sono state dirottate sulla patrimoniale e sulla riforma Igr. Di fatto questo (ancora ipotetico) intoppo non inficia nulla, perché i tempi per la presentazione delle domande di recupero sono comunque lunghi, la scadenza è il 31 dicembre 2013, e la cifra verrà riconosciuta appunto entro il primo trimestre del 2014.

Già, la cifra: di quale cifra stiamo parlando? Il D.D. in questione specifica che l’ammontare si calcola sulla percentuale di spese produzione reddito nel 2011, ovvero il 9%, moltiplicato per la franchigia allora esistente, 8 mila euro: il conto è presto fatto, e i lavoratori frontalieri lo sanno bene, ed è di circa 720 euro. La richiesta di rimborso può essere avanzata da quei lavoratori frontalieri che nell’anno 2011 hanno avuto un reddito annuo non superiore ai 30 mila euro e abbiano regolarmente presentato dichiarazione dei redditi in Italia.

Ricordiamo infine che per l’erogazione del contributo non c’è il “filtro” del datore di lavoro ma è il frontaliere ad essere chiamato a presentare domanda per via telematica, secondo un modello o una formula appunto ancora non specificati. È certo però che dovrà allegare la dichiarazione dei redditi presentata in Italia (Unico 2012) unitamente alla ricevuta telematica di consegna della dichiarazione.

A quel punto sarà l’Ufficio Tributario a rilasciare un documento attestante l’importo dello sgravio riconosciuto e entro fine marzo la somma sarà accreditata sulla SMaC Card del frontaliere.

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