Conclusione positiva del secondo anno del triennio denominato Santarcangelo •12 •13 •14 Festival Internazionale del Teatro in Piazza. Tenendo ben presente il principio di continuità con la progettazione degli ultimi anni, il Festival di Santarcangelo appena concluso traccia un bilancio decisamente positivo sotto diversi profili, a partire dalla ferma convinzione che bisogna difendere l’eccezione e la diversità di un luogo che da 43 anni a questa parte, per due settimane all’anno si fa teatro e che, per tale ragione ha ospitato la comunità dei Mutoid con una loro installazione permanente in piazza Ganganelli.
Quella che si è tenuta tra il 12 e il 21 luglio è stata un’edizione caratterizzata da molte questioni aperte, così come le piazze che si sono modificate, rispetto alle precedenti edizioni.
Chiave di lettura universale del festival è stato il suo dispiegarsi come narrazione, con un programma per temi e segni concentrici, segmenti e progetti speciali o “fuori formato”.
Un festival lungo 10 giorni, con oltre 200 appuntamenti tra spettacoli, concerti, incontri, installazioni e laboratori che hanno portato in città migliaia di persone ogni sera. Santarcangelo •13 ha confermato la vitalità di una manifestazione che sa conciliare le sue profonde radici con le istanze di rinnovamento che nutrono l’arte contemporanea.
L’edizione numero 43 del Festival di Santarcangelo è la seconda del triennio guidato da Silvia Bottiroli con Rodolfo Sacchettini, affiancati quest’anno da Matthieu Goeury, curatore del centro interdisciplinare Vooruit Art Center di Gent in Belgio. Una scelta con un preciso intento, per dare maggiore profondità e amplificare la vocazione internazionale del festival. Ma la volontà di “aprire bene gli occhi” esiste già, a partire dalla sua imagine/manifesto (da un disegno dell’illustratrice Mara Cerri), che sollecita la riflessione sul mondo dell’infanzia: un tuffo, un invito a immergersi, ad aprire gli occhi e guardarsi intorno, a perdersi e lasciarsi sorprendere. “Nel gesto coraggioso e individuale del tuffo e nella collettività del gruppo – ci hanno suggerito Bottiroli e Sacchettini, nelle loro note di presentazione – il festival rispecchia questa immersione, diventando così un’avventura e un viaggio di conoscenza”.
Dichiarazioni e commenti
Santarcangelo •13 ha creato un vero cambiamento, compiendo un gesto di futuro necessario – dichiara Silvia Bottiroli, direttrice artistica del Festival. C’è una forte indicazione di futuro nella dimensione internazionale per spiazzare, nutrire, mettersi in relazione, anche dialogando, alla pari con i grandi festival europei. Leggendosi all’interno di un paesaggio e una comunità internazionale, che quest’anno ha dimostrato di considerare Santarcangelo come un punto imprescindibile, c’è un’indicazione di un modo possibile di pensare e fare festival. Una direzione nuova che mette in relazione processi di ricerca e di creazione artistica complessi con pratiche di pensiero e conoscenza e con una collettività cittadina, aperta. Adesso la responsabilità è continuare con maggiore radicalità e decisione su queste direzioni. che portano a riformulare e a coniugare al presente la necessità di un festival, di una certa scena artistica, di un modo di abitare il mondo.
Anche il condirettore Rodolfo Sacchettini rileva un netto movimento in controtendenza: Questa edizione del festival ha mostrato e generato energie nuove in un momento storico che si muove in direzione contraria. La diversità è stata motore creativo, linguaggi e tradizioni differenti si sono incrociate in maniera fertile costruendo un un più ampio discorso che ha messo al centro tra le altre cose l’infanzia come archetipo necessario per riflettere sull’origine e sull’essenziale, e l’arte dell’ascolto come sfida cruciale per oltrepassare le superfici e anche per riscoprire un valore alto alle parole.
