“Come da copione sono partiti i tentativi della Segreteria Finanze di correggere e smentire le tabelle pubblicate dalla CSU sugli effetti della riforma tributaria sui lavoratori dipendenti”, afferma senza mezzi termini una nota della CSU sulle precisazioni governative degli effetti della riforma tributaria.
“Come da copione sono partiti i tentativi della Segreteria Finanze di correggere e smentire le tabelle pubblicate dalla CSU sugli effetti della riforma tributaria sui lavoratori dipendenti, afferma senza mezzi termini una nota della CSU sulle precisazioni governative degli effetti della riforma tributaria.
“Da un lato la Segreteria riconosce che i dati della CSU sono corretti; prendiamo atto che la Segreteria ci dà ragione, ma sinceramente non avevamo bisogno di questa lusinghiera conferma, poiché il nostro mestiere crediamo di saperlo fare.
Ma al contempo – e qui inizia la manovra di disinformazione – la stessa Segreteria aggiunge che non avremmo considerato gli effetti delle passività deducibili; quindi pubblica tabelle che tengono conto di una media forfetaria di deduzioni pari all’8%. Il tentativo è quello di far credere che il salasso ai lavoratori dipendenti sarà “sensibilmente” inferiore a quello calcolato dal sindacato. Ma le loro tabelle sono irreali e fuorvianti per i seguenti motivi:
– considerano passività deducibili voci che passività non sono mai state e mai potranno essere (art. 15 del progetto di legge), come la quota sindacale dello 0.40%, la quota dello 0.50% per la Cassa ammortizzatori sociali, e lo 0.50% della trattenuta di Fondiss, non obbligatoria per gli ultracinquantenni;
– le passività deducibili sono le stesse che esistono già con l’attuale normativa. Il loro ragionamento avrebbe un senso se le passività per i lavoratori dipendenti fossero state incrementate in proporzione all’aumento della tassazione, ma ciò non avviene. Si impenna a dismisura la tassazione – per un reddito medio da lavoro dipendente viene addirittura sestuplicata! – ma le passività deducibili restano sostanzialmente invariate;
– le passività sono soggettive, non tutti i lavoratori possono usufruirne. Infatti non tutti pagano affitti o mutui, hanno spese mediche, figli all’università, ecc. ecc.
Ribadiamo che le tabelle della CSU sono corrette e conformi a quanto prevede il progetto di legge; invitiamo tutti a non farsi confondere.
Con questo progetto, peraltro – che si caratterizza anche per la totale assenza di strumenti di accertamento dei redditi – sono riusciti a scontentare non solo i lavoratori dipendenti e i pensionati, ma anche alcune fasce di lavoratori autonomi. Per questi ultimi, con l’introduzione dell’aliquota proporzionale fissa al 17%, in barba ad ogni principio di progressività, hanno ottenuto l’effetto di far pagare molto a chi guadagna poco, e di far pagare molto poco a chi guadagna molto. Abbiamo ragione di pensare che vi sono anche lavoratori autonomi che hanno realmente redditi bassi, tanto più in questo periodo di crisi; è quindi giusto trattarli con equità.
Ricordiamo, in particolare a chi ha contestano al sindacato la colpa di non fare proposte e di limitarsi alla sola protesta, che la CSU ha avanzato da alcuni anni orsono ai Segretari di Stato per le Finanze che si sono avvicendati, numerose proposte sulle riforme tributarie che puntano all’equità, alla giustizia sociale e alla trasparenza.
Chiediamo con forza a tutti i consilieri di non proseguire con l’iter consiliare di questo progetto di legge, e di consentire la riapertura del confronto con il sindacato, partendo da contenuti completamente diversi, al fine di realizzare una riforma condivisa e responsabile. È in questo modo che si fa un servizio al paese!
La CSU rinnova ai delegati sindacali, ai lavoratori che ne hanno la possibilità, a tutti i pensionati e ai cittadini l’invito a partecipare alla manifestazione di domani mattina in Piazza della Libertà, mentre è riunito il Consiglio Grande e Generale, per gridare un fortissimo NO al progetto di riforma tributaria del Governo! L’appuntamento è dalle 8.30 in poi sul Pianello”.