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La romanità della Repubblica di San Marino

da Redazione

Le impronte medievali del Titano – più o meno ricostruite – sono ben visibili agli occhi dei cittadini e dei visitatori. Ma c’è anche un prezioso tesoro, molto più antico e nascosto, che racconta la storia.

 

In seguito all’espansione di Roma e alla fondazione della colonia di Ariminum (Rimini) nel 268 a.C., il territorio di San Marino viene inglobato nell’Aemilia, l’ottava regione romana. Proprio la presenza sul Monte Titano dei discendenti di Romolo e Remo è quella che ha lasciato più tracce: sono state rinvenute tombe, fittili e amuleti a Fiorentino, a Castellaro e a Chiusa (quest’ultima tomba con tegoloni ricurvi e tegole siglate). Sono state poi rinvenute oltre 2.000 monete d’epoca repubblicana, a Domagnano; vari fittili d’impronta romana sono venuti alla luce a Santa Mustiola; una statuetta in bronzo raffigurante Mercurio (I – II secolo d.C.). Infine sono palesi i segni di un’intensa colonizzazione rurale romana (nel Placito Feretrano sono 6 i nomi di fondi di origine latina: Fabbrica, Silvole, Griziano, Laritiniano, Petroniano, Erviano). La recente scoperta in località Ara Vecchia (Santa Mustiola) – a coronamento di alcuni sondaggi archeologici avviati dai Musei di Stato sono emersi elementi che lasciano supporre la presenza di un insediamento rustico di età romana, con fornace annessa ; il ritrovamento più inaspettato e interessante si è avuto in corrispondenza di un avvallamento del settore centrale dell’area indagata, dove è stato individuato un tratto di strada “glareata” – in realtà rappresenta solamente uno dei tanti passaggi dell’epoca romana sul territorio. All’interno dei Musei di Stato difatti si possono ammirare una serie di reperti archeologici di grandissimo valore, che confermano la presenza degli antichi romani sul Monte Titano. Ne è testimonianza Maiano è una zona naturalistica e archeologica, curazia della Repubblica di San Marino appartenente al castello di Borgo Maggiore e limite meridionale dell’area di protezione sotto l’egida Unesco tra i patrimoni dell’umanità. Maiano fu abitata fin dall’epoca romana. Nell’agosto 2012 i Musei di Stato della Repubblica di San Marino hanno realizzato uno scavo archeologico che ha messo in luce strutture e scarichi di un impianto produttivo (fornaci) di età romana, la più interessante finora nota nel territorio della Repubblica. Nell’area, di un’estensione controllata di oltre 8.000 mq, venivano prodotti laterizi (mattoni, tegole, coppi, mattonelle pavimentali) e ceramica (anfore, brocche, coppette e bicchieri ) databile alla prima e media età imperiale (I-III secolo d.C.). Maiano in età romana risultava quindi particolarmente adatta a queste produzioni, in quanto ricca di argilla, acqua e legname utilizzato come combustibile. Talvolta alcuni esemplari di laterizi romani recavano un “marchio” e la distribuzione nel territorio di tali marchi consente oggi agli studiosi di ricostruire le aree di produzione e commercializzazione di tali prodotti. Nel territorio della Repubblica di San Marino sono assai frequenti i marchi di una famiglia, i Seii, diffusi anche a Rimini città e nel Riminese. La produzione laterizia nelle aree appenniniche della Regio Octava Aemilia (corrispondente all’incirca all’odierna Emilia Romagna) è stata oggetto di una giornata di studi, organizzata nel 2008 dai Musei di Stato, durante la quale è stata illustrata in particolare la situazione del Riminese e nel territorio della Repubblica di San Marino. L’intervento a Maiano ha evidenziato la presenza di esemplari marchiati da alcuni esponenti della famiglia Seia (Sesto Seio e Lucio Seio) ed il ritrovamento di tegole marchiate con evidenti errori di cottura e messe in opera nei resti di una fornace conforta che Maiano possa essere uno dei centri produttivi di tale famiglia. Le operazioni di scavo si sono concentrate sui resti della parte basale della fornace per laterizi, costruita con l’abbondante tegolame presente sul posto. Lo scavo archeologico di Maiano è stato diretto da Gianluca Bottazzi ed eseguito dalla Sezione Archeologica dei Musei di Stato e dalla ditta Tecne s.r.l., con la partecipazione di due volontarie ed il supporto dell’Ufficio Gestione Risorse Ambientali e Agricole e dell’A.A.S.P., che ha collaborato alle operazioni di allestimento cantiere. L’impronta lasciata dagli antichi romani sul Titano è ben collezionata all’interno delle bacheche del Museo di Stato (Palazzo Pergami Belluzzi): in esposizione alcune basette di piombo, ma anche elementi anatomici votivi, monete di età imperiale (16 a. C. – 81 d. C.), frammenti di coppe, di ciotole, un unguentario, frammenti di mattoni, una bellissima fibula con arco a nastro (I – II sec. d. C.) e alcuni vasi finemente decorati.

Insomma, a fianco della (finta o perlomeno ricocostruita) San Marino medievale, esiste una più nascosta (e vera) Repubblica di età romana.

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