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San Marino, PST. Ci mettiamo in gioco. Anche per il Paese

da Redazione

In comune non solo la laurea e una buona conoscenza della lingua inglese. Non gli interessa il posto fisso: è una questione di responsabilità.

 

di Alessandro Carli

 

Hanno in comune due fattori strategici. L’essere sammarinesi e conoscere la lingua inglese. Ma soprattutto la voglia – candida e bella – di rimettersi in gioco, di non cercare un posto fisso ma di dare un reale, concreto contributo allo sviluppo del Paese.

Si sono presentati in otto – Giulia Giardi, Alice Fedele, Samuele Guiducci, Erica Matteini, Mattia Valenti, Antonio Kaulard, Diletta Iaia e Valentina Vicari i loro nomi – per frequentare la due giorni di formazione che il progetto del Parco Scientifico e Tecnologico ha programmato a San Marino: al centro delle lezioni, l’approfondimento e le professionalità che verranno richieste. Solamente due di loro entreranno nell’organigramma, e dovranno rivestire due posizioni che richiedono un grande coefficiente di qualità, impegno e responsabilità.

 

Samuele Guiducci si occupa di informazione e media (lavora attivamente per il giornale “Lo sportivo” di San Marino): è un imprenditore e un consulente aziendale.

“Durante il percorso di formazione abbiamo avuto modo di raccogliere una serie di nuove nozioni, e di conoscere da vicino le dinamiche degli incubatori e dei parchi scientifici e tecnologici. Se ben gestito e promosso anche fuori dai confini del Titano, il progetto del Parco Scientifico e Tecnologico può diventare un volano per il rilancio dell’economia locale. Fare ricerca e sviluppo significa anche provare ad attirare sul Monte una serie di aziende che lavorano nell’innovazione”.

 

Alice Fedele (25 anni) è designer grafico e vorrebbe diventare manager design. Ha frequentato l’Università IUAV di Venezia e cerca un impiego creativo e nuovo. uno dei suoi grandi interessi è sempre stato l’analisi della comunicazione, in particolar modo di quella sociale.

“Ho notato diversi punti in comune tra il corso di formazione e i miei desideri. Il concetto di team building, di leadership, sono dentro di me. Ho sempre lavorato in gruppo e – anche grazie agli studi di psicologia semiotica – vorrei sviluppare un brand forte.      

 

Antonio Kaulard (46 anni) è un economista ambientale che dal 1994 si occupa di ricerche nel settore della gestione dei rifiuti e dell’animazione per lo sviluppo economico sostenibile locale. Ha seguito anche alcuni corsi di economia dell’ambiente e delle risorse naturali presso la University of California, Berkley.

“Il progetto del Parco è un’iniziativa molto interessante e rappresenta un’opportunità per il Paese. Può dare un contributo a risolvere la crisi, e a creare un volano di crescita. Si punta alla creazione di nuove imprese innovative. Comunque andrà il percorso di formazione, sarà un’esperienza preziosa: abbiamo la possibilità di conoscere da vicino alcune realtà italiane all’avanguardia, incubatori di imprese e poli tecnologici che fanno ricerca”.

 

Erica Matteini (29 anni), economista (i suoi studi universitari sono passati attraverso l’economia internazionale e dei mercati), è abilitata alla professione di dottore commercialista e all’insegnamento.

“Poter lavorare all’interno del Parco Scientifico e Tecnologico è molto affascinante. Credo molto nella formazione e nella didattica, ma soprattutto nel progetto che San Marino sta facendo nascere. L’economia, negli anni, è cambiata: investire nell’innovazione e nella ricerca, secondo me, può rappresentare una strada da seguire, un modello eccellente di crescita, di rilancio”.

 

Mattia Valenti ha un percorso di studi legato all’economia amministrativa e ha partecipato al bando in quanto può dare un serio contributo al settore amministrativo.

“San Marino può mettere in campo una fiscalità più vantaggiosa rispetto a quella in vigore in Italia, ma anche una legislazione più snella. L’Italia, da par suo, può intercettare alcuni finanziamenti europei, oggi non accessibili al Titano in quanto Paese extra-Ue. Io credo che il Parco possa rappresentare una pagina nuova per l’economia sammarinese, ma anche un ottimo veicolo per fare marketing, per promuovere il Titano al di fuori dei confini”.

 

Giulia Giardi ha una laurea alla Bocconi di Milano, una specializzazione in lingua inglese e un’esperienza di lavoro sul campo – all’ombra del Duomo – con la società di consulenza KPMG, un network globale di società di servizi professionali, attivo in 156 paesi nel mondo con 152 mila persone, e a Hong Kong.  

“La notizia del bando mi è stata comunicata dalla mia famiglia. Ho subito presentato la mia candidatura: il mio sogno è quello di lavorare nel campo degli incubatori. Ho già avuto modo di conoscere – in Bocconi – alcuni aspetto legati alle start up, ai business plan. Mi affascina pensare di vedere nascere e crescere un Parco Scientifico che prima non c’era, e vedere come si muove, che opportunità può dare”.

 

Diletta Iaia, laurea in economia ed prestigioso Executive MBA, ha lavorato per anni nell’ambito medico. “Sono sempre stata interessata alle start up e agli incubatori. Io credo che il Parco Scientifico rappresenti un’opportunità di rilancio per la Repubblica. Le potenzialità della ricerca sono ampie, e sino ad oggi non troppo sfruttate. San Marino può mettere in campo una serie di vantaggi, come ad esempio la fiscalità, ma anche l’ubicazione, la macchina burocratica”.

 

Infine Valentina Vicari è responsabile aziendale e ha lavorato anche nel settore commerciale, e conosce i processi interni di un’impresa.

“A San Marino ci sono molte persone in gamba. Spesso si parla di fuga di cervelli: il Parco ha la possibilità di farli rientrare. Il Titano ha bisogno di alti profili, di persone in grado di saper mettere a frutto, per l’economia dello Stato, il know how e le conoscenze acquisite. Il Parco può rappresentare un biglietto da visita per il Paese: è una struttura che può farti conoscere anche fuori, che ha un valore economico e che è comunque dedicata alla conoscenza, alla ricerca”.

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