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San Marino, Consiglio Grande e Generale: libera professione dei dipendenti ISS

da Redazione

La Proposta di legge prevede prestazioni ambulatoriali e di ricovero libero professionali soggette a tariffe stabilite dall’Iss d’intesa con i professionisti, con una specifica quota di profitto, al netto dei costi, destinata esclusivamente a beneficio dell’Istituto, in modo che il settore pubblico possa essere progressivamente in grado di far fronte all’aumento della spesa. Il report dettagliato dell’agenzia Dire.

 

SAN MARINO – I lavori consiliari, dopo la pausa del week end, riprendono dal comma 7, sul progetto di legge per l’esercizio dell’attività libero professionale dei dipendenti dell’Iss. Dopo un acceso dibattito, con 33 iscritti ad intervenire, si è passati alle repliche che proseguiranno questa mattina.

 

Di seguito una sintesi del dibattito.

 

Progetto di legge “Legge per l’esercizio dell’attività libero professionale del personale del corpo sanitario medico e non medico Iss”.

 

Stefano Canti, Pdcs, relatore di maggioranza: “L’attività Libero professionale è l’attività che i medici ed il personale del comparto sanitario, così come indicati in questa Legge, svolgono previa autorizzazione, al di fuori dell’orario di lavoro e delle attività previste dall’impegno di servizio. Tale attività è rivolta all’utenza non assistita Iss, configurandosi quindi come attività perfettamente complementare di quella istituzionale, garantendo il pieno rispetto dei tempi di attesa previsti nei Piani Sanitari vigenti e la crescita professionale del personale coinvolto, nell’ottica dello sviluppo continuo della qualità offerta dai servizi dell’Iss. Dopo ormai venti anni di dibattito sul tema, dibattito che finora non ha mai trovato soluzione, questo governo ha portato avanti con decisione e coraggio il progetto di regolamentazione di tale attività, riuscendo a elaborare un disegno di Legge completo, frutto di condivisione con le parti sociali, che disciplina senza lasciare spazio a discrezionalità l’attività libero professionale, avendo ben chiaro l’ obiettivo primario di salvaguardia dell’attività istituzionale. Il presente articolato normativo si fonda sul principio che la libera professione deve sempre avvenire nel rispetto degli obblighi che l’Iss ha nei confronti degli assistiti. La tutela e la soddisfazione dell’assistito Iss rappresentano e rappresenteranno sempre la mission principale dell’Istituto, che grazie all’attività libero professionale potrà ampliare e perfezionare i servizi erogati. L’attività Libero Professionale, infatti, oltre a rappresentare un’imperdibile occasione di miglioramento delle professionalità, grazie anche all’aumento delle casistiche registrate e al confronto con nuove realtà, diventa strumento per reperire risorse economiche, indispensabili per fare fronte alla sempre crescente spesa sanitaria. È bene sottolineare che la Repubblica di San Marino è uno degli Stati più longevi al mondo, e per conservare il Welfare State che ha da sempre caratterizzato la nostra Repubblica, è assolutamente necessario trovare nuove entrate, che ci permettano di garantire quel “Diritto alla salute” fondamento di ogni costituzione moderna. La Proposta di legge prevede prestazioni ambulatoriali e di ricovero libero professionali soggette a tariffe stabilite dall’Iss d’intesa con i professionisti, con una specifica quota di profitto, al netto dei costi, destinata esclusivamente a beneficio dell’Istituto, in modo che il settore pubblico possa essere progressivamente in grado di far fronte all’aumento della spesa. Disciplina le diverse modalità libero professionali: il regime intramurario, intramurario allargato, il consulto e la consulenza, con l’Iss che esercita la funzione di soggetto regolatore dell’attività, sia per quanto riguarda l’attività autorizzativa e dei controlli, che per la parte economica. Stabilisce gli attori che possono avere accesso direttamente all’attività libero professionale e quelli che, invece, ne beneficiano indirettamente attraverso il fondo di perequazione, che d’intesa con le parti sociali potrà essere utilizzato anche per scopi formativi. Introduce un rigido sistema di controlli, che coinvolge diversi attori del sistema sanitario, dal singolo professionista, fino al direttore di dipartimento. Prevede violazioni specifiche, a cui sono collegate le sanzioni tipiche del dipendente pubblico. Definisce obblighi di trasparenza innovativi dell’attività istituzionale e libero professionale, attraverso la pubblicazione delle liste di attesa sul sito internet dell’Iss, a garanzia della tutela degli assistiti. Il progetto di legge, approvato dalla IV Commissione consiliare permanente in data 14 giugno, con 8 voti a favore, 5 contrari e 1 astenuto, diventa fondamentale sia per condurre a regolarità quelle realtà che oggi non sono disciplinate e pertanto sfuggono a legittimità, sia per garantire e preservare il Welfare State che ha da sempre caratterizzato la storia della nostra Repubblica”.

