I consumi nei giorni feriali non sono infatti scesi mai sotto gli 11.000 m3/giorno, laddove il parametro 10.000 m3 è l’obbiettivo massimo di consumo giornaliero.
L’Azienda Autonoma di Stato per i Servizi aggiorna la popolazione relativamente all’attuale situazione delle riserve idriche e sottolinea come, nonostante la recente ordinanza restrittiva, i consumi siano ancora troppo elevati per garantire, anche con il probabile sopraggiungere di temporali di breve durata, la sussistenza delle riserve fino all’autunno, con la ripresa di precipitazioni tali che consentano alle falde di ricaricarsi.
I consumi nei giorni feriali non sono infatti scesi mai sotto gli 11.000 m3/giorno, laddove il parametro 10.000 m3 è l’obbiettivo massimo di consumo giornaliero, ed il bacino sul fiume Marecchia non riesce a stabilizzarsi a livello di sicurezza visto il perdurare di un lungo periodo di assenza di copiose precipitazioni e il caldo intenso che contribuisce alla forte evaporazione di quanto stoccato.
E’ necessario che tutti i cittadini intensifichino immediatamente le loro pratiche di risparmio nel consumo prendendo coscienza di una situazione di rischio. Le Forze di Polizia operano già sul territorio con azioni di vigilanza su usi scorretti e questa Azienda è certa che anche loro aumenteranno ulteriormente la loro operatività per contrastare abusi e sprechi.
Ricordiamo che l’Ordinanza emessa pochi giorni fa vieta assolutamente di prelevare acqua dal pubblico acquedotto per innaffiare orti e prati, lavare piazzali, scale, strade private, riempire piscine, utilizzarla per riempire cisterne e pozzi o lavare privatamente veicoli. Facciamo appello al senso civico dei cittadini affinché limitino da subito ed ulteriormente il consumo di acqua potabile onde dovere evitare provvedimenti drastici nelle prossime settimane.
Confidando nella comprensione dei residenti e degli esercenti le attività economiche, AASS ringrazia fin da ora per gli sforzi comuni che verranno condotti per affrontare questo lungo periodo di siccità ed elevate temperature.