Home NotizieSan Marino CSU, lotta durissima alla riforma tributaria

CSU, lotta durissima alla riforma tributaria

da Redazione

Annunciato fin d’ora lo sciopero generale se il Governo non ritira questo progetto di legge privo di equità e di trasparenza, che colpisce solo i lavoratori dipendenti.

Il Governo ritiri dalla prima lettura consiliare il progetto di legge sulla riforma tributaria e apra un vero confronto con il sindacato per giungere ad un progetto legislativo completamente diverso, che punti all’equità e alla trasparenza. È la richiesta che la CSU, nella conferenza stampa di questa mattina, ha avanzato alla vigilia della manifestazione in piazza della libertà di giovedì 25 luglio durante i lavori del Consiglio Grande e Generale.

Se l’Esecutivo intendesse invece proseguire l’iter consiliare del progetto, fin dal prossimo settembre la CSU aprirà una fase particolarmente dura e intensa di mobilitazione che non potrà che culminare nello sciopero generale.

Finora – ha messo in luce la CSU – il Governo non ha mostrato nessuna volontà di confronto, ma ha proseguito nel gioco di portare provvedimenti di fondamentale importanza alle soglie di agosto, quando per il sindacato è meno agevole organizzare i lavoratori. La CSU respinge questa modalità e continua a rivendicare il vero confronto

I principali aspetti messi in luce nella conferenza stampa sono il pesantissimo aumento della tassazione verso i lavoratori dipendenti e i pensionati; la totale assenza di strumenti di accertamento dei redditi verso i lavoratori autonomi e le società; l’assoluta mancanza di trasparenza.

Per i lavoratori dipendenti l’aumento è abnorme e socialmente inaccettabile; si concentra quasi completamente sulle fasce più deboli non prevedendo nemmeno una fascia minima esente. Un esempio su tutti: per un reddito di 25.000 euro lordi l’imposta passa da 467 Euro a 2.933 Euro, che si traduce in un taglio netto mensile in busta paga di circa 200 euro.

Di punto in bianco, la pressione fiscale aumenta oltre sei volte a dimostrazione che la politica è distante anni luce dai problemi reali della gente che lavora (nella proposta 2012 l’imposta raddoppiava passando da 467 a 843 euro).

Duramente colpiti anche i pensionati: per una pensione di 1.500 euro lordi mensili la nuova tassazione sarà equivalente al taglio di una mensilità. Taglio che viene confermato anche per le pensioni minime.

Se i lavoratori dipendenti e i pensionati sono oggetto di un salasso insostenibile, per i lavoratori autonomi e le società la musica cambia completamente: il progetto di riforma introduce una nuova serie di detassazioni e incentivi che nulla hanno a che vedere con una legge tributaria (al massimo si possono configurare come provvedimenti straordinari in sede di legge finanziaria).

Continua inoltre il solito giochino delle spese deducibili: si dà la possibilità di ammortizzare in sede di bilancio acquisti ad uso privato fino al 50%; il che significa che un lavoratore autonomo o un imprenditore scarica sulla collettività la metà dell’acquisto della Mercedes e magari del nuovo salotto di casa.

Ma ancora più grave è il mancato inserimento dell’obbligo di fatturazione e dell’emissione dello scontrino fiscale, così come è stato completamente superato il principio di canalizzazione attraverso strumenti elettronici per la tracciabilità delle transazioni attraverso la Smac Card. Ciò vanifica qualsiasi accertamento reale del reddito di impresa. Questo conferma e accentua l’attuale sistema che permette evidenti fenomeni di elusione e di evasione di massa.

La situazione peggiora se si passa sul fronte dei controlli e degli accertamenti. La Riforma prevede fra le altre cose, l’obbligo da parte dell’Ufficio tributario di avvisare preventivamente il soggetto da controllare. Inoltre, l’autorizzazione di attivare verifiche a livello bancario e finanziario passa dalla magistratura ad una commissione di nomina politica.

Dalla proposta non emerge la volontà politica di superare una volta per tutte la schermatura del segreto bancario e delle intestazioni fiduciarie ai fini degli accertamenti fiscali e non c’è traccia di strumenti di controllo e di prevenzione rispetto all’elusione e all’evasione. Quindi è del tutto evidente che lo scandalo dei furbetti della monofase è stato dimenticato in fretta!

La CSU rinnova ai rappresentanti sindacali l’appello a partecipare alla manifestazione del 25 luglio in Piazza della Libertà, ricordando che l’iniziativa è estesa a tutti i lavoratori che hanno la possibilità di partecipare, a tutti i pensionati e in generale ai cittadini.

 

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