Domenico Quirico è libero. Cinque mesi da incubo per l’inviato de La Stampa, prigioniero in Siria. Dopo un’alternanza di speranze e smentite a dare la notizia, su Twitter, è il Direttore del quotidiano torinese a dare la bella notizia: “Abbiamo avuto la magnifica notizia da Emma Bonino e Enrico Letta. Sappiamo che hanno già contattato la famiglia. E’ una notizia magnifica”. E ancora, “Erano esattamente cinque mesi che aspettavamo questa notizia, commovente telefonata del ministro degli Esteri Emma Bonino”.
Quirico era entrato in Siria il 6 aprile scorso e a giugno si erano perse le sue tracce. Era stato rapito assieme al belga Pier Piccinin, anche lui liberato con il giornalista italiano.
Intanto fioccano i primi commenti ufficiali, a partire da quello del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che ha espresso apprezzamento per il lavoro della Farnesina e dei Servizi italiani.
LO SBARCO A CIAMPINO: “TRATTATO NON BENE”
“E’ come se fossi vissuto per cinque mesi su Marte. E ho scoperto che i marziani sono cattivi. Ho appreso solo oggi chi è il nuovo presidente della Repubblica. In prigionia? Non mi hanno trattato bene”. Sono queste le prime parole pronunciate a Ciampino.
Rammarico per quella “rivoluzione laica” che Quirico ha cercato di raccontare, ma che si è trasformata in qualcos’altro.
Quirico è apparso provato, ma tutto sommato in buone condizioni.