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San Marino, il PDCS e Noi Sammarinesi sulla legge delle Giunte di Castello

da Redazione

Elemento di novità in questo provvedimento è l’introduzione della personalità giuridica che consente ad ogni singola Giunta di rappresentare il Castello con maggior autorevolezza stimolando tutti i cittadini ad un più vivo coinvolgimento alla vita attiva del territorio.

 

SAN MARINO – La scelta della Segreteria di Stato per gli Affari Interni di presentare in seconda lettura un Progetto di Legge sulle Giunte di Castello che recepisce contenuti legislativi del disegno di legge presentato dall’UPR, poi ritirato, è risultata vincente, ottenendo un successo a larga maggioranza.

Il Partito Democratico Cristiano Sammarinese e Noi Sammarinesi esprimono viva soddisfazione per questo risultato che offre un maggior riconoscimento ai Capitani di Castello ed alle Giunte.

Elemento di novità in questo provvedimento è l’introduzione della personalità giuridica che consente ad ogni singola Giunta di rappresentare il Castello con maggior autorevolezza stimolando tutti i cittadini ad un più vivo coinvolgimento alla vita attiva del territorio.

Altre modifiche di rilievo introdotte dal provvedimento legislativo nell’ottica di valorizzare l’Organo Istituzionale, sono la previsione di pareri obbligatori della Giunta negli ambiti di interesse del Castello laddove la precedente normativa non imponeva tale coinvolgimento; l’introduzione di limiti temporali in capo alla P.A. per dare riscontro alle istanze delle Giunte; la scelta del principio che a parità di voti, nell’ambito delle elezioni dei membri e del Capitano, prevale il candidato più giovane; l’istituzionalizzazione di momenti di confronto con le Segreterie di Stato per la verifica sull’andamento dei lavori pubblici nel Castello, e la partecipazione alle politiche di Bilancio.

La Lista PDCS NS ha manifestato una forte contrarietà alla proposta avanzata da una parte della minoranza con la quale veniva richiesto il diritto di voto anche ai non cittadini, residenti in Repubblica da almeno cinque o dieci anni.

Proposta che non ha trovato la condivisione da parte dell’intero gruppo consiliare, a difesa del principio secondo il quale la nomina della Istituzioni del Paese è riservata ai soli cittadini, in conformità al principio sancito dalla Dichiarazione dei Diritti e dei Principi Fondamentali dell’ordinamento Sammarinese.

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