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San Marino, Consiglio Grande e Generale: la riforma delle Giunte di Castello

da Redazione

Il segretario di Stato Gian Carlo Venturini, nel suo intervento, ha spiegato che dai due progetti di legge all’ordine del giorno – uno presentato dalla sua segreteria, l’altro dall’Upr – dopo un confronto tra le parti, si è giunti a una condivisione su un unico testo emendato. Il report dell’agenzia Dire.

 

SAN MARINO – Si è concluso l’esame delle istanze d’Arengo, con l’approvazione unanime della n. 22, in favore del ripristino del sentiero che parte dalla stazione di Domagnano.

Quindi i lavori consiliari sono proseguiti con il dibattito sulla riforma delle Giunte di Castello. Il segretario di Stato Gian Carlo Venturini, nel suo intervento, ha spiegato che dai due progetti di legge all’ordine del giorno- uno presentato dalla sua segreteria, l’altro dall’Upr- dopo un confronto tra le parti, si è giunti a una condivisione su un unico testo emendato. A seguito dell’accordo, è stato posto all’attenzione dell’Aula un unico articolato, il cui esame proseguirà in seduta notturna.

 

Di seguito, una sintesi del dibattito pomeridiano.

 

Istanze d’Arengo.

           

Istanza d’Arengo n.22- cittadini sammarinesi “per il ripristino e la valorizzazione del sentiero corrispondente al tratto di ferrovia che parte dalla stazione di Domagnano”. Approvata all’unanimità.


Massimo Ugolini, Pdcs: “L’istanza che ha lo scopo di valorizzare il tracciato che ripercorreva la vecchia ferrovia. Sottolineo la totale adesione all’istanza da parte del gruppo Pdcs-Ns che mi auguro possa essere accolta”.

 

Stefano Canti, Pdcs: “Il progetto si prefigge anche il miglioramento e l’integrazione con nuovi tracciati e percorsi ciclo-pedonabili già esistenti. E’ già approvato nella commissione per le politiche territoriali. L’istanza d’Arengo è ampiamente recepita nelle proposte progettuali già allo studio e per questo siamo favorevoli”.

 

Simone Celli, Ps: “Siamo assolutamente favorevoli all’istanza d’Arengo”.

 

Tony Margiotta, Su: “Esprimo pieno appoggio per un’istanza che individua un tratto storico della Repubblica di San Marino. Sinistra unita è sempre stata molto attenta a valorizzare le nostre radici e i siti storici del nostro Paese. E’ giusto recuperare tutti quei siti che possono riqualificare San Marino. Oltre alla realizzazione di percorsi ciclabili e pedonali per il cittadino possiamo anche arricchire l’offerta per i nostri turisti”.

 

Roberto Ciavatta, Rete: “Siamo favorevoli all’istanza d’Arengo, ma vorrei fare qualche osservazione sull’operato schizofrenico del governo. Sull’istanza di Ca’ rigo, ad esempio, dato che c’era già una progettazione in corso, non occorreva accoglierla e maggioranza, l’ha dunque rifiutata. Eppure c’è un progetto in piedi anche sull’opera oggetto di questa istanza. Perché allora nell’istanza precedente si è chiesto di non accettarla e invece questa ora viene accolta? Mi pare un comportamento incoerente”.

 

Franco Santi, C10: “Siamo favorevoli all’istanza, anche se non capiamo perché il progetto del percorso ciclabile a Falciano, prospettato da un’altra istanza, non possa essere accolto”.

 

Andrea Belluzzi, Psd: “Investimenti in questo tipo di progetti, che incentivano una mobilità sostenibile agevolando anche l’attività fisica, hanno ricadute positive anche indirette diminuendo i costi sanitari per garantire la salute dei sammarinesi”.

 

Giovanni Francesco Ugolini, Pdcs: “Siamo favorevoli all’istanza”.

 


– Progetto di legge “Legge sulle Giunte di Castello”;


– Progetto di legge “Modifiche alla Legge 24 febbraio 1994 n.22 (Legge sulle Giunte di Castello)”


Gian Carlo Venturini, segretario di Stato per gli Affari interni, con delega ai rapporti con le giunte di Castello: “Da diversi anni i capitani di Castello auspicavano una riforma delle giunte per ottenere un avvicinamento delle istituzioni locali a quelle centrali, indispensabile per dare impulso a questi organismi. Sono due i progetti di legge sulla materia, questo e quello presentato dall’Upr. I rappresentanti della maggioranza e quelli dell’Upr, visto che i testi erano molto vicini su diversi aspetti, hanno trovato una condivisione su un testo emendato consegnato a tutte le forze politiche mercoledì scorso. Abbiamo tratto una sintesi tra progetto del governo ed emendamenti concordati tra maggioranza e Upr. Questa versione è stata già presentata a tutte le forze consiliari. Su questi temi non ci sono barriere politiche, è interesse di tutti trovare la più ampia condivisione possibile. In più, il testo presentato in prima lettura era guidato dall’intendimento di avere il contributo fattivo dei capitani di Castello, l’intervento dei diretti interessati è stato raggiunto. Con questo progetto di legge si intende sistemare le disposizioni e aggiornarle alla luce di correttivi e modifiche. Nel corso del dibattito possiamo approfondire meglio le tematiche introdotte”.

