Home NotizieSan Marino San Marino, i sindacati contro la spending review: l’inizio è disastroso

San Marino, i sindacati contro la spending review: l’inizio è disastroso

da Redazione

Alessio Muccioli, Segretario FUPI-CSdL: “Gli sprechi reali continuano; proseguono infatti i viaggi in business class, le costose convenzioni molto opinabili dal punto di vista della loro effettiva necessità”.

 

SAN MARINO – Il percorso della Spending review è cominciato molto male. Alessio Muccioli, segretario FUPI-CSlL, va all’attacco: “Sappiamo benissimo degli sprechi nella Pubblica Amministrazione, tuttavia i primi provvedimenti varati dal Governo per ridurli non vanno affatto in tal senso, ma mettono in difficoltà servizi essenziali. Infatti, i primi settori ad essere colpiti sono quelli che a nostro avviso dovrebbero essere i più tutelati, come la pubblica istruzione, sia per la sua importanza strategica, in quanto un paese che non investe in istruzione è un paese che non guarda al suo futuro, sia sul piano della difesa dei redditi più bassi della popolazione. È di questi giorni, infatti, la decisione di ridurre gli incarichi di personale non docente nelle scuole; il provvedimento quindi mette diverse persone in stato di disoccupazione. Sono persone che appartengono alle fasce di reddito più basso, che andrebbero difese, non vessate. E tutto ciò avviene mentre gli sprechi reali continuano; proseguono infatti i viaggi in business class, le costose convenzioni molto opinabili dal punto di vista della loro effettiva necessità, gli sprechi negli appalti pubblici e via discorrendo. A guardare i numeri si direbbe che il personale assegnato possa essere più che sufficiente. Va però ricordato la PA “assorbe”, giustamente, un gran numero di lavoratori che il settore privato non vuole più (anche se per legge sarebbe tenuto a farlo); molti di questi vengono assegnati anche, ovviamente, al personale non docente delle scuole. La paura è che se si guardano solo i numeri si rischia di mandare in difficoltà l’organizzazione del lavoro dei non docenti; la richiesta è quindi di verificare al meglio l’effettiva idoneità di chi rimane in servizio e di integrare con qualche disoccupato laddove ve ne fosse l’esigenza, poiché sicuramente ci sono alcune situazioni di questo tipo; a meno che non si voglia davvero mettere in difficoltà i servizi, per altri scopi. Magari per privatizzare il servizio mensa delle scuole? Ribadiamo che gli sprechi sono molto visibili; crediamo di poter risparmiare più quattrini rivedendo alcune posizioni dirigenziali (78 dirigenti non sono un po’ troppi?), e riducendo il numero dei Direttori di Dipartimento, che sono sempre tanti. Peraltro, si tratta di due figure che si sovrappongono a livello di responsabilità. Allora perché non si pensa a razionalizzare questa situazione? Sono domande che esigono risposte, soprattutto in tempi di spending review, che a noi pare sia iniziata dal verso sbagliato”.

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