Riorganizzazione e razionalizzazione della gestione dei servizi e della PA, riassetto delle entrate attraverso la riforma tributaria e i provvedimenti volti allo sviluppo per rigenerare ricchezza attraverso l’incentivazione delle attività economiche, quindi dell’occupazione.
Il 2013 è l’anno della ridefinizione del sistema paese, l’anno nel quale si devono affrontare i problemi di bilancio dello Stato e rispetto ai quali indicare gli interventi strutturali per il suo indispensabile riequilibrio. Tre le leve su cui si agisce, da un lato gli interventi sulla spesa pubblica, rispetto ai quali molte indicazioni sono emerse dal lavoro svolto dal gruppo della Spending Review e che comporterà una riorganizzazione ed una razionalizzazione della gestione dei servizi e della Pubblica Amministrazione, dall’altro il riassetto delle entrate attraverso la riforma tributaria (testo d legge presentato in prima lettura a luglio) a cui si devono aggiungere i provvedimenti volti allo sviluppo per rigenerare ricchezza attraverso l’incentivazione delle attività economiche, quindi dell’occupazione.
In merito alla riforma tributaria, al centro dell’attenzione di questa estate e del prossimo autunno, la Segreteria di Stato per le Finanze vuole portare l’attenzione sul tema di fondo e cioè quello di una riforma che punta all’equità che significa contribuire tutti in proporzione alle proprie possibilità e al proprio reddito reale. E’ del tutto evidente che la richiesta di un maggiore contributo accende i riflettori sulla problematica dell’emersione del reddito quale elemento centrale di riferimento per una equità nei livelli di contribuzione.
La riforma dedica precisi passaggi a questo aspetto, individuando strumenti di accertamento a cui sono agganciate le deducibilità delle spese effettuate e mettendo in capo all’Ufficio tributario compiti di controllo ed accertamento in forma strutturata. In quest’ottica si è svolta la visita del Segretario Felici di venerdì scorso all’Ufficio tributario, visita nella quale si sono affrontati i temi legati alla riorganizzazione e alla riqualificazione della sua struttura organica.
Un confronto indispensabile tra la Segreteria e l’Ufficio al fine di raccogliere tutte le informazioni necessarie sulle esigenze operative da un lato e, dall’altro, procedere ad un aperto scambio di vedute sulle modalità di riorganizzazione, alla luce dei precisi compiti che la riforma tributaria assegna a questo Ufficio nevralgico. L’obiettivo della Segreteria è quello di agire per tempo affinché l’Ufficio sia in grado di assolvere fin da subito ed appieno ai compiti assegnati, infatti, in merito a quanto previsto dalla Riforma tributaria, emerge un ruolo preciso dell’Ufficio tributario in relazione all’espletamento delle funzioni di controllo e di accertamento. L’articolo 105 della Riforma, in particolare, prevede che l’Ufficio Tributario venga organizzato al fine di garantire una separazione fra le funzioni di controllo e quelle di accertamento.
Il testo di legge di riforma presentato in prima lettura prevede che i sistemi di controllo e i criteri selettivi dei contribuenti oggetto di controllo siano stabiliti annualmente e pianificati secondo criteri e parametri generali ed astratti, da una apposita Commissione. La Commissione è presieduta dal Direttore di Dipartimento finanze, dal Direttore dell’Ufficio tributario, dal direttore dell’Ufficio centrale di collegamento e dal direttore dell’Ufficio di controllo e vigilanza delle attività economiche.
In ogni caso ed indipendentemente dai poteri della Commissione, l’Ufficio tributario procede all’attività di controllo ogni qualvolta in cui, sulla base di informazioni disponibili, rilevi fenomeni o elementi indicatori di violazione delle norme tributarie.
Il direttore e i dipendenti dell’Ufficio tributario deputati all’attività di controllo assumono la qualifica di pubblico ufficiale e di messo notificatore. L’Ufficio qualora rilevi fatti che potrebbero costituire illecito di rilevanza penale trasmette gli atti all’autorità giudiziaria.
L’articolo 111, inoltre, attribuisce all’Ufficio tributario il potere di eseguire indagini finanziarie al fine di acquisire elementi finanziari rilevanti per l’accertamento dei redditi, previa autorizzazione della Commissione a fronte di una richiesta motivata con indicate le circostanze che giustificano il ricorso alle indagini. L’iter è regolamentato da una precisa procedura che coinvolge il soggetto indagato che dispone di precisi strumenti fra cui quello di opposizione, caso in cui è ammessa la presentazione di documentazione e la richiesta di contradditorio con L’ufficio tributario.
L’Ufficio tributario emette l’avviso di accertamento, atto formale impositivo, in base all’esito dell’attività di controllo. L’eventuale ricorso deve essere presentato all’autorità giudiziaria. Con Decreto delegato verrà identificata una procedura semplificata, Commissione extragiudiziale, quando la pretesa tributaria sia inferiore a 20.000 euro.
Al contribuente sono riconosciuti garanzie e diritti, infatti l’Ufficio tributario è tenuto a motivare il suo agire; il contribuente ha facoltà di farsi rappresentare o assistere da persona di fiducia; i controlli vengono eseguiti in orario di lavoro recando la minore turbativa possibile allo svolgimento dell’attività imprenditoriale o professionale.
l’Ufficio tributario assumerà sempre più un ruolo centrale nella relazione tra Pubblica Amministrazione e mondo economico, anche in previsione dell’introduzione del regime IVA e in considerazione dell’aumento delle attività legate all’adesione agli standard internazionali.
L’obiettivo è quindi quello di un intervento costruttivo strutturato affinché l’Ufficio tributario possa svolgere al meglio i compiti che gli saranno assegnati e possa dialogare in maniera adeguata con i contribuenti.