Estate, tempo di mare. Sulla spiaggia si vedono spesso bambini che si divertono con piccoli pupazzi o palloni di plastica. Alcuni oggetti possono essere messi in bocca dai piccoli, altri invece no.
di Mirkare Manzi
Estate, tempo di mare. Sulla spiaggia si vedono spesso bambini che si divertono con piccoli pupazzi o palloni di plastica. Alcuni oggetti possono essere messi in bocca dai piccoli, altri invece no.
Esiste una plastica per così dire ‘atossica’ e una invece pericolosa? In caso di smaltimento e/o recupero, come vengono trattati?
“La plastica penso sia uno dei materiale più utilizzati sul mercato, oltre al fatto che esistono centinaia di tipologie aventi diversa composizione chimico-fisica. Inoltre occorre pensare che la materia prima giunge nel nostro paese da qualsiasi parte del globo, non sottostando sempre alle ben rigide norme europee o nazionali. Questo significa non aver il controllo assoluto sul materiale utilizzato per la fabbricazione di giocattoli, o peggio ancora quando quest’ultimi giungono direttamente nel nostro paese, non sapendo neppure qual è stato il loro processo di produzione. La maggior preoccupazione dei genitori, è poter garantire ai figli giocattoli atossici, ovvero privi di materiali pericolosi e/o nocivi per la salute, ma questo lo si può fare solo mezzo analisi chimico-fisica presso laboratori specializzati in identificazione materiali. Al genitore non resta che fidarsi di quel che c’è scritto sull’etichetta. Per quanto riguarda invece il recupero/smaltimento di tale materiale, purtroppo la maggior parte di essa è destinata ad incenerimento o collocazione nel sottosuolo, in quanto non recuperabile, appunto per le molteplici composizioni. Basti pensare alle palline di plastica/gomma rimbalzanti, alle bambole, ed a tutti i giochi compositi. Tutto non recuperabile, o a causa di scarsa qualità della materia prima, o a causa degli enormi costi da sostenere per il recupero”.
A fine estate, spesso sul bagnasciuga si possono trovare “rifiuti” della spiaggia, come ad esempio ciabattine, o costumi. La salsedine del mare ne intacca la composizione?
“Per la maggior parte di questi rifiuti, la destinazione è l’impianto di cernita ove manualmente e con l’ausilio di separatori meccanici, avviene la scorporazione dei materiali recuperabili la quale successivamente saranno destinati negli appositi centri di lavorazione”.
Gli orologi da polso o da taschino – fatti di diversi materiali, l’acciaio, eccetera – che tipologia di rifiuti sono?
“Non mi è mai capitata una richiesta simile, ma l’esperienza mi porta a distinguere quelli elettronici e quelli meccanici, per il semplice fatto, che quelli elettronici o digitali siano assimilati ai RAEE, mentre quelli meccanici ai metalli (escludendo in entrambi i casi le batterie)”.
Uno dei grandi (e maleducati) problemi che invadono l’Italia e San Marino è quello delle gomme da masticare, che spesso deturpano monumenti e panchine. E’ ipotizzabile un punto di raccolta? Volendo abbinarli a un codice CER, in che categoria siamo?
“Purtroppo per alcuni quesiti, non sempre la risposta è pronta. Questo è uno di quelli. Per il punto di raccolta non penso vi siano problemi, tutto è differenziabile. Per la classificazione le soluzioni potrebbe essere molteplici, dal capitolo 02 (rifiuti prodotti dal comparto alimentare), al capitolo 18”.