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San Marino, RETE: i falsi miti (ovvero smontiamo le tesi di chi sostiene il sì)

da Redazione

RETE ha realizzato una sezione informativa relativa al quesito referendario che richiede di avviare il processo di adesione di San Marino all’UE .

Oltre a documenti ufficiali, video, report e link utili, questa sezione contiene la pagina “I falsi miti (ovvero smontiamo le tesi di chi sostiene il sì)”. Di seguito la riportiamo integralmente:

– Da noi i politici sono corrotti, da soli non riusciamo ad arginare il fenomeno: se fossimo dentro l’Europa ci penserebbero loro.

In realtà all’Europa non interessa niente della corruzione all’interno dei singoli Stati. Quello che interessa è che i conti siano a posto in relazione ai dettami che lei stessa indica.

Ad es. l’Europa non si è mai posta il problema della corruzione dilagante in Grecia, finché non si è giunti alla crisi dei conti di quel paese. Un altro esempio è l’Italia, che tra l’altro è tra i paesi fondatori della stessa UE, in cui i livelli di mafia e corruzione non solo non sono stati arginati ma sono aumentati.

– Abbiamo i conti pubblici in dissesto per via del clientelismo e della spesa corrente fuori controllo. Se aderissimo all’Europa loro metterebbero in ordine i nostri conti e non ci permetterebbero di scialacquare.

Tornando all’esempio della Grecia, è vero, l’Europa è intervenuta quando il bilancio pubblico era diventato sofferente. Ma chi ha pagato? Hanno pagato i dirigenti? No, quelli avevano già da tempo portato fuori dalla Grecia i loro patrimoni. Oppure a Cipro? Cos’è successo a Cipro? È stata imposta la chiusura delle banche dall’oggi al domani. Chi aveva soldi all’estero non ha avuto problemi, i problemi li ha avuti la povera gente!

Il fatto è che l’unica cosa di cui si interessa l’UE, essendo un’aggregazione di Stati attorno ad una moneta che ricalca il vecchio marco tedesco, è che gli Stati membri si attengano alle loro direttive. Ma è difficile tenere il passo con l’industrializzazione della Germania. Non ce l’hanno fatta Grecia, Portogallo, Spagna, Slovenia, Italia, Cipro… dunque, se l’UE dovesse riscontrare criticità nel bilancio sammarinese non si farebbe scrupoli a pretendere misure di rientro che piegherebbero la popolazione sammarinese. La UE se ne frega dei popoli! La UE si interessa solo delle banche centrali e dei conti a posto, è un ente senz’anima. Il sogno dell’Europa dei Popoli si è dimostrato, nella realtà, un incubo.

– La crisi dei paesi del sud Europa (Grecia, Portogallo ecc) non è colpa dell’UE ma dei paesi stessi che si sono rovinati con le proprie mani, con politiche dissennate, con amministratori incompetenti e corrotti.

Se così fosse – visto anche che la situazione rispecchia quella del nostro paese (politiche dissennate, amministratori corrotti ecc) – abbiamo la prova che entrare in Europa non serve. Se hai una classe politica marcia, l’Europa non ti salva ma ti affossa ulteriormente.

– Per le nostre imprese è necessario che vengano assicurate al nostro paese le 4 libertà fondamentali (sostanzialmente la libera circolazione di merci, servizi, persone ecc). Una richiesta di adesione faciliterebbe questo percorso.

Non è vero. Il processo di valutazione di una richiesta di adesione è lungo, molto lungo, più di dieci anni. Nel frattempo la nostra economia sarà definitivamente strozzata. L’unica strada per raggiungere in tempi brevi l’accordo bilaterale per le 4 libertà – per cui non è necessario essere parte integrante dell’UE, ad esempio la Svizzera si è guardata bene dal farlo- è di procedere a tappe serrate verso gli accordi necessari.

Tra l’altro, ricordiamo, già esistono già degli accordi relativamente alle merci prodotte nella Repubblica di San Marino, quindi è possibile risolvere la questione delle 4 libertà fondamentali concentrandoci esclusivamente sugli accordi che servono a San Marino per aprirsi agli scenari internazionali. Ad esempio: è in vigore dal 1993 l’Accordo cooperazione e di unione doganale tra la Comunità economica europea e la Repubblica di San Marino. Grazie a questo accordo doganale, vale anche per San Marino la soppressione dei dazi doganali sugli scambi all’interno della Comunità e i prodotti di San Marino vengono considerati come merci UE. Nonostante questo, le nostre imprese continuano ad avere problemi di esportazione e con le dogane. Ciò significa che se dietro la sottoscrizione degli accordi e degli impegni non c’è un forte lavoro politico e diplomatico, è inutile fare accordi di alcun tipo. Occorre prima di tutto diventare un paese virtuoso, recuperare dignità, credibilità e, quindi, aumentare il nostro potere contrattuale.