 

Giovanni Lonfernini, Upr: “Esprimo soddisfazione dal punto di vista del metodo, insieme alla segreteria di Stato agli Interni oggi si riesce a trovare una sintesi e a convergere su testo unitario dei due progetti di legge. E’ un traguardo importante, condiviso sulla necessità di riuscire su un tema istituzionale a ragionare senza schematismi di parte. Abbiamo sempre creduto di arrivare a una riforma per rispondere a esigenze di dignità e aggiornamento della responsabilità di capitani e giunta. Negli ultimi anni, nell’incontro semestrale con la Reggenza e la Consulta dei capitani è sempre stato riportata, tra le varie recriminazioni, la necessità di mettere mano alla riforma per dare un senso alle giunte. La nostra preoccupazione è legata a un passaggio che si avrà nel 2014, la celebrazione delle elezioni per il rinnovo delle giunte di Castello. Sarebbe stato scorretto e pericoloso per la classe politica non dare un minimo di risposta per cercare di motivare coloro che operano all’interno Giunte e a coloro che potrebbero candidarsi. Nella nostra proposta, ci siamo spesi per dare una vocazione internazionale alle giunte, è stato inserito un richiamo al Consiglio delle autonomie locali. Si raggiunge poi l’obiettivo dell’introduzione del principio della personalità giuridica, un punto su cui la Consulta ha più volte battuto. In secondo luogo, vi è un riferimento apposito alla Carta europea autonomie locali, quindi il rafforzamento nei rapporti tra giunte, governo e Pa. Altro tema, quello delle risorse destinate alle giunte e alla concessione dei permessi. Il progetto definisce quindi meglio le funzioni dei capitani e le competenze delle giunte”.

 

Giovanni Francesco Ugolini, Pdcs: “La legge privilegia il ruolo ricoperto da capitani e giunte, nel collegamento con le istituzioni, valorizza il loro ruolo sociale. Le giunte hanno ricoperto un ruolo sempre più importante all’interno del Paese, capitani e membri di giunta operano con spirito di servizio. Giusto è quindi riconoscere il loro impegno. La proposta di legge definisce le loro competenze rispetto ai pareri. E’ opera del confronto tra le giunte, è una legge utile e indispensabile. Con molta intelligenza il segretario di Stato ha colto suggerimenti ed emendamenti da altre forze politiche e dalla proposta Upr, il confronto è stato forte data l’importanza della materia. Come gruppo Pdcs-Ns siamo nettamente contrari agli emendamenti di C10, per far dotare o eleggere cittadini residenti da 10 anni, o quello di Su che abbassa la soglia a 5 anni. Siamo nettamente contrari. Si vuole dare dignità alle giunte. L’auspicio è che siano tenute maggiormente in considerazione ed ascoltate di più”.

 

Simone Celli, Ps: “La riforma della legge istitutiva delle giunte era diventata da molto tempo una vera necessità. Le giunte sono un punto di riferimento molto significativo, svolgono una funzione di carattere sociale, culturale, di collegamento tra cittadinanza e istituzioni centrali. Molto spesso i cittadini guardano alle giunte di castello con molta attenzione, perché sono il tramite per far arrivare certe richieste alla Pa e alle istituzioni centrali. Il metodo adottato dal governo va valutato in termini positivi. Si era arrivati a un punto di non ritorno, decidere se mantenere in vita le giunte o procedere al loro smantellamento. Con questo provvedimento si è deciso di optare per la prima soluzione, dando loro maggiore dignità. Come Ps riteniamo sia stata la strada più opportuna. Esprimo un giudizio favorevole al pdl”.