Quella che si è appena conclusa – afferma Roberto Naccari, presidente dell’Associazione Santarcangelo dei Teatri – è a mio avviso un’ edizione eccezionale del festival di Santarcangelo. Eccezionale per partecipazione del pubblico, per l’attenzione degli operatori italiani e stranieri, per la qualità assoluta di alcuni spettacoli e per il fantastico clima che si è creato nei giorni della manifestazione. È il risultato di un anno di lavoro intensissimo prodotto da un gruppo di lavoro molto generoso che ha operato in un contesto spiazzante di crisi economica, politica e sociale che ha investito il nostro Paese a tutti i livelli. Con questa edizione siamo giunti alla tappa centrale di un percorso triennale che ci vede impegnati nel tentativo di realizzare un festival in grado di cambiare rotta senza tradire la propria storia e che cerca faticosamente di abitare e interpretare il proprio tempo. Un festival sempre più proiettato in una dimensione internazionale, attento alla relazione con la città, la sua piazza e i suoi spazi pubblici, impegnato nella costruzione di un ambiente sostenibile e che attraverso “Anno Solare” intende continuare a operare con un’attività articolata lungo tutto l’arco dell’anno.
I numeri
6391 biglietti venduti (di cui 73 online, 161 carnet e 553 abbonamenti) per un incasso che sfiora i 30.000 euro. Percentuale di riempimento posti per spazi\spettacolo 70,48%.
34 compagnie presenti (di cui 25 italiane e 9 straniere) per un totale di circa 44 titoli, tra spettacoli, performance, film, installazioni.
8 gli artisti stranieri ospiti al festival, per la prima volta in Italia: François Chaignaud, Brian Lobel, Kate McIntosh, Lotte Van Den Berg, Zoë Poluch, Valter Silis, Marten Spangberg, Gertjan Franciscus van Gennip. Molti artisti o compagnie hanno presentato al festival più di un lavoro/creazione, costruendo un programma ellittico e policentrico. Tra questi ricordiamo: Fanny & Alexander, Valentina Desideri, Brian Lobel, Danio Manfredini, Kate McIntosh, Francesca Proia, Alessandro Sciarroni, Virgilio Sieni, Strasse/Leonardo Delogu e anche i progetti articolati in più studi o laboratori di pathosformel, Teatro Sotterraneo e Teatro Patalò. Un cenno a parte merita il progetto “Radio e infanzia” con 4 radiodrammi originali prodotti dal festival (che andranno in onda su Rai – radio 3) e una stanza d’ascolto aperta al pubblico per immergersi nei vari repertori (radiodrammi, riviste radiofoniche, fiabe sonore, documentari creativi o sperimentali…) anche storici, dell’affascinante mondo della radio. 8 i progetti prodotti e coprodotti direttamente dal festival, per un totale di 346 repliche (comprese le finali di Premio Scenario e Scenario per Ustica, in piazza Ganganelli, giovedì 18 luglio).
Tutte le serate in piazza Ganganelli sono state dedicate alla città e aperte al pubblico, con ingresso gratuito, così come i 5 film scelti per il ‘programma cinema’ e i 6 concerti in piazza Monache, nei due fine-settimana del festival, con 6 gruppi o solisti della scena musicale indipendente.
23 gli spazi allestiti, tra i quali Villa Torlonia a San Mauro Pascoli e lo Spazio Liviana Conti – stabilimento industriale in via di ristrutturazione prestato al festival dalla stilista – con tre sale allestite per gli spettacoli, a cinque minuti dal centro della città.
Accreditati circa 75 giornalisti (35 presenze nazionali e internazionali e 25 testate tra stampa locale, regionale, più una folta presenza di blogger e collaboratori di web-magazine nazionali e internazionali).