– Chi dice di votare NO al referendum vuole che San Marino si isoli dal mondo e mantenere l’attuale stato delle cose

Non è vero. La richiesta di adesione all’UE non è l’unica modalità di integrazione possibile con l’UE. La Commissione Europea, nel suo rapporto, ne ha elencate 5 (accordi ad hoc, accordo quadro e Spazio Economico Europeo sono le 3 preferite mentre la Commissione NON mette tra le preferite il mantenimento dello status quo, quindi l’immobilismo, e l’adesione all’UE). RETE crede che sia possibile avvicinarsi all’UE intanto stipulando degli accordi appositi sulle materie e i settori in cui siamo carenti (specialmente quelli delle 4 libertà fondamentali) che, tra l’altro, richiedono minor tempo di attuazione.

L’esperienza di altri paesi, come il Liechtenstein o la Svizzera ci dimostra come sia possibile integrarsi con l’UE senza fare la richiesta di adesione. Questi due paesi, ad esempio, si sono mantenuti indipendenti per quanto riguarda la fiscalità e il controllo dell’immigrazione ma i loro cittadini, con il loro passaporto, possono risiedere e lavorare in tutta l’UE. Perciò altri tipi di integrazione sono possibili senza dover per forza cedere porzioni di sovranità.

– Noi con il referendum non aderiamo all’Europa. Avviamo solo la richiesta per avviare le procedure di adesione. Decideremo poi un domani, quando e se l’Europa deciderà di accoglierci, se entrare o meno. Nel frattempo, quindi, andremo avanti con gli accordi di associazione bilaterali. Semplicemente lasciamo aperte tutte due le strade.

Tutte due le strade sono aperte anche adesso, nel senso che se vanno male gli accordi volendo si potrebbe sempre richiedere l’adesione all’UE. Il fatto, però, è che la decisione di aderire o meno è politica! A nostro avviso per un paese come San Marino l’adesione all’Europa sarebbe molto pericolosa, sarebbe certo la fine del nostro paese e della sua indipendenza millenaria. Inoltre non sta scritto da nessuna parte che l’UE ci accetterà, avendoci lei stessa indicato di non richiedere l’adesione perché di quella richiesta non saprebbe che farsene, dato che prevedere delle modalità di partecipazione per stati piccoli come il nostro non è al momento possibile. Dunque loro ci consigliano di procedere con accordi ad hoc, con accordi quadro di associazione, o al massimo di intraprendere il percorso di adesione allo Spazio Economico Europeo. Noi ce ne freghiamo e chiediamo l’adesione all’UE, che loro ci dicono di non richiedere perché non sono in grado di accoglierla. A questo punto potrebbero anche dirci: “Bene, evidentemente non vi fidate dei vostri interlocutori internazionali, dunque blocchiamo tutto in attesa di un riscontro della vostra richiesta di adesione”. Con buona pace delle 4 libertà nell’immediato, trattandosi di procedimenti lunghi.

Entrare nell’UE darebbe possibilità ai nostri giovani di studiare e lavorare all’estero, cosa che adesso non è possibile fare.

Vero. Ma non c’è bisogno di entrare nell’UE per avere queste possibilità. Ce lo ha scritto nero su bianco la Commissione Europea in questo documento. Non solo, per fare un raffronto, la Commissione descrive anche il modo in cui la libera circolazione delle persone viene affrontata nelle relazioni dell’UE con altri paesi non membri dell’UE: ad esempio, per paesi membri dello Spazio Economico Europeo la libera circolazione delle persone avviene alle stesse identiche condizioni applicate nell’UE (quindi senza bisogno di entrare in UE).

Oppure (e questo esempio a noi piace ancora di più), la Commissione porta l’esempio della Svizzera in cui, grazie ad un accordo ad hoc sulla libera circolazione delle persone (accordo FMPA) viene stabilita la libera circolazione delle persone a condizioni per lo più simili a quelle applicate nell’UE. Ciò comprende il diritto di ingresso, soggiorno e acces so al mercato del lavoro come dipendenti e il diritto di soggiorno nel territorio delle Parti Contraenti, nonché di fornire servizi transfrontalieri.

Quindi, per avere anche questa possibiltà, non occorre chiedere l’ingresso in UE ma basta negoziare un accordo apposito, come ha fatto la Svizzera. Ci vuole anche meno tempo.

– Questione reputazionale: agli occhi del mondo saremmo un paese pulito, faremmo vedere che noi non vogliamo la mafia e la corruzione.

Questo si chiama “abbellire la confezione quando il contenuto rimane marcio”. Agli occhi del mondo saremo un paese pulito e capace di andare a testa alta solo quando faremo NOI, al nostro interno, norme in direzione della trasparenza e del rigore. Finché faremo di tutto per non pubblicare i beneficiari effettivi delle nostre banche e finanziarie, non sarà certo una richiesta a cambiare le nostre sorti! Inoltre, all’Europa non interessa la nostra reputazione ma i nostri bilanci.

