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Berlusconi condannato: il caimano in gabbia, gli sciacalli liberi

da Redazione

Berlusconi attapirato

 

“Silvio è morto!”, esulta Beppe Grillo. Ma del resto in tv e sul web è tutto un florilegio godereccio di insulti e esaltazione per la condanna a quattro anni – tre cancellati dall’indulto – per Silvio Berlusconi. La prima condanna dopo vent’anni di vicende giudiziarie con reati che vanno dalla frode fiscale (è questo il reato per il quale è stato condannato nell’inchiesta Mediaset) alla prostituzione minorile. Una bella rosa di misfatti quella presa in considerazione, nel lungo corso temporale dell’impero dello sgusciante monarca di Arcore, prima di riuscire a prenderlo al laccio.

 

IL CAIMANO IN GABBIA, LIBERI GLI SCIACALLI

Adesso è dunque ufficiale: il caimano finisce in gabbia; o meglio ai domiciliari, perché per far scattare davvero le manette, i magistrati dovevano incastrare l’ex premier prima che compisse i 70 anni. Ed è anche il giorno in cui scorrazzano liberi gli sciacalli, quelli che godono per la sconfitta – sia pure non elettorale, che è l’unica che dovrebbe contare – dell’arcinemico di sempre.

 

ESULTANO TUTTI, ANCHE L’ESERCITO DI SILVIO. POVERO SILVIO…

Alla lettura della sentenza, dopo 7 ore di camera di consiglio, hanno esultato perfino i militanti dell’esercito di Silvio, non c’era nessun esperto di leggi tra loro poveretti, non avevano capito che il loro boss era stato condannato e non assolto.

Ma questa è l’Italia.

 

QUESTA È L’ITALIA, VIVA L’ITALIA? IL RITORNO DI FORZA ITALIA

Questa è l’Italia, viva l’Italia ci verrebbe da dire, con il sempre più lucido De Gregori, se proprio in questi giorni il cantautore-fustigatore non fosse stato messo al bando da quella stessa sinistra che oggi ondeggia tra l’estasi per la condanna e il tormento perché il Berlusca l’ha legata a sé in questo governo traballante.

Ma non possiamo neanche dire Forza Italia, perché il copyright di FI ce l’ha proprio Berlusconi, che in un video-messaggio alla nazione, subito dopo la condanna, l’ha ritirata fuori dall’armadio come arma per tornare al potere.

Magari non sarà più direttamente in aula a schiacciare bottoni o pisolini, ma dalla sua gabbia dorata sarà pronto a dirigere i suoi alla riconquista del potere.

Nei secoli dei secoli.


Loris Pironi

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