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San Marino, ANIS: Paghiamo una cultura dell’insostenibilità

da Redazione

L’azione a tutto campo di ANIS nella relazione del Presidente Colombini. Troppo Stato, troppo poco mercato: le privatizzazioni restano un tabù.

 

di Loris Pironi

 

È un discorso in quattro quarti quello che il Presidente Emanuel Colombini ha tenuto di fronte alla platea del Kursaal, mercoledì, in occasione dell’Assemblea Generale Annuale dell’Associazione Industriali. Un’ampia e approfondita disamina delle criticità di San Marino nella prima metà del suo intervento, letto davanti ai soci ANIS e ai numerosi ospiti con l’ausilio di una lunga serie di slide a fotografare, con dati precisi, la situazione in cui versa l’economia del Titano. La seconda parte invece è un invito al fare. Un invito rivolto alla politica, agli altri attori protagonisti della società civile, ma anche agli imprenditori. Con un punto fermo: ANIS c’è. Ci mette la faccia e le idee. Non si tira indietro perché ricostruire il Paese dalle sue fondamenta è un compito per il quale tutti sono chiamati a fare la propria parte.

 

RELAZIONI CON L’ITALIA


Nella sua analisi il Presidente Emanuel Colombini parte da un dato: gli ammortizzatori sociali nel solo 2012 sono costati 23 milioni di euro. Soldi delle imprese e dei lavoratori. La crisi infatti è strutturale, non è legata solo alle relazioni con l’Italia, i cui progressi vengono seguiti con attenzione – per non dire con trepidazione – dagli industriali. “Come il FMI anche ANIS crede sia fondamentale far tornare in attivo il bilancio pubblico nel più breve tempo possibile” ha detto Colombini alla platea. Per far questo, “la razionalizzazione delle spese è la chiave di volta, così come le misure per rilanciare l’economia. Inoltre dobbiamo credere fortemente in una nuova vocazione all’attrazione degli investimenti esteri”.

 

NO ALLA PATRIMONIALE


Le criticità del sistema le potete leggere nel box qui a fianco. In aggiunta, Colombini ha ribadito il no degli industriali alla Patrimoniale. “Perché è iniqua e non risolve nulla se non è accompagnata dal taglio della spesa pubblica. Contiene anche errori. E siamo convinti che purtroppo avrà effetti depressivi sull’intera economia”.

 

RIFORMA TRIBUTARIA

 

In compenso ANIS spinge sull’acceleratore per la riforma tributaria, da abbinare al passaggio da Monofase a un sistema IVA. Quanto alla riforma, gli industriali chiedono un modello tributario in cui tutti paghino per la propria parte, in cui i controlli funzionino davvero, in cui le imprese che investono per crescere abbiano, in base a condizioni predeterminate e non discrezionali, la possibilità di accedere a incentivi e agevolazioni”.

 

LA CULTURA DELL’INSOSTENIBILITÀ

 

È uno dei passaggi chiave dell’intera relazione del Presidente Colombini, questo, sicuramente uno dei più suggestivi. “Non possiamo avere la pretesa che sia lo Stato a fare tutto, a essere dappertutto. E le privatizzazioni non possono continuare a essere un tabù nella nostra Repubblica”. Viviamo le conseguenze di una vera e propria “cultura dell’insostenibilità”, ha sottolineato il Presidente, specificando “insostenibilità dei servizi, allargati a dismisura e sicuramente troppo costosi, per mantenere l’anacronismo di uno Stato chiuso e autosufficiente. Che poi autosufficiente, purtroppo, non è”. Ci sono tanti servizi “non strategici” che già oggi potrebbero essere messi a mercato, “a partire dalla gestione dei rifiuti”. Ma la parola privatizzazioni fa venire i brividi a parecchi, a queste latitudini, e infatti il simbolo, citato da Colombini, è il flop del tentativo di salvare la Centrale del Latte.

 

SPENDING REVIEW

 

Emanuel Colombini boccia senza appello la riforma della PA, “che anche da un punto di vista economico non ha portato alcun beneficio”. Infatti “la spesa del personale, nonostante il blocco degli aumenti retributivi degli ultimi anni, è rimasta sostanzialmente invariata”.

La relazione della Spending review ha dimostrato che “c’è tanto da fare, ma anche che ci sono numerosi spazi di intervento per ridurre in maniera strutturale la spesa pubblica”.


FRONTALIERI

 

Una battuta anche in difesa dei lavoratori frontalieri, asse portante del settore produttivo, con l’auspicio che si superino i problemi e le incertezze “che stanno vivendo su due fronti, quello interno con la disparità di trattamento fiscale e quello esterno”, la franchigia.


L’AZIONE DI ANIS

 

Si entra quindi nella seconda fase, propositiva. Si parte con l’azione di ANIS, culminata con due iniziative importanti, la stipula del contratto industria, sottoscritto lo scorso anno con la CSU, e il Progetto per San Marino. La prima ha sancito un balzo in avanti nelle relazioni sindacali ed è stata un argine contro il rischio di un’epoca di tensioni sociali, che il Paese non si sarebbe potuto assolutamente permettere in questa fase. Il secondo invece è stato un importante contributo di idee che ha portato a molteplici risultati. Ad una condivisione con praticamente tutte le altre categorie economiche, gli ordini professionali, enti associazioni e anche dai sindacati; oltre che dalla politica. Ha portato alla realizzazione del Tavolo per lo sviluppo e al conseguente Progetto strategico, ovvero alla “cabina di regia” che l’Associazione chiedeva da tempo. Ha portato a un “nuovo metodo di lavoro e una nuova concretezza”, di cui però ora si dovranno vedere i frutti.


LE RIFORME ISTITUZIONALI

 

L’istituzione della figura di un Premier è un vecchio cavallo di battaglia dell’Associazione che indica soprattutto la voglia di una maggiore efficienza nelle linee guida del Paese. Perché “le democrazie moderne fanno così”, e noi aggiungiamo che lo stesso vale anche per quelle meno moderne.


CONCLUSIONI

 

Per il rilancio serve dunque una strategia condivisa. “Occorre reagire con una strategia condivisa e lungimirante. Il nostro sistema deve internazionalizzarsi. Per fare ciò chiediamo al Governo di agire”.

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