SAN MARINO – Il recente arrivo anche a San Marino di un “compro-oro” impone l’emanazione di una normativa stringente. Lo chiede la Centrale Sindacale Unitaria che chiede altresì “il rispetto di regole chiare e vincolanti e, soprattutto, controlli”.
SAN MARINO – La crisi occupazionale e la crescente difficoltà economica delle famiglie sta producendo i suoi malefici effetti in vari contesti e sta modificando le abitudini di vita dei cittadini. Nonostante i sempre maggiori sacrifici e la riduzione progressiva del tenore di vita, a fronte di una incertezza del reddito, molte famiglie si sono viste costrette a fare scelte drammatiche impegnando o cedendo oggetti e valori personali. In questo contesto di difficoltà, che ricorda tempi lontani, sono cresciuti come funghi i cosiddetti “compro-oro”: ovviamente anche San Marino non poteva restare indenne dall’arrivo di queste attività che proliferano grazie alle difficoltà degli individui.
“Come sindacato non possiamo intervenire negli iter – previsti dalle Leggi – che hanno portato al rilascio della licenza di tale attività – interviene il Segretario della FCS-CDLS Gianluigi Giardinieri – ma abbiamo pieno titolo per richiedere al Governo di intervenire immediatamente con un Decreto d’urgenza per regolamentare alcuni aspetti delicatissimi, anche in vista dell’approvazione di una più articolata normativa che definisca in modo preciso tale delicatissimo settore. Riteniamo che le attività di “compro-oro” debbano essere considerate a tutti gli effetti soggetti vigilati da AIF e Vigilanza di Banca Centrale e che tutti i loro clienti debbano essere sottoposti ad “adeguata verifica” così come accade per il settore bancario e finanziario. Dovranno essere inoltre previsti controlli ed ispezioni rafforzate per evitare che si instaurino condotte non trasparenti o in contrasto con la normativa antiriciclaggio/antiusura”.
“Dal punto di vista del rapporto con i lavoratori – interviene Stéphane Colombari funzionario della FULEA/FULSAC-CSdL – ci è stato segnalato che la richiesta avanzata all’Ufficio del Lavoro per dipendenti iscritti alle liste di mobilità era per mansioni di fattorini e/o commessi. In realtà per alcuni di questi dipendenti la mansione reale era quella di “vigilante” esterno con tanto di dotazione di giubbotto anti-proiettile e bomboletta urticante, con gli enormi rischi di incolumità personale che ben immaginiamo. A fronte di un contesto lavorativo che prevede mansioni estremamente rischiose – considerando il contante, l’oro negoziato e che l’attività è aperta anche in orario notturno – molti lavoratori hanno declinato l’offerta di lavoro, rischiando la perdita dell’indennità di mobilità. E’ solo grazie all’intervento della CSU nella Commissione per il Lavoro che è stato possibile evitare tale penalizzazione.”
“La licenza per un’attività di compro-oro – precisano gli esponenti della FULCAS-CSU – essendo una attività per sua natura molto particolare – deve prevedere un consistente capitale sociale minimo, non può essere rilasciata in maniera automatica e dovrà essere affiancata da una congrua fidejussione a garanzia degli eventuali rischi reputazionali per il Paese e a tutela di dipendenti e clienti. E’ indispensabile che siano posti vincoli stringenti riguardo all’allestimento esterno delle attività, che dovrà essere non evidente e rispettare il contesto urbano ed al posizionamento a congrua distanza dai confini di Stato, anche per non incentivare l’accesso di clientela forense e limitare il rischio di riciclaggio e vendita di oro di dubbia provenienza. In tale senso dovranno essere posti vincoli stringenti anche alla comunicazione pubblicitaria, soprattutto fuori confine. Infine sarebbe opportuno che tali attività siano dotate di un sistema di video-sorveglianza e registrazione collegato direttamente con le forze di polizia, per verificare in qualsiasi momento chi accede e disincentivare potenziali atti criminosi, vista l’apertura 7 giorni su 7 e 24 ore su 24.”
L’auspicio della CSU – Centrale Sindacale Unitaria è che il Governo intervenga immediatamente mediante Decreto d’urgenza per mettere rimedio ad un vuoto normativo inaccettabile e che potrebbe essere un elemento di incertezza e ostacolo al percorso virtuoso di trasparenza, correttezza e eliminazione delle aree grigie dell’economia che il nostro Paese ha iniziato finalmente a percorrere. Non vorremmo che si ripetesse quanto accaduto nel settore dei “noleggi” auto, dove il ritardo nell’emanazione di norme stringenti e una sottovalutazione dei possibili rischi hanno creato non pochi danni alla reputazione del nostro Paese.