Tra gli ospiti, circa 64 operatori di teatri italiani, 17 stranieri e 21 istituzionali. Oltre 40, invece, i nomi tra studiosi, scrittori, intellettuali o operatori del sociale provenienti dal mondo accademico o della ricerca nazionale e internazionale, alcuni dei quali protagonisti degli incontri e dei Premi ospitati, come di consuetudine, dal Festival.
Santarcangelo •13 si è dotato inoltre di un Osservatorio critico, a cura del collettivo di giovani critici e studiosi Altre velocità (Francesca Bini, Francesco Brusa, Simone Caputo, Alessandra Cava, Lorenzo Donati, Alex Giuzio, Lorenzo Maffucci, Lucia Oliva, Nicola Ruganti, Serena Terranova, Nicola Villa) che ha prodotto 4 trasmissioni radiofoniche di Radio Gun Gun in diretta da piazza Ganganelli e 6 numeri del Giornale del Festival, inserto realizzato e distribuito in collaborazione con il Corriere di Romagna.
I luoghi altri del festival / la piazza diffusa
Innovazione nello spazio dello Sferisterio ripensato come luogo ‘diurno’ del festival, grazie all’intervento del duo di architetti santarcangiolesi CollAA e denominato collAA/Sferisterio, abitato dalla programmazione quotidiana con le performance dedicate alla pratica del corpo di Francesca Proia, Valentina Desideri e al progetto Clima di MK. Ogni giorno anche le attività di Tipografia Testamento – laboratorio artigianale aperto al pubblico per edizioni artigianali, autoprodotte e a tiratura limitata – e della Ciclofficina, sorta di laboratorio a cielo aperto a disposizione del pubblico dove poter imparare a riparare gratuitamente la propria bicicletta. Infine gli spazi di collAA/Sferisterio hanno ospitato anche il bookshop, curato da Nda/Interno4, e un piccolo ristoro Langolodeilimoni, dotato anche di wifi gratuito. Le attività di collAA/Sferisterio sono state alimentate da un impianto fotovoltaico, creato sul posto.
Successo conclamato anche per il Centro festival e il Dopofestival, luoghi fondamentali per la vita di relazione e di ristoro legata ai ritmi del festival, che ne integrano il carattere di accoglienza e di ospitalità. Il Centro festival ha fornito ristoro a più di 8000 presenze nell’arco dei 10 giorni. Tutte le sere (dalle 19 all’1.30 circa) il menu del Centro Festival di Santarcangelo •13 è stato curato dallo chef Fabrizio Mantovani, in collaborazione con lo staff dell’osteria da Oreste, proponendo una ristorazione quotidiana a base di prodotti stagionali a “filiera corta”.
Anche la “piazza notturna” del Dopofestival MilIlm, spazio-novità dello scorso anno, ha registrato un record altissimo di presenze nelle notti a tema con Dj set d’eccezione – a cura degli stessi artisti in scena con gli spettacoli – dedicati a tutti gli spettatori, artisti, ospiti e lavoratori del festival.
Quest’anno, in particolare, si è potenziato il lavoro sull’ecosostenibilità, a partire dallo slogan Presente Sostenibile con cui Santarcangelo dei Teatri ha definito una serie di interventi e progetti tesi alla riduzione dei carichi ambientali della manifestazione. Essere ecosostenibili per un festival di teatro come Santarcangelo, ha un duplice significato: percorrere strade ecosostenibili e contemporaneamente proporre agli spettatori opportunità per partecipare alla costruzione di un ambiente sostenibile. L’adozione di un approccio ecologico ha portato il festival a interfacciarsi e a dialogare con alcune aziende locali che hanno sposato i diversi progetti ecosostenibili dell’Associazione attraverso i quali è stato possibile fornire risposte al territorio e continuare a lavorare in sinergia con le istanze e le esigenze del nostro presente nonostante i tempi e le limitate risorse a disposizione. Un Festival a “impatto zero”, testimonianza efficace di come è possibile unire da un lato la tradizione e il significato culturale del teatro, e dall’altro il valore dell’ambiente.