 

Francesco Morganti, Psd: “I Capitani e le loro giunte sono organismi eletti direttamente dai cittadini, il loro ruolo non è marginale. Non può essere quello di semplice passacarte, ma va valorizzato. Hanno la funzione di collante sociale tra comunità e istituzioni di palazzo, di difensore civico, deve perciò essere incorporata da una norma dello Stato. Di riformare questa istituzione se ne parla da anni, ma il progetto di legge è stato sempre e solo annunciato e rinviato. La volontà dell’esecutivo è di potenziare le competenze delle autonomie locali, è necessario gratificare e rendere più incisivo l’operato di Capitani e membri di giunta. Siamo a fine mandato, senza questa valorizzazione, sarebbe difficile trovare disponibilità per la candidatura. Va ricordata infine la firma della Carta europea delle autonomie locali. Nel dibattito in prima lettura, è emersa la necessità condivisa che la legge vigente richieda, a 20 anni della sua approvazione, un aggiornamento. Tra prima e seconda lettura c’è stato un ampio confronto per arrivare a un testo condiviso. Nonostante la limitatezza del nostro territorio, la mediazione degli organismi decentrata è necessaria. Questa legge di riforma rappresenta passo in avanti e credo debba trovare ampia condivisione”.

 

Ivan Foschi, Su: “Credo che debbano essere valorizzate le competenze di chi si occupa dell’amministrazione locale, non solo di quella centrale. Capita spesso ad esempio che i capitani di Castello si rivolgano agli uffici delle pubbliche amministrazioni senza avere risposte alle proprie domande. Così non si valorizza la loro figura. Credo dunque che al ruolo dei capitani di Castello debba essere dato il giusto valore e questa legge va in quella direzione. Si potrebbe però fare di più: per esempio si potrebbe demandare alle giunte di castello il compito di dibattere sulle istanze d’Arengo presentate dai cittadini”.

 

Stefano Canti, Pdcs: “E’ un testo importante perché rappresenta il risultato di un percorso travagliato su un tema spesso sottovalutato. A capitani e giunte di Castello va riconosciuto il ruolo effettivo e concreto e non solo di rappresentanza. Il provvedimento in oggetto attribuisce, in parte, questo ruolo a giunte e capitani. E attraverso gli emendamenti potrebbe risultare ancora più valorizzato il ruolo delle amministrazioni locali. Incontri più frequenti con autorità centrali, stesura di piani di priorità. Inoltre ogni Castello avrà personalità giuridica e potrà intervenire, attraverso il suo Capitano, in contratti e accordi, per esempio per le polizze assicurative”.

 

Roberto Ciavatta, Rete: “Ci sono perplessità su questa legge, in particolare sugli articoli 25 e 32 secondo cui, in caso di necessità e urgenza, possono essere rispettivamente ridotte le tempistiche degli interventi e bypassate le aziende di Stato per l’esecuzione dei lavori. Crediamo nella valorizzazione delle giunte di castello e dunque anche della figura del capitano perché o si smantellano o si rendono effettivi i loro poteri e la loro autonomia. Valorizziamo la figura del capitano di castello ma evitiamo di lasciargli troppa libertà nel suo agire per evitare il rischio di possibili abusi. Auspico che si trovi una linea comune anche sugli emendamenti presentati”.

 

Paolo Crescentini, Ps: “Questa legge è un passo importante. Il consigliere Foschi ha detto che sarebbe importante investire le giunte di castello di ulteriori poteri come, ad esempio, la discussione delle istanze d’Arengo. Credo possa essere una soluzione per sveltire le procedure del Consiglio e dare risposte in tempi più celeri. Se c’è volontà di andare in questa direzione ritengo che si possa affrontare la materia in aula. Esprimo il voto favorevole del mio gruppo”.

 

Tony Margiotta, Su: “Le giunte di castello devono avere un ruolo fondamentale nell’istituzione nazionale sammarinese. Resto però esterrefatto e meravigliato da alcuni interventi della maggioranza democristiana perché ho visto un atteggiamento di chiusura nei confronti di persone che appartengono alla comunità locale. Queste ideologie conservatoristiche possono essere “giuste” quando si tratta di votazioni nazionali, ma su votazioni locali, che riguardano persone che vivono dentro la comunità del castello, occorrerebbe aprire gli occhi. Per questo proponiamo l’elettorato attivo a chi non è sammarinese, ma è residente da almeno 5 anni e la sua partecipazione attiva, per poter essere nominato in giunta, ma non come capitano, a chi non è sammarinese ma è residente da almeno 10 anni. Resto basito per la posizione di chiusura nei confronti di queste persone. E’ necessario creare la partecipazione sociale e politica anche per quei giovani che si avvicinano alla maggiore età chiedendo, con un emendamento, che anche i 16enni possano votare”. 