 

Elena Tonnini, Rete, relatore di minoranza: “Il progetto di legge in esame, pur seguendo il normale iter di approvazione, è stato caratterizzato dalla volontà del governo di imprimere una certa velocità al suo percorso, quasi per indurre una particolare urgenza. Oltre al fatto di trattare un argomento complesso e delicato, legato alla salute, che richiederebbe un’analisi più approfondita, ci troviamo di fronte a posizioni contrastanti che fanno pensaredi interpretare la sanità piuttosto che rispondere a reali esigenze del sistema sanitario e della cittadinanza. Questo progetto di legge nasce infatti sorvolando confronti e condivisioni, nonché trascurando molte indicazioni istituzionali: in primo luogo non si adegua al Piano Sanitario O meglio, dovrebbero adeguarsi, in quanto questo progetto di legge viene al contrario promosso in modo indipendente, al di fuori ed al di sopra delle linee del Piano sanitario, che al momento risulta appunto scaduto. Inoltre questa Legge disattende sia le indicazioni del Team per la Revisione della Spesa, sia il suggerimento del tavolo di confronto per lo sviluppo, laddove emerge la necessità di portare avanti il tema della sanità attraverso il confronto tra le parti. Perciò riteniamo che l’urgenza con cui questo provvedimento è stato proposto non solo sia fuori luogo, al di sopra di ogni indirizzo e di ogni analisi di sistema, ma rischi di essere controproducente rispetto alle reali esigenze dell’Iss e dei cittadini. Il governo propone questo provvedimento come strumento per regolamentare l’attività libero professionale rispetto agli ultimi 20 anni di totale anarchia da parte di alcuni professionisti, che si sono sentiti liberi di poter svolgere attività privata al di fuori del loro normale orario di lavoro presso strutture sanitarie esterne. Anziché parlare di una realtà deregolamentata però, si dovrebbe invece parlare di abuso, ma anche di compiacenza, piena tolleranza e mancati controlli. E’ curioso vedere invece come da parte del governo questo fatto venga ribaltato e stravolto per fornire un’impronta positiva alla Legge sulla libera professione, definita strumento essenziale perché capace di regolamentare quelle situazioni fino ad ora tollerate. Purtroppo questo provvedimento non solo non fornisce regole precise, ma crediamo andrà addirittura a complicare le cose. Uno degli elementi più problematici è rappresentato dalle prassi burocratiche che dovranno essere messe in atto per controllare e gestire i vari professionisti, per garantire gli spazi che saranno messi a disposizione dall’Iss, per incassare quanto dovuto dalle prestazioni effettuate, per rendere l’attività privata compatibile con quella pubblica. La maggioranza ci chiede dunque di credere che automaticamente, solo perché è stata fatta una nuova Legge sulle libere professioni, si diventa bravissimi a controllare gli eventuali abusi. Il sistema di libera professione rischia anzi di destabilizzare la qualità dei servizi, in quanto non viene proposto come attività corollaria rispetto a quella ordinaria, con una precisa regolamentazione anche degli orari, ma rischia di creare concorrenza con essa. La visione politica che è contenuta nel provvedimento di legge che è stato licenziato dalla Commissione, è inequivocabilmente sbilanciata a favore del professionista medico e non medico, al quale viene data la possibilità di svolgere un’ attività libero professionale secondo criteri e modalità che a fronte di un cospicuo vantaggio economico per il professionista non fanno corrispondere un vantaggio almeno equiparabile per il sistema sanitario pubblico. E’ emerso in modo imbarazzante il conflitto di interesse di coloro che all’interno della Commissione, essendo direttamente coinvolti nella professione medica, troveranno chiaramente in questo Progetto di Legge la possibilità di un riscontro economico personale, effettivo e diretto. Da parte di queste persone si è riscontrato un sostegno incondizionato, sottolineato lungo tutta la seduta da posizioni e utilizzo di esempi prettamente personali e privati, evidentemente legati ad una visione non imparziale e non distaccata rispetto all’appartenenza lavorativa ad un settore che, in modo del tutto privilegiato, otterrà grandi benefici economici da questo provvedimento. D’altronde crediamo che il contrasto in Commissione non rappresenti altro che lo specchio degli enormi conflitti di interesse che questa Legge, se non dovesse essere sottoposta a radicali correzioni, andrà a creare. Non bisogna dimenticare che questo provvedimento di legge crea un precedente, ma soprattutto evidenti disparità e sperequazioni tra cittadini impiegati sotto la Pubblica Amministrazione che, almeno in teoria, dovrebbero avere uguali diritti in base al criterio della incompatibilità”.

