L’Anfitrione – in scena il 2 agosto all’interno del “Plautus festival 2013” – è la commedia plautina che ha avuto maggiore fortuna nelle letterature moderne. Juan de Timoneda, Della Porta, Molière, Kleinst, Girardoux sono solo alcuni dei drammaturghi che hanno ripreso i temi dell’Amphitruo di Plauto in loro opere.
Il tema della commedia è stato ripreso anche dal cinema e dal teatro leggero, come documentano “Out of this World” di Cole Porter e “Giove in doppiopetto” di Garinei e Giovannini.
Ma perché una così grande fortuna?
Una risposta potrebbe essere quella che, se da essa si eliminano gli elementi del “doppio” e del “metateatro”, ciò che rimane non è né una “Commedia nuova”, né una “Commedia di mezzo”, ma solamente il nucleo di una tragedia o – tutt’al più – di una tragicommedia, come afferma lo stesso Plauto nel prologo (63); definizione quest’ultima da lui stesso coniata.
Considerato che l’Anfitrione è ritenuta dalla ricerca attuale come una delle sue ultime composizioni, se Plauto avesse vissuto più a lungo, avrebbe potuto continuare in questa nuova direzione, con chissà quali effetti sul Teatro occidentale.
ANFITRIONE … o del “contrappunto comico”
Scritta e rappresentata probabilmente nel primo decennio del II sec., “Amphitruo” rimane un caso singolare nella pur vasta, e per molti aspetti controversa, produzione plautina.
Il suo contenuto a carattere mitologico la distanzia, sensibilmente, dalle altre commedie a sfondo, diremmo oggi, “borghese”.
E tuttavia, proprio questa distanza, questo intreccio e questo sfondo “anti-naturalistico”, sono gli attributi che rendono la commedia certamente la più fresca e attuale fra quelle pervenuteci del grande Comico latino.
Anzi: la rendono a tutt’oggi incredibilmente divertente.
C’è, nella vicenda dello scambio fra il Dio e l’Umano, fra Giove e Anfitrione, il seme di una modernità efficacissima nel produrre comicità e divertimento.
C’è soprattutto nell’alternarsi fra “il basso” e “l’alto” della Vita e delle Passioni, il segreto più genuino nell’arte di far ridere: il contrappunto comico.
Una sorta di punteggiatura ironica e auto-ironica, che, affidata alla figura del servo Sosia, diventa un’autentica macchina del ridere; una partitura esilarante (ma a tratti tenera, ed a tratti persino sensuale) sulla quale il registro del “buffo” s’innesta, come una sorta di basso continuo.
“Anfitrione” è in breve il Grande Teatro; e non solo dell’Età Classica, ma di tutti i tempi.
Questa nostra, nuova edizione, che nasce dalla fertile invenzione registica di Walter Manfrè, ne esalta sia l’efficacia farsesca, affidata al talento di Enrico Guarneri che interpreta Sosia, sia i toni più sinceri ed accorati nella Alcmena di Debora Caprioglio.
TRAMA
Approfittando dell’assenza di Anfitrione per la guerra contro i Teleboi, Giove prende le sue sembianze per passare una notte con sua moglie Alcmena; intanto Mercurio, per aiutare il padre, assume l’aspetto di Sosia, il servo di Anfitrione. Anfitrione e Sosia, tornati dalla guerra, giungono in città e Sosia per primo s’incammina verso la casa del padrone, sulla soglia trova Mercurio che lo prende a pugni e lo scaccia affermando di essere lui l’unico vero Sosia. Successivamente arriva anche Anfitrione, che non aveva
creduto al racconto di Sosia. L’incontro con Alcmena anch’essa vittima inconsapevole dell’inganno, genera tra i due un diverbio che dura fino al ritorno di Giove, il quale, prima calma Alcmena, e poi in presenza di Blefarone (chiamato a chiarire le cose) viene alle mani col vero Anfitrione (già ingannato anche da Mercurio). Il povero generale è indeciso su cosa sia meglio fare, quando Bromia, un’ancella di Alcmena, gli racconta che la donna ha partorito miracolosamente due gemelli, uno dei quali tanto forte da uccidere due serpenti; infine appare Giove nel suo vero aspetto, confessa l’adulterio e spiega come si sono svolti i fatti dicendo che dei gemelli uno, Ercole, è suo figlio, l’altro, Ificle, di Anfitrione.
CURIOSITA’
> Durata dello spettacolo: due atti di circa un’ora ciascuno.
> Debora Caprioglio ha calcato le scene del Plautus Festival per ben nove volte, pur mancandovi dal 2009 quando vi partecipò in “Il governo delle donne” di Aristofane.
> Per Enrico Guarneri la partecipazione di quest’anno, raprresenta il suo debutto al Plautus.
> In precedenza l’Anfitrione è andato in scena al Plautus Festival 12 volte, risultando l’opera più rappresenta in assoluto.
INFO
www.plautusfestival.it
info@plautusfestival.it
cultura@comune.sarsina.fc.it
UFFICIO TEATRO
Via IV Novembre, 13 – 47027 Sarsina FC
Tel/Fax 0547 698102
Luogo di svolgimento del Festival: Arena Plautina in loc. Calbano
Inizio spettacoli: ore 21,30
Biglietteria on line: VIVATICKET – www.vivaticket.it