Alessandro Cardelli, Pdcs: “Oggi discutiamo una legge di riforma delle giunte di Castello che da ormai 15 anni era entrata nel dibattito politico. Crediamo che le giunte siano un istituto fondamentale per la realtà sammarinese. Cercando di ascoltare i quesiti posti dalla cittadinanza, assieme a un progetto di legge condiviso dall’opposizione, portato avanti dall’Upr, abbiamo deciso di approvare la riforma. La politica ha superato i tradizionali schemi divisori, a parte il nodo di concedere il voto a residenti da 10 anni, mi pare ci sia ampio consenso da parte di tutte le forze in Aula. Punto cruciale introdotto è il riconoscimento giuridico, ma anche il rapporto con la Pa cambia. Oggi è stata introdotta una risposta immediata da parte degli uffici nei casi di urgenza, non è più concesso un lasso temporale di 90 giorni. Poi i permessi speciali, non più volontariato. Sui residenti, la cittadinanza è una cosa diversa e imprescindibile e deve essere tutelata prima di tutto, poi se un residente vuole dare il suo contributo, ben venga. Questo progetto di legge ha fatto compiere un bel passo in avanti”.

 

Marco Podeschi, Upr: “Il progetto di legge che andiamo a esaminare, che nasce dalla condivisione di ragionamenti e proposte da parte della segreteria degli Interni e l’Upr, è un elemento determinante che porta alla conclusione un processo di riforma che è partito da molto tempo. Il prossimo anno sarebbe stato il ventennale della legge attuale, che per l’epoca era all’avanguardia. Si sono succeduti diversi tentativi di riforma, ma non si è mai riusciti a compiere questo passo. Le giunte sono la prima sentinella che permette ai cittadini di venire in contatto con istituzioni del Paese, negli anni si è affievolita la loro efficacia, a causa di modifiche normative che hanno finito per frustrare chi si è impegnato direttamente in questi organismi. Mi ricordo, durante l’ultimo nevone, l’impegno dei capitani e delle giunte in prima persona per superare l’emergenza. Quindi l’attività culturale svolta nei castelli, dal 1984 ad oggi si sono sviluppate tantissime iniziative sostenute direttamente dalle giunte. Con questa legge si prevedono sinergie importanti. Quindi il rapporto con la Pa, le giunte lamentano da sempre la mancanza di risposta da parte degli uffici. Il progetto specifica meglio gli obblighi degli uffici nei loro confronti per una maggiore collaborazione, evitando non risposte e latitanze”.

 

Lorella Stefanelli, Pdcs: “Oggi siamo chiamati a modificare l’attuale legge delle giunte che risale al 1984. A 20 anni si è manifestate l’esigenza di aggiornare le leggi istituzionali, è aumentata la consapevolezza e la fattiva partecipazione dei cittadini. Quando il segretario di Stato ha presentato il pdl, ha scritto nella relazione che la Repubblica era prossima a sottoscrivere la Carta europea delle autonomie locali del consiglio d’Europa. Concomitanza non poteva essere migliore: tra pochi giorni il Consiglio procederà alla ratifica di questa convenzione. Questa legge si muove nel solco del Consiglio d’Europa, di cui facciamo parte. Siamo in una fase di revisione delle spese, forte sarebbe la tentazione di ritenere le nostre autonomie locali superflue. Al contrario, occorre valorizzare ruoli e definire doveri e ambiti di competenza. Le giunte devono concorrere alla realizzazione dell’interesse del Paese e curare in autonomia i precisi interventi locali. Non concordo sulla questione della candidatura dei residenti da 10 anni, da noi la questione delle residenze fittizie è ancora molto, molto aperta”.

 

Franco Santi, C10: “L’obiettivo dei capitani e delle giunte non è quello di creare una contrapposizione o un conflitto istituzionale, ma di creare le condizioni perché amministrazioni locali e centrali possano collaborare in maniera costruttiva per il bene del Paese. Bisogna essere molto chiari e chiedo di riflettere al governo su questo: un conto è fare una norma- verranno infatti introdotti vincoli per gli uffici pubblici quando dovranno dare risposte alle giunte, impegni per coinvolgere le giunte in determinati processi decisionali- e un conto è renderla effettiva. Ci vuole buon senso e volontà politica per collaborare. Ci tengo a fare questo appello, perché al di là della norma, serve una presa d’atto che stiamo giocando la stessa partita. Rispetto alla nostra proposta per permettere la candidatura dei residenti, riteniamo che le persone che vivono a San Marino, che lavorano qui e hanno figli sammarinesi, devono essere considerati alla stregua dei cittadini in termini elettorali, perché devono essere maggiormente integrati anche nella comunità locale dei diversi Castelli. E’ un elemento di riconoscimento della dignità dell’uomo, non della persona che ha altra cittadinanza. Gli organismi internazionali ogni volta sottolineano questa mancanza nel nostro ordinamento giuridico”.