 

Francesco Mussoni, segretario di Stato per la Sanità: “Il relatore di maggioranza ha toccato in modo razionale l’articolato, ne ha colto lo spirito, la bontà e gli obiettivi. Ringrazio anche il consigliere di opposizione, la relazione di minoranza crea paure, contiene un alone di abuso e demagogia, legittime considerazioni, in una chiave di forte opposizione. Ma riconosco che non c’è strumentalizzazione, soltanto un’opinione diversa che è legittima. Mi rendo conto che la materia è sensibile per quella che può essere una non conoscenza approfondita della professione medica. Perchè il governo vuole portare questo provvedimento? Il nostro sistema sanitario si sta aprendo all’accredditamento, alla formazione continua, al rispetto di standard europei. E’ un lavoro che stiamo portando avanti con l’Authority e il progetto dell’Oms, si tratta di un lungo lavoro di accreditamento delle nostre strutture sanitarie in corso da diversi mesi. In questo solco è importante ragionare di apertura della nostra struttura sanitaria a professionalità nuove. Secondo fatto é la regolamentazione della professione: la libera professione è un dato di fatto, sarebbe sciocco nasconderlo. Credo ci sia la necessità di regolare in modo puntuale, chiaro e organico la materia. Da tenere in considerazione poi le entrate possibili della libera professione: nel 2011 sono stimabili in 588 mila euro, nel 2012 in 828 mila. Per mantenere un alto livello di servizi e della struttura sanitaria si deve intervenire anche introducendo regole che portino economie positive e questo provvedimento, oltre ad agevolare lo scambio professionalità, può creare un flusso economico verificabile e trasparente. E’ un provvedimento che porta anche un cambio culturale alla sanità, non mettiamo in discussione il modello universalitico, la nostra sanità resta gratuita, ma aggiungiamo una logica d’impresa compatibile con il sistema sanitario. E’ una sfida, vedremo quale sarà la risposta, ma non possiamo non fare leggi che possono portare sviluppo e crescita per paura. Il nostro è un sistema che ha bisogno di creare entrate e sviluppo, non possiamo solo pensare a tagliare e a non fare le cose. Questa è la spinta e auspico nella sanità non un cambiamento epocale, ma l’organizzazione della sua attività in modo regolamentato, trasparente ed economicamente vantaggioso. Se la legge non funzionerà, considereremo pro e contro, incassi e non incassi e faremo le dovute valutazioni. Usciamo dalla spirale di paura e regressione, cerchiamo di portare avanti provvedimenti migliorabili sicuramente, ma che portino anche risorse al sistema”.

 

Fabio Berardi, Pdcs: “In prima lettura avevo giò avuto modo e qui lo confermo il mio favore per provvedimento. Va dato atto e riconosciuto il merito al segretario di Stato di aver dimostrato determinazione e coraggio nell’affrontare un tema che da oltre un ventennio è oggetto di dibattito, favori e sfavori. Era ora di farlo, perche il progetto porta il nostro ospedale al passo con ospedali più moderni e avrà una serie di cadute positive, dirette e indirette e non solo per i nostri cittadini. Si colma una lacuna e si va di fatto a normare un’attività che cominciava ad uscire un po’ fuori dalle righe. Al di là della congiuntura economica, il taglio di impresa mancava all’Iss. La spendng review chiede al segretario Mussoni tagli importanti in tempi brevi senza intaccare servizi erogati. Ha trovato un modo innovativo per bilanciare tagli e nuove entrate. L’utenza diventa allargata, l’ampliamento degli orari si traduce in un migliore ammortamento degli investimenti recenti fatti dall’ospedale. Per il nostro piccolo bacino di utenza infatto ci volevano anni per ammortizzare gli investimenti. Si compie un salto di qualità nel rapporto esterno, finora abbiamo sempre pagato servizi all’area vasta Romagna, in questo caso abbiamo timidi esempi in cui siamo noi a vendere servizi. Ora è solo una possibilità limitata, ma con questa legge potrà avere un’espansione illimitata”.

 

Augusto Michelotti, Su: “Siamo contrari a questa legge, ma non per paura di cambiare, bensì perché la considero una sconfitta annunciata. Se si continua a pensare che l’aumento della spesa sanitaria privata sia cosa normale, allora si sta perdendo il giusto equilibrio. Gli spazi intramoenia inoltre rappresentano un costo che a mio parere faremo fatica a coprire. Questo provvedimento è un primo candelotto messo sotto il sistema sanitario e mira alla privatizzazione della sanità. In Italia le entrate per prestazione intramoenia nel 2010 ammontavano a 250 milioni di euro a fronte di qualche miliardo di euro di spese. E’ per questo che ci riserviamo di valutare questi faraonici guadagni di cui si parla nella relazione del governo. Noi riteniamo la legge assolutamente sbagliata e neppure emendabile. Voteremo contro tutti gli articoli della legge e chiediamo all’Aula di esprimesi in maniera contraria”.

 

William Giardi, Upr: “Mi astengo perché faccio parte del corpo sanitario medico. Questa legge riguarda in maniera troppo diretta dei miei interessi personali perché può potenzialmente aumentare le mie entrate economiche. Ribadisco la mia astensione per una questione etica e per un senso di responsabilità nei confronti del Consiglio grande e generale. L’auspicio è che chiunque abbia conflitto di interessi faccia altrettanto”.

