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San Marino, UNAS: no deciso alle discriminazioni fiscali

da Redazione

Unione Nazionale Artigiani e Pmi della Repubblica di San Marino, lo mette nero su bianco in una lettera inviata a tutti i segretari di Stato, i partiti e all’Ordine dei Commercialisti sammarinesi, contestualmente all’incontro sulla riforma fiscale di mercoledì 11 settembre.

 

SAN MARINO – “No alle discriminazioni fiscali”. UNAS, Unione Nazionale Artigiani e Pmi della Repubblica di San Marino, lo mette nero su bianco in una lettera inviata a tutti i segretari di Stato, i partiti e all’Ordine dei Commercialisti sammarinesi, contestualmente all’incontro sulla riforma fiscale di mercoledì 11 settembre con il segretario di Stato per le Finanze, Claudio Felici, a Palazzo Begni. L’Associazione presieduta da Loretta Menicucci premette di essere consapevole che la riforma dell’Igr sia necessaria. Punta però i piedi sulla declinazione in essa del concetto di equità. Per Unas “a parità di reddito deve esserci parità di prelievo. Tutti i cittadini sono uguali per diritti e doveri anche verso il fisco, senza presunzioni di nessun tipo e tassazioni minime su redditi inesistenti”.

A sostegno di questo presupposto, l’Unione Nazionale degli Artigiani ricorda quanto contenuto nella “Dichiarazione dei diritti dei cittadini e dei principi fondamentali dell’ordinamento sammarinese” del 1974: gli articoli 4 e 13 definiscono infatti “senza possibilità di dubbia interpretazione” il vero concetto di uguaglianza ed equità. Ovvero, che “tutti sono uguali davanti alla legge” e che “tutti i cittadini hanno l’obbligo di concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva”. Il rispetto di questi due principi “vieta inderogabilmente- argomenta Unas- che il prelievo fiscale e le opportunità di deduzione avvengano sulla base della appartenenza a una categoria e non in base al livello di reddito prodotto”.

Di tutto ciò, sostiene l’Associazione degli Artigiani, non si è tenuto sufficientemente conto nell’attuale impostazione del progetto di legge che compie una netta distinzione tra reddito dei dipendenti e quello delle imprese. Non solo, per UNAS la bozza del provvedimento sbaglia anche nel non riconoscere le specificità del reddito d’impresa delle persone fisiche, quello dunque di artigiani e commercianti, “molto più simile, conclude la lettera, al reddito del lavoratore dipendente che a quello prodotto delle grandi imprese industriali”.

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