 

Nicola Renzi, Ap: “Il ruolo delle giunte di Castello deve essere quello di sviluppare al massimo il senso di comunità. Il provvedimento ha avuto una gestazione un po’ lunga, ma oggi arriva in Aula con un accordo abbastanza ampio. Lo accogliamo con favore per poi riservarci di valutarlo nelle sue specifiche articolazioni”.

 

Pier Marino Mularoni, Upr: “E’ un provvedimento molto importante, anche se c’è una parte del mondo politico che snobba queste istituzioni locali. Ed invece ritengo che siano organismi che possono avvicinare il cittadino alla Repubblica: abbiamo avuto segnali di disaffezioni alla cosa pubblica nell’ultimo periodo. Noi siamo dell’idea che occorra rendere più autorevoli questi organismi e abbiamo presentato un nostro progetto di legge che ha trovato la sensibilità del segretario agli Interni. Le giunte di castello sono importanti per permettere ai centri periferici di far sentire la propria voce. Aldilà delle differenze che permangono su certi elementi, penso al voto dei residenti, credo ci sia la possibilità di arrivare a quella mediazione necessaria per l’approvazione di un progetto di legge che favorirà la partecipazione”.

 

Francesca Michelotti, Su: “Questo progetto di legge promana da una forte volontà dei capitani di Castello che sono più informati su quei fattori che ostacolano e ritardano l’attività delle giunte. Da tempo si parlava di possibili miglioramenti alla normativa. Chi crede nella democrazia può convenire con me che un Paese con risorse umane limitate deve ancora più di un Paese grande coltivare nei propri cittadini l’attitudine nella politica. Le giunte inoltre assicurano una formazione nelle procedure istituzionali della politica sammarinese. I residenti non sammarinesi? Sono persone che condividono con noi la quotidianità ed è giusto che possano contribuire alla vita politica”. 

 

Paride Andreoli, Ps: “Valorizzare il ruolo delle giunte e dei loro componenti significa valorizzare quella che è una delle principali istituzioni del nostro Paese. Che da tempo lamenta una carenza di ruolo. Anche se siamo un Paese di appena 61 chilometri quadrati le giunte di castello hanno una loro valenza ed importanza. Ci sono emendamenti presentati che dovremo valutare con attenzione”. 

 

Vladimiro Selva, Psd: E’ progetto che va a normale un istituto di autonomia locale che in qualche occasione è stato messo in discussione per la dimensione territoriale ridotta del nostro Paese. Si pensa che un’unica autorità amministrativa sia sufficiente a gestire uno Stato. Credo invece che le giunte svolgano un ruolo necessario. Una gestione stratificata del potere è utile e necessario quando ci possono essere situazioni di controllo coordinato. Il valore delle autonomie locali, quindi delle giunte, va potenziato”.

 

Italo Righi, Pdcs: “Intervengo con grande piacere su questo provvedimento, io stesso negli anni passati ho portato avanti un percorso di riconoscimento, una strada in salita, durata dieci anni, interrotta per diversi crisi di governo. Ho apprezzato la disponibilità del segretario nell’ascoltare le istanze dei capitani, è stato un confronto aperto, gli amministratori locali hanno avanzato l’esigenza di maggiore autonomia e coinvolgimento nei lavori pubblici, per essere chiari nei confronti dei loro cittadini. Il punto chiave del provvedimento è il maggior collegamento con l’autorità centrale e locale. I castelli sono l’interfaccia tra palazzo e cittadinanza, per questo devono avere gli strumenti per rispondere alle istanze dei cittadini. Quello che vedo è il riconoscimento per la figura non solo del capitano, ma anche per i membri di giunta, pur mantenendo la connotazione di volontariato. Un invito che faccio al Paese: leggete questo pdl, troverete spunti interessanti per capire quanto le giunte possono influire nello sviluppo del Paese e quanto il cittadino possa fare impegnandosi in prima persona attraverso le amministrazioni locali”.

 

Replica del segretario di Stato Gian Carlo Venturini: “Credo ci sia condivisione di tutta l’Aula sul riconoscimento del ruolo delle giunte e dei capitani, per il collegamento tra istituzioni e cittadinanza dei castelli. Esprimo la soddisfazione per la discussione di un provvedimento che cerca di dare nuovo impulso a un organismo importante e sulla sua convergenza di quasi tutte le forze politiche”.

 

Giovanni Lonfernini, Upr: “Una precisazione, che da parte nostra c’è il ritiro del progetto di legge perché si converge su un testo unico dopo il confronto con la segreteria agli Interni”.

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