 

Mimma Zavoli, C10: “E’ una legge che vuole ordinare e istituire la libera professione in campo sanitario, senza però aver adeguatamente aggiornato il Piano sanitario nazionale, che è cornice naturale a cui spetterebbe il compito di armonizzare ogni provvedimento legislativo in materia sanitaria. E’ un regolamento che non si armonizza con la sua legge d’emanazione, ma che va di fatto a modificare la legge che lo istituisce. Il governo ha scarsissima capacità di progettare il futuro, ma sa solo mettere delle pezze. Questo progetto di legge prevede due categorie di lavoratori: dipendenti della Pa, che devono sottostare a leggi rigorose, e i dipendenti Pa, che invece possono ritrovarsi con un doppio stipendio. Questo provvedimento mira allo smantellamento dello stato sociale e non si tratta, come dicono i sostenitori del governo, di una normativa moderna che permetterà l’ammodernamento del nostro sistema sanitario bensì lo impoverirà”.

 

Elena Tonnini, Rete: “E’ una legge folle e iniqua. Dire di voler regolamentare il settore significa solo legittimare ciò che fino adesso era considerato illegale. Si va solo a legittimare chi, fino adesso, queste cose le ha fatte di nascosto per guadagnare privatamente sulle spalle dei cittadini. Chiedo al governo: ci sta prendendo in giro? Invito tutte le categorie che lavorano nella Pa a svolgere una seconda attività nel settore privato, tanto prima o poi arriverà un segretario di Stato che regolamenterà le vostre irregolarità. Questo provvedimento aumenta l’attività del medico rendendo irreperibile e peggiorando la qualità del servizio reso ai sammarinesi. Prima il governo ci dice che c’è un esubero di un’ottantina di persone, poi permette ai medici di lavorare ancora di più. Inaccettabile è poi il solito spauracchio del ‘se non si imbocca questa strada, il rischio è lo smantellamento dei servizi’. Questa legge si inserisce tra una tassa e l’altra andando ad aumentare la disuguaglianza già molto presente nella distribuzione della ricchezza. E’ una legge ingiusta che fomenta lo scontro sociale. Il progetto di legge apre la porta ad un vero e proprio baratro. Il segretario vuole rendere il sistema sanitario un’azienda. Chi voterà la legge sulle libere professioni, deve essere consapevole del fatto che voterà contro le indicazioni del Piano sanitario”.

 

Massimo Andrea Ugolini, Pdcs: “Come partito non intendiamo mettere in discussione il nostro sistema sanitario. Ma dato che siamo in fase di spending review, intendiamo incrementare le entrate senza intaccare la qualità dei servizi. I nostri professionisti e le nostre attrezzature possono diventare delle risorse da sfruttare: è quello che si prefigge questo progetto di legge. Tanto che non sono erogabili le prestazioni non remunerative. Abbiamo cercato equilibrio tra possibili entrate e il mantenimento del servizio reso ai sammarinesi. Occorrerà valorizzare l’attività intramoenia nelle mura sammarinesi andando così a incrementare quella forma di turismo sanitario che può alzare il livello dei consumi interni. Complimenti al segretario competente che ha portato in Aula una tematica spinosa”.

 

Andrea Belluzzi, Psd: “Sicuramente la sanità è un terreno delicato, gli obiettivi primari sono quelli degli interessi dei cittadini e la sostenibilità dei servizi dell’Iss. Di qui la necessità di garantire la qualità su cui l’attività intramoenia non deve interferire. Il fine della legge è quella di intervenire positivamente su alcuni parametri, come la sostenibilità. L’Aula può chiedere di condividere con lei, Segretario, i regolamenti successivi alla legge, che sono passaggi fondamentali della sua applicazione. Questa legge contiene potenzialità molto valide, ma è anche un terreno un po’ scivoloso, bisogna trovare condivisione nella sua corretta applicazione. Siamo in un momento di spending review, andiamo a chiedere alla cittadinanza sforzi ulteriori e questa legge dà un’opportunità in più ad alcuni, ma per equità bisogna tenere in considerazione il rinnovo dei contratti. Credo opportuno, una volta approvata la legge, completare il percorso per condividerlo. Esprimo quindi il parere favorevole condizionato sulla fiducia”.

 

Paolo Crescentini, Ps: “Il Ps non condivide assolutamente questa legge. Non è studiata a misura del cittadino ma unicamente a misura del professionista. Non è altro che una sanatoria che va a sanare un abuso, si permette alla casta dei medici di poter svolgere liberamente il doppio lavoro in un momento in cui ci sono cittadini che fanno fatica a svolgerne mezzo. Sarebbe stato più opportuno fare come in Italia, dove un professionista può svolgere la sua attività in strutture pubbliche in forma privata. Una legge coraggiosa avrebbe portato il medico a scegliere se essere dipendente o privato cittadino. Ci vogliamo nascondere dietro a un dito dicendo che faremo i controlli? Chi va a controllare quel medico che finito il suo orario va a fare visite in strutture private? Chi va a controllare quei medici pensionati in Italia e a San Marino che con convenzioni lavorano in ospedale? Andiamo a spiegarlo ai lavoratori che domani saranno qua in piazza. Si dice che la legge non riguarderà pazienti residenti e sammarinesi. Avremo per tanto, sammarinesi che faranno le file perché i medici avranno tutti gli interessi a dare corsie preferenziali a chi paga. Ci saranno altri settori della Pa che potranno chiedere di svolgere loro attività anche al di fuori dell’orario di lavoro e mi chiedo quale logica ci sia attorno a questo sistema”.

