La tragedia più grande. Quella che Papa Francesco ha definito, in una parola, “Vergogna”. Lampedusa piange gli oltre 111 profughi morti accertati (numeri purtroppo destinati a aumentare) che erano stipati sul peschereccio andato in fiamme la scorsa notte. Il maltempo che sta imperversando sull’isola sta rallentando il lavoro dei sommozzatori, impegnati a recuperare le salme dei dispersi.
“Quando siamo arrivati in prossimità dell’isola – ha raccontato un sopravvissuto – abbiamo deciso di accendere un fuoco, incendiando una coperta, per farci notare – raccontano -. Ma il ponte era sporco di benzina: in pochi attimi il barcone è stato avvolto dalle fiamme; molti di noi sono si sono lanciati in acqua tra le urla mentre la barca si capovolgeva”.
Parole di dolore e rabbia. Per il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, “Bisogna reagire e agire. Non ci sono termini abbastanza forti per indicare anche il nostro sentimento di fronte a questa tragedia”. Ancora visibilmente scosso, Angelino Alfano ha detto: “Ho visto i corpi, una scena raccapricciante, che offende l’Occidente e l’Europa. Spero che la divina provvidenza abbia voluto questa tragedia per far aprire gli occhi all’Europa”.
