Oggi c’è una nuova consapevolezza sui conti pubblici. Con un deficit di oltre 40 milioni servono tagli molto decisi alla spesa corrente e un forte contrasto agli sprechi.
In Consiglio Grande e Generale si stanno affrontando questa settimana temi economici cruciali per il futuro del Paese come la spending review, la riforma tributaria e il programma economico per il 2014.
Contestualmente all’auspicata riforma tributaria e all’introduzione dell’IVA – una doppia svolta non più rinviabile – si deve oggi mettere in campo una rigorosa azione di contenimento dei costi, che parta dal taglio delle numerose zone di spreco individuate e segnalate nella relazione finale della spending review. Un altro dato sotto gli occhi di tutti è che le retribuzioni medie dei dipendenti pubblici sono più alte del 25% rispetto a quelle dei dipendenti del settore privato.
Dopo aver insistito per anni, nel 2012 ANIS ha presentato un’Istanza d’Arengo per chiedere a gran voce di prevedere per legge l’obbligo di pareggio di bilancio. Uno strumento per mantenere in sicurezza i conti pubblici evitando pericolose derive. Avevamo chiesto un segno di responsabilità, di comprimere la spesa pubblica. Ma l’Istanza – condivisa in linea di principio da tutte le forze politiche – alla fine fu disattesa. Oggi ci troviamo nella condizione di dover compiere comunque questo sacrificio, poiché è conclamata la consapevolezza di dover di intervenire per la salvaguardia del Bilancio dello Stato.
Aver deciso di mettere in campo un’azione per revisionare la spesa pubblica è stata una scelta coraggiosa da parte del Governo e di tutto il Parlamento. Una scelta che abbiamo molto apprezzato. Ora però è giunto il momento della verità. Tutti quanti si aspettano che si compiano tagli veri sulle aree di criticità. E per questo serve una ulteriore dimostrazione di coraggio da parte di tutti, perché è in questo momento che il nostro Paese si gioca la partita più importante, quella per il rilancio.
A fine anno si prevede un ulteriore deficit di oltre 40 milioni di euro e il dato è destinato a peggiorare considerando che tutte le voci di entrata segnano una flessione e alcune di queste peraltro verranno definitivamente meno dal 2014, a seguito dell’entrata in vigore dell’accordo contro le doppie imposizioni con l’Italia. Ecco perché l’imperativo dunque è agire con decisione sul fronte dei tagli.
Peraltro, a fronte dei pesanti sacrifici richiesti – con la patrimoniale e non solo – oggi sono tutti i cittadini e tutte le imprese che pretendono, dalla politica, fatti concreti.