 

Stefano Canti, Pdcs: “Con questa legge verrà messa fine all’incertezza sull’esercizio della libera professione sanitaria, attività che ha caratterizzato gli ultimi anni il settore. L’erogazione dei servizi sarà gestita dall’Iss per avere garanzie e controlli, l’attività libero professionale intramuraria non può considerarsi scorciatoia, possibilità ammessa solo per le persone non assistite dall’Iss. L’Iss avrà strumenti per coniugare le esigenze del cittadino con le garanzie sanitarie. La relazione di minoranza chiede perché la libera professione sia limitata agli operatori sanitari. Porterà l’aumento della casistica e degli introiti dell’Iss, nonché un più intenso utilizzo delle attrezzature e delle strutture Iss, ad oggi anti-economico. Solo la sussistenza di questi effetti positivi giustifica la differenziazione”.

 

Marco Podeschi, Upr: “Questo progetto di legge cade in un momento molto grave della vita economica. Sentire dire, da parte del governo e del relatore di maggioranza, che con questo progetto si salverà l’Iss e si rilancerà settore sanitario sammarinese. Si può credere in tantissime cose, ma forse ci vuole buon senso. Ad andare a vedere i bilanci dell’Iss non mi sembra che la libera professione abbia portato contributi significativi. Il segretario di Stato Mussoni ha detto la verità, la libera professionale è un dato di fatto e sarebbe sciocco negarlo. Allora oggi ci apprestiamo a votare una maxi sanatoria per chi ha fatto la libera professione ai limiti delle norme. E’ vero che se vogliamo rilanciare l’Iss bisogna cambiare modello organizzativo, ma non sarei partito da questa legge. Sono perplesso sull’impatto della normativa sui cittadini, si creerà un problema di gestionedegli utenti, andremo a mischiare gli assistiti Iss e non, con tutte le implicazioni del caso. Farete la legge e tra due anni verrete in Consiglio a dire che dovrà essere cambiata. Sono molto preoccupato, il progetto ha dei limiti, non l’avrei presentato in questo momento, andiamo a distinguere tra dipendenti pubblici e non mi piace, inoltre manca un progetto generale di rilancio del settore sanitario”.

 

Andrea Zafferani, C10: “Ci lamentiamo del fatto che i nostri medici talvolta non sono all’altezza per mancanza di un’adeguata casistica. Ma io mi chiedo: come si può dire contemporaneamente che c’è necessità di aumentare la casistica e che la libera professione sarà fatta solo con assistiti non Iss? Queste ultime due affermazioni sono in contraddizione. Basterebbe quest’ultima domanda per smontare le ragioni di chi difende questo progetto di legge. Contrariamente da quanto avviene fuori da San Marino, in questo progetto di legge non si chiede ai professionisti di scegliere quale dovrà essere il loro status contrattuale. Non è neppure previsto quale sarà la quota di compenso da lasciare all’Iss. Questa legge ridurrà tempo e impegno che i medici presteranno alle dipendenze dell’Iss forzando gli assistiti a rivolgersi a professionisti in regime privatistico. A mio avviso dovremmo integrare il nostro sistema con l’area vasta Romagna, smetterla di pensare che il nostro ospedale possa fare tutto ma, al contrario, agire per una sua specializzazione in qualche attività sanitaria che davvero possa richiamare gente a San Marino per cure specialistiche. Mi piacerebbe che riflettessimo su come rendere il nostro ospedale attrattivo per professionisti specializzati esterni. La legge ha solo l’obiettivo di venire incontro alle richieste dei medici sammarinesi. Servirebbe qualcosa di completamente diverso”.

 

Alessandro Cardelli, Pdcs: “Ci sono due visioni differenti in Aula di quello che dovrà essere la sanità sammarinese: noi vediamo la sanità come una risorsa per far crescere San Marino. Non proponiamo la riduzione dei servizi resi alla cittadinanza, ma offriamo la possibilità di attrarre professionalità dall’esterno perché in un paese da 31 mila abitanti non possiamo disporre delle competenze necessarie. La politica con questo provvedimento decide con coraggio di intervenire su una materia impopolare e su cui non si voleva intervenire, mantenendo al contempo le eccellenze sanitarie del nostro sistema”.

 

Gloria Arcangeloni, Rete: “La nostra non è né paura, né malizia, ma il frutto di quello a cui la politica sammarinese ci ha abituati. Non posso che chiedere a tutti di votare contro questa legge. Non posso neppure esimermi dal chiedere a tutti i consiglieri direttamente o indirettamente, dunque anche parenti di medici, coinvolti da questo progetto di legge di astenersi almeno dalla votazione”.

