Home FixingFixing Il vigneto della famiglia Veronesi – Della Balda – Guidi: tra i profumi delicati del nettare di Bacco

Il vigneto della famiglia Veronesi – Della Balda – Guidi: tra i profumi delicati del nettare di Bacco

da Redazione

“Credo che San Marino debba puntare sulla qualità – esordisce Leo Veronesi, che è anche il Presidente del Consorzio Vini Tipici -, anche nel settore agroalimentare”.


“Colline dorate baciate dal sole che indugia caldo generoso a granire acini sodi e zocche mature. Voi nei declivi assolati immemori del tempo, perpetuate il senso della vita nell’uomo che fatica a dissodare la zolla aspra ferace. Presto abili mani taglieranno nette dei tralci il frutto maturo. Fra canti e risate orberanno le siepi ferite fino alla prossima vendemmia”. E’ “Il mio terreno limite” di Maria Teresa Santalucia Scibona, un terreno così fertile che trova un respiro di bellezza e profumo anche a San Marino. Un sole settembrino e delicato ci accompagna nel vigneto della famiglia Veronesi – Della Balda – Guidi, quattro ettari di uve molto curate, nella zona che si apre dietro al Centro Commerciale Azzurro: i pali sono tutti numerati e rinforzati da tiranti, la larghezza tra le file è davvero geometrica, i grappoli sono meticolosamente scoperti in modo da ricevere sole e aria. “Credo che San Marino debba puntare sulla qualità – esordisce Leo Veronesi, che è anche il Presidente del Consorzio Vini Tipici -, anche nel settore agroalimentare. Mi piace ‘copiare’ chi corre: prendere esempio cioè dai Paesi e dalle regioni che ‘corrono’, che sanno stare sul mercato, che sanno proporre la qualità. Sul Titano ci sono circa 120 ettari di terreno dedicato ai vitigni. E’ impossibile pensare alla grande quantità: credo sia meglio seguire la strada della qualità”. “Nel vigneto abbiamo scommesso prevalentemente sul Merlot, ma abbiamo anche Cabernet Franc e Sangiovese. Il Merlot è un vitigno internazionale, che sa dare grandi soddisfazioni – prosegue Veronesi, che poi si sofferma sui grappoli. “Il Merlot si differenzia dal Cabernet. Quest’ultimo ha un grappolo più lungo rispetto a quello del Merlot, che alla vista appare più compatto. Diverse sono anche le foglie. In futuro non escludo che potremmo anche piantare l’uva bianca, ad esempio lo Chardonnay”.

Il sole alto e caldo, ma anche il mese – settembre – non possono che portarci verso le vendemmia. Per Leo Veronesi quest’anno ‘uscirà’ un vino “non troppo alcolico e strutturato, di buona qualità e particolarmente profumato. La tarda primavera e l’estate sono state abbastanza piovose. Il caldo afoso non ha essiccato le foglie: le viti sono ancora fresche. Il contenuto zuccherino non è altissimo. Sarà un’annata di vino profumato, non troppo robusto, e di qualità”. Qualità raggiunta anche grazie a una serie di politiche decise in passato. “Abbiamo effettuato alcune scelte difficili, come ad esempio limitare la resa di per ettaro. In base alle uve, si va dai 60 quintali per ettaro in su, sino a 100-110 quintali. In termini di resa, un quintale di uve dà circa 70 litri di vino”. Leo Veronesi poi guarda verso nord. “Seguo la filosofia dei paesi virtuosi, all’avanguardia. In Italia primeggia il Trentino, che ha saputo unire la qualità dei prodotti a una cura del territorio anche estetica. San Marino, sotto il profilo del terreno, è un territorio eccezionale. Manca però un progetto che sappia valorizzare sino in fondo l’intero comparto. Territori limitrofi al nostro hanno trovato la via giusta per creare valore e attenzione ai prodotti del territorio ed ora stanno godendo dei frutti di quell’impegno. Noi abbiamo enormi potenzialità ma non sfruttate in pieno e credo sia ora di fare quel salto per non perdere opportunità importanti per il nostro Paese”.

Un primo, interessante passo potrebbe già arrivare verso Natale, quando la cantina, dopo un capillare lavoro di ristrutturazione, si presenterà con il vestito nuovo agli occhi degli amanti del nettare del Bacco sammarinese.  

Tra i vigneti, seguiamo Leo Veronesi che cammina, e si ferma a osservare un grappolo di Merlot. Quei terreni appartengono alla sua famiglia da oltre cinquant’anni. Assieme a lui, sembra di sentire ancora quei versi di Scibona, che richiama a “Un vino profumato denso d’antichi aromi, premio gradito alla fatica e scintillando frizzante nei bicchieri esalterà le menti inebriando i cuori come nella stagione degli amori”.

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