– Dire di no sarebbe un brutto messaggio

Da questo punto di vista, anche dire di sì lo sarebbe. L’Europa ci ha scritto di non richiedere l’adesione, ha avviato con noi trattative miranti proprio a garantirci le 4 libertà, ha lavorato da 4 anni a questa ipotesi e ora noi, contro a quanto consigliatoci, avviamo le procedure di adesione? Per cosa poi? Per tenere il piede in due staffe e, se non va bene una strada, tenersi aperta l’altra?

Cambiare le sue istituzioni comporterebbe tempo e spese enormi per l’Europa, e perché mai un’area che conta 500 milioni di persone dovrebbe farlo? Per consentire l’adesione a 30.000 sammarinesi?

– Richiedere l’adesione all’UE non comporta una perdita di sovranità.

Vero. La sovranità è difficilmente slegabile da quella monetaria, che noi non abbiamo perché siamo parte dell’Eurozona. Usiamo l’Euro. Ma anche prima usavamo la Lira, e non ci risulta si sia mai chiesta l’adesione all’Italia nel caso in cui i concordati tra San Marino e l’Italia non fossero stati soddisfacenti. Probabilmente, nel caso in cui l’Europa decidesse di avviare procedure per accettare la nostra adesione, imporrebbe per noi un ruolo di subordine rispetto all’Italia: ricordiamo che già ora l’Italia si relaziona con San Marino in nome e per conto della UE. Certo, a quel punto saremmo sempre nelle condizioni, con un nuovo referendum, di dire: no grazie! Ma probabilmente a quel punto la nostra situazione sarebbe ancora più traballante: ponete che nel frattempo noi si sia giunti al traguardo con le trattative per godere delle 4 libertà fondamentali. Perché a quel punto, dopo un nostro rifiuto, sarebbe sì un rifiuto diretto di maggiore integrazione!

– L’Europa avrà anche dei problemi ma almeno, da dentro, è possibile cambiarla.

Anche se ci piace molto questa visione sognatrice del futuro, di certo non sarà la Repubblica di San Marino, soprattutto per come è messa in questo momento storico, a cambiar el’Europa. Di certo non stanno lì ad aspettare noi per cambiare un sistema fallimentare che l’Europa stesso ha sostenuto e fomentato. E, comunque sia, il referendum non parla di entrata in UE ma chiede di intraprendere il percorso di adesione che alla fine potrebbe portare anche ad un esito negativo.

– Fare parte dell’UE ci metterebbe nelle condizioni di relazionarci direttamente con l’Europa, bypassando le trattative con l’Italia che non portano a nulla.

Come detto, con ogni probabilità rimarrebbe comunque l’Italia il nostro referente privilegiato, quello delegato dall’UE. Se anche così non fosse, perché diamo per scontato che con l’Italia abbiamo così tanti problemi e ne avremmo di meno con Bruxelles? Forse che a Bruxelles siano meno sensibili alla lotta al riciclaggio, alla trasparenza, ai conti a posto e tutto il resto? E se aderiamo, ci mettiamo in contatto con Bruxelles e loro confermano i blocchi che ci ha imposto fino ad ora l’Italia, cosa facciamo? Chiediamo adesione alla lega araba? E, ancora una volta, il referendum non è per dire Sì o NO all’ingresso ma all’avvio di un percorso di adesione, che potrebbe anche essere negativo (anche perché, come già ripetuto più volte, è la Commissione Europea stessa a dire ai microstati che l’adesione all’UE è una modalità di integrazione preferisce esclude. Leggi qui)

Ci pare che questo cercare e sperare che siano sempre altri, da fuori, a salvarci, non colga nel segno. Forse sarebbe ora, e crediamo che sia proprio quello che la politica che ha proposto e sostiene questo referendum non voglia fare, di rimboccarsi le maniche e salvarsi da soli, come abbiamo sempre fatto finché pensavamo a noi, a ciò che ci era necessario, e non cercavamo di mettere in piedi ogni tranello immaginabile per arricchirci spesso anche sulle spalle di altri.

Nel momento in cui lo faremo di nuovo avremo nuovamente il rispetto e la stima di ogni interlocutore. Altrimenti non ci saranno accordi che tengano!

DOBBIAMO SALVARCI DA SOLI! Ed è per questo che San Marino deve svegliarsi, ritrovare dignità e credibilità partendo da un rinnovamento profondo del proprio sistema politico, e che la popolazione deve partecipare alla vita pubblica.

Il 20 ottobre VOTA CONSAPEVOLMENTE! Vota NO al referendum sull’UE.

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