Tony Margiotta, Su: “Si è persa un’occasione per creare e mettere delle basi nuove al sistema San Marino del domani. Rigetto completamente questa legge. E’ necessario creare opportunità nuove, anche come voce di bilancio, al sistema Iss. Il nostro sistema socio-sanitario era un modello di riferimento in tutta Europa: siamo la popolazione più longeva del mondo grazie a un sistema di eccellenza e di qualità che è andato a sostenere le problematiche sanitarie della nostra comunità. C’è stato anche un discorso di prevenzione che ha dato i suoi frutti. E’ fondamentale portare professionalità a San Marino, ma è fondamentale anche che queste professionalità vengano trasmesse ai medici sammarinesi. Per dare risposte agli assistiti, ma anche per creare competenze e capacità in grado di migliorare la qualità del sistema sanitario e di dare anche risultati positivi in termini economici”.

 

Giovanni Lonfernini, Upr: “Il riferimento del segretario apre una serie di spunti di riflessione. Non posso che condividere quando parla del sistema sanitario come qualcosa che ha l’ambizione di aprirsi e di allinearsi agli standard internazionali. Sono rimasto un po’ perplesso quando, nella parte finale dell’intervento, ha preso le mosse verso una serie di soggetti indefiniti. Quando ha parlato di sfida e ha detto che è ora di svegliarsi. Non ho capito a chi si rivolgesse. Al Consiglio? Ai suoi colleghi di governo? Alla sua maggioranza? A certi settori della sua maggioranza? Il mio interrogativo è più che doveroso perché mesi fa quest’Aula ha approvato la legge sullo sviluppo. Da quello che ci risulta, mentre lei Segretario oggi carica sul Consiglio grande e generale una responsabilità, accusandolo di voler bloccare il Paese, da quel che ci risulta, la legge sullo Sviluppo è bloccata all’interno della maggioranza e non per colpa dell’opposizione, ma per veti incrociati su minime questioni e minimi punti di intervento individuati. E’ da circa 20 anni che si parla di libera professione sanitaria. Il regolamento esiste, non sempre molto chiaro, non sempre rispettato. E’ una grande verità, ma fa emergere una situazione assolutamente precaria e grave. Il collega Podeschi ha allineato questo pdl a una sanatoria. E’ così. Il cambio culturale è che oggi, per risolvere problemi, il governo propone una sanatoria. Consiglio di non premere l’acceleratore sulla legge accomunandola alla spending review”.

 

Matteo Zeppa, Rete: “Il diritto della malattia è sovrastato dalla monetizzazione. Costantemente facciamo tagli e parliamo su come fare più introiti sui diritti dei malati. E’ ciò che di più avvilente possa accollarsi una segreteria di Stato. Non ho simpatia per il segretario in questione, ma sono cosciente che ognuno ha una propria visione di insieme. Non condivido la relazione di maggioranza del consigliere Canti, ma non mi sarei mai azzardato di criticarla. Ho invece sentito dire dal segretario che in quella di minoranza, c’è un alone di abuso e demagogia. Mi aspettavo invece che il segretario motivasse questo provvedimento, che è una sanatoria di fatto. Credo che in questa gravissima crisi, andare a forzare una simile regolamentazione in questo settore, sia quanto di più grave si possa fare. Non si può fare lucro sul disagio”.

 

Roberto Venturini, Pdcs: “Intervengo sul conflitto di interessi. Voglio precisare che io non faccio e non ho mai fatto libera professione. Nonostante tutto, dichiaro che mi asterrò dal voto su questo legge. Voglio vedere però quando si dovrà votare qualcosa su Bcsm, i consiglieri che ci lavorano faranno senz’altro. Come professionisti potremmo dare a questo Paese un contributo di idee utile dato che si conosce bene il settore. Non capisco le polemiche sul fatto che da 20 anni la professione non fosse regolamentata e con questa legge facciamo una sanatoria. Una riduzione di spese è doverosa, ma bisogna anche individuare nuove entrate”.

 

Franco Santi, C10: “Si dice che questo governo ha avuto il coraggio di regolamentare il settore. Credo che se avessimo un esecutivo che voglia dimostrare coraggio, in questo settore il coraggio è andare a colpire chi fa abusi. Ovvero il medico pubblico dipendente che va a lavorare in cliniche private. Questo è coraggio, non introdurre una norma che non fa altro che inquadrare in un provvedimento giuridico la giungla portata avanti dal 1991 in poi. Abbiamo chiesto, per questioni di controllo, di limitare l’attività intramuraria, ma non è stato tenuto in considerazione. Auguro che si possa al più presto ragionare in Aula del Piano sanitario nazionale e degli obiettivi contenuti in una logica di sistema, cosa che non si realizza certamente con un provvedimento parziale come quello di oggi, sbilanciato in maniera inaccettabile sulla figura del medico e sulla sua possibilità di fare quello che ha sempre fatto in questi anni di deregulation”.

 

Mario Venturini, Ap: “D’accordo con Santi quando dice che dovremo avere coraggio nel fare i controlli, altrimenti cade tutta l’impalcatura della legge. E’ l’unica cosa su cui sono d’accordo però. Molte contrarietà che ho sentito durante il dibattito hanno poco fondamento. La maggioranza ha fatto una scelta che credo sia degna di rispetto, così come sono rispettabili le opinioni della minoranza. Non è corretto dire che il Governo è in “malafede”, che ha “interessi reconditi” o che attua “interventi abominevoli”: questo livello della discussione non è accettabile. A mio parere i paragoni con la realtà sanitaria italiana sono sbagliati: in Italia i problemi della sanità sono dovuti al livello del debito pubblico e non al fatto che ai medici operano in strutture pubbliche è data la possibilità di fare libera professione. L’aumento della casistica per i medici che svolgono libera professione c’è già stato e questo ha portato dei benefici legati alla competenza dei medici e con questo progetto di legge ci sarà incremento ulteriore. Quanto alla maggiore integrazione con l’Area Vasta romagnola questa è già presente: i rapporti di collaborazione sono quotidiani. La legge regolamenta l”attività libero professionale che è limitata alle strutture interne all’Iss oppure a strutture esterne ma convenzionate con l’Iss. Le regole ci sono anche se ora, ripeto, mi auspico che i controlli siano rigorosi. Questa legge è necessaria perché va a istituire limiti precisi ad attività che limiti non aveva ed, in secondo luogo, può avere ritorni economici interessanti ed infine è propedeutica ad aumento competenze medici sammarinesi. Mi asterrò dal votare questo progetto di legge perché sia mia moglie che mio figlio sono dirigenti nel comparto sanitario. Ma detto questo riprendo quello che ha detto il collega Roberto Venturini e dunque chiederò a tutti i dipendenti di Pa o di Banca Centrale di astenersi dal voto quando si voteranno provvedimenti su pubblica amministrazione o sugli istituti di credito. Stessa cosa farò con gli avvocati per i provvedimenti in tema di giustizia”.

 

Roberto Ciavatta, Rete: “La classe politica di questo Paese ha dato modo di pensare male. Non vedo una linea di demarcazione rispetto al passato e dunque le nostre perplessità sono legittimate. Con questa legge la maggioranza va a legalizzare quello che fino a ieri non era ammesso ma che, nonostante ciò, veniva praticato. La regolarizzazione di quei contratti atipici che prima erano fuorilegge. Io mi augurerei che se un’attività non è ammessa, lo Stato vada a punire chi infrange le regole: questo progetto di legge invece è una maxi-sanatoria”.

 

Ivan Foschi, Su: “Questo provvedimento è lontano dal buon senso e da una logica di razionalizzazione delle risorse. Il rispetto delle regole, a quanto pare, a qualcuno fa venire proprio l’orticaria. Io credo che sia l’esperienza stessa a dimostrarci di quanto sia inefficace fare una sanatoria, ovvero l’azione che si sta facendo con questo provvedimento. Quale autorevolezza può avere uno Stato che anziché prendersela con gli inosservanti delle regole se la prende con le regole stesse? In commissione abbiamo ritenuto che il provvedimento fosse non emendabile perché contrario al buon senso. Occorre proprio cambiare la filosofia alla base della normativa. Per questo ci esprimeremo in maniera contraria”.

 

Paride Andreoli, Ps: “La sanità è la materia che sta più a cuore ai cittadini. Non condivido il progetto di legge e dunque non possiamo dare parere favorevole. Questo passerà alla storia come il Governo delle tasse”.

 

Marco Gatti, Pdcs: “Dal mio punto di vista questo progetto di legge aiuta l’Iss ad avere delle entrate per quanto riguarda l’esercizio della libera professione dei suoi medici. Anche noi ci siamo posti delle domande quando abbiamo affrontato il problema di questa legge: anche noi avevamo dei dubbi che però abbiamo avuto il coraggio di affrontare. Perché vogliamo andare in avanti. Dobbiamo smetterla di non fare le cose perché potrebbero non funzionare. Ci potranno sicuramente essere delle migliorie. Non vogliamo l’allungamento delle liste d’attesa e questo lo otterremo facendo lavorare i medici che sono a posto con i propri pazienti Iss. Altrettanto vale per il discorso “intramurario” ed “extramurario”. Perché essere pregiudizialmente contrari al discorso dell'”extramurario”? Vediamo se le professionalità aumentano e crescono, poi se ci saranno degli accorgimenti da adottare li adotteremo. Privatizzazione? Il problema di fondo è che noi abbiamo una sanità che garantisce a tutti lo stesso livello di servizi e questo deve essere il modello che dovremo continuare a seguire nella Repubblica di San Marino. E’ indifferente poi che il sistema sia pubblico o privato, ma l’importante è che a San Marino sia valorizzato il modello della sanità gratuita e riconosciuta a tutti. Non è facile perché siamo solo 32 mila persone e in molte altre parti del mondo un ospedale con 32 mila abitanti non si giustificherebbe. Invece noi non possiamo rinunciare all’ospedale”.

 

Luigi Mazza, Pdcs: “La sanità è anche un processo economico. Quando dall’Emilia Romagna ci hanno chiesto di vendere la loro sanità a San Marino, non lo facevano perché pensavano ai nostri malati: si tratta di costi che ci facevano fatturare. In alcuni settori noi siamo in grado di dare delle eccellenze e questo comporterà che molti pazienti verranno nel nostro territorio a operarsi: la struttura di chirurgia, ad esempio, è un’eccellenza. E dunque c’è ritorno economico e sociale. Per far questo però occorre che noi permettiamo ai nostri medici di andare fuori. Per ottenere una struttura che può vendere eccellenza ci sono 4 tappe da percorrere: 1) avere l’eccellenza nel proprio territorio 2) avere una struttura capace di aggiungere altri servizi (Laboratorio analisi qualificato, sale operatorie moderne e attrezzate) 3) un accordo internazionale, perché senza intesa c’è solo collaborazione unilaterale. Ci siamo accordati prima con l’Italia, poi con le Regioni ed infine con l’Area Vasta 4) occorrono professionisti, che oltre a lavorare per propri assistiti, prestino attività anche fuori. La Sanatoria? Non esiste. Se voglio fare l’eccellenza a San Marino devo consentire ai medici che lavorano nel nostro territorio di prestare servizi anche fuori dal nostro paese”.

 

Francesco Mussoni, segretario di Stato per la Sanità, replica: “E’ stato un dibattito ampio e articolato e non trascuro nessuna posizione. Facciamo questa legge per mantenere punti fermi, la gratuità, l’universalità della sanità, a prescindere dal reddito e dal credo. La legge attua questi capisaldi. La nostra sanità deve relazionarsi all’esterno, deve avere accordi e strutture, le professionalità per compensare i bassi numeri della casistica. Non è incompatibile parlare di spending review e sviluppo. Ho chiesto risparmi per due milioni di euro, arriveremo a tre, ma ciò non è incompatibile con nuove risorse. Dobbiamo avere la capacità di incrementare servizi e produttività, come possiamo ottimizzare i servizi se non possiamo venderli? La legge va in questa direzione. Non sono convinto che la legge sia perfetta perché nessuna legge lo è. Dipende come si applica, ci sono tante variabili in una struttura come quella dell’Iss, ma è un buon prodotto normativo. È un altro tassello che si colloca in un processo di riorganizzazione, partito anche prima del mio arrivo all’istituto. Credo che domani ci possano essere liberi professionisti che possono venire a dare il loro servizio nel nostro ospedale perché ci sono condizioni di legge, oggi non possibili. Questa legge disciplina la professione dei medici e non è positivo dire non facciamola perché crea qualcosa di nuovo per qualcun altro. A Belluzzi: la parte economica non è chiusa con questo provvedimento. In attuazione della legge in sede contrattuale con i sindacati si potranno valutare questi aspetti. Il consigliere Zafferani ha fatto un intervento logico, era un po’ pessimista, ci può stare, vedremo non ho certezza che la legge produca tutti i suoi effetti, ma è certo che è tassello fondamentale perché la sanità abbia un ritorno. Forse totalmente iniquo non è. Non c’è filosofia privatistica. Arcangeloni ha colto l’aspetto importante di spending review, la relazione aveva aperto alla libera professione, prevedendo la retrocessione dello stipendio, questo non è escluso. Lonfernini l’ha buttata sulla sanatoria, non credo questa lettura tenga conto appieno della valutazione fatta. E’ forzata. Non mi aspettavo di essere simpatico al collega Zeppa, rispetto certe affermazioni forti rispondo che non volevo interpretare relazione minoranza in modo strumentale, ma mi sono permesso di giudicare certi passaggi parziali”.

 

Fabio Berardi, Pdcs: “Chiederei a chi ha dichiarato di non voler partecipare al voto, invece di partecipare, perché questa esclusione per la dimensione del Paese e gli agganci parentali che si hanno è davvero difficile da seguire. Quei consiglieri hanno dimostrato di avere a cuore la sanità sammarinese. Con Mario Venturini in passato sulla sanità abbiamo fatte tante battaglie qua dentro, devo dire che con lui si è passati a una sanità con settori di eccellenza. In ragione di questo impegno chiedo all’amico Venturini di partecipare serenamente”.

 

Franco Santi, C10: “La filosofia di fondo l’abbiamo capita benissimo. Ribadisco la forte contrarietà del movimento C10 verso questo provvedimento che non ha la finalità sbandierata, ma tutt’altra”.

 

Andrea Belluzzi, Psd: “Mi unisco a chi sostiene sull’astensione che è totalmente fuori luogo. E’ questione soggettiva non riferita all’incarico. Sarebbe utile sviluppare in Aula un dibattito sui percorsi futuri”.

 

Augusto Michelotti, Su: “Mazza parla in prima persona, a me invece piacerebbe, come ha detto chi mi ha preceduto, si decidesse un po’ insieme sulla futura sanità. Su incompatibilità: è uno dei cardini che ha sorretto questo Stato, non iniziamo ad aprire le porte per qualcuno, poi la gente si arrabbia, oggi come non mai. Le tensioni sociali vanno smorzate, non create”.

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