Home FixingFixing San Marino, frontalieri. Franchigia non più fissa: ci sarà aliquota del 65%

San Marino, frontalieri. Franchigia non più fissa: ci sarà aliquota del 65%

da Redazione

Frontalieri e doppie imposizioni: il deputato riminese del PD Tiziano Arlotti. Black list: fuori solo con gli accordi di cooperazione economica e finanziaria.

 

di Alessandro Carli

 

Raggiunto il traguardo della ratifica degli accordi contro le doppie imposizioni fiscali – la Camera ha già dato l’ok, ora la palla passa al Senato italiano – il deputato riminese Tiziano Arlotti sta lavorando ora su un progetto di legge ordinario che risolva definitivamente il problema della franchigia dei lavoratori frontalieri. Ogni anno difatti la franchigia è incerta: in passato era di 8 mila euro, oggi è stata abbassata a 6.700, e viene infilata per il rotto della cuffia passando tra Finanziarie, Decreti Milleproroghe, eccetera. Parliamo di franchigia perché è un grosso problema che va risolto alla radice al più presto. Del resto, lo strumento c’è, o perlomeno ci sarebbe. “All’interno dell’accordo bilaterale tra Italia e San Marino, che sta passando al vaglio del Parlamento – spiega il deputato -, il ‘protocollo aggiuntivo’ parla espressamente di frontalieri e offre alla politica la strada di una soluzione legislativa permanente tramite una legge ordinaria che, si legge, potrà determinare una quota del reddito lordo dei lavoratori frontalieri esente da imposta in Italia”.

Parte proprio da qui il progetto di legge proposto da Arlotti e di cui Fixing può anticipare perlomeno gli elementi principali. Per i frontalieri potrebbe essere la partita decisiva.

“Il progetto prende spunto dal memorandum del 2002. La proposta prevede che la franchigia non sarà fissa. L’aliquota di reddito esente da imposta in Italia arriverebbe al 65% del reddito lordo sino a una quota esente di 24 mila euro. Si tratterebbe senza dubbio di un provvedimento che darebbe finalmente una risposta concreta e qualche certezza in più agli oltre 5 mila frontalieri che ogni giorno si recano sul Monte per lavorare”.

Frontalieri che, dopo aver perduto le spese produzione reddito (il 9% dello stipendio) e in attesa di recuperarne almeno una parte (come anticipato da Fixing, il rimborso, previsto solo per il periodo d’imposta 2011, sarà di 720 euro e riguarderà tutti i frontalieri con reddito annuo lordo non superiore a 30 mila euro che ne faranno richiesta. Non saranno soldi cash però: l’importo verrà caricato sulla SMaC card da marzo 2014), potrebbero avere almeno la certezza di avere un “salvagente” sicuro durante la dichiarazione dei redditi. Ricordiamo infatti che la franchigia – quest’anno è di 6.700 euro – non deve essere tenuta in considerazione per l’acconto Irpef.

 

Doppie imposizioni


La questione dei frontalieri è affrontata specificatamente nell’art. 4 del Protocollo aggiuntivo alla Convenzione fiscale italo-sammarinese, che specifica che i due Stati contraenti “convengono di applicare il sistema di tassazione concorrente, con tassazione definitiva nello Stato di residenza”. Come anticipato, il testo prosegue spiegando che “la Repubblica Italiana assoggetterà a tassazione il reddito lordo dei lavoratori frontalieri residenti in Italia conseguito nella Repubblica di San Marino con le modalità che saranno stabilite con legge ordinaria”. Tale legge dovrà appunto “determinare una quota del reddito lordo dei lavoratori frontalieri esente da imposta in Italia. In questo caso, la quota residua sarà imponibile con applicazione delle aliquote vigenti calcolate con riferimento all’intero reddito”.

 

Tiziano Arlotti


Il parlamentare riminese PD Arlotti sta in prima persona elaborando il progetto di legge, oltre a essere stato il relatore della ratifica in Commissione e alla Camera, e ci conferma che “la bozza del provvedimento è già pronta. Adesso la devo verificare assieme all’Ufficio legislativo del Gruppo parlamentare PD. Siamo al-l’opera anche per riconoscere il valore del lavoro e le ricadute pensionistiche per chi presta servizio all’estero, e per gli ammortizzatori sociali. Ricordo ciò che disse l’allora presidente della Repubblica Pertini in un suo discorso di fine anno: gli italiani che lavorano oltreconfine onorano all’estero il nostro paese e sono dell’Italia i migliori ambasciatori”.

 

Iter contro doppie imposizioni fiscali: ora dovrà passare al Senato.


“Sono soddisfatto che alla Camera il provvedimento sia passato all’unanimità: 525 sì su 525 votanti. Ho parlato direttamente con Pier Ferdinando Casini, presidente della Commissione esteri al Senato, che si è detto molto soddisfatto dell’esito della votazione e si è impegnato nel giro di qualche giorno a calendarizzare il provvedimento anche al Senato”.

 

Lei aveva auspicato un superamento definitivo della “tassa etnica” a San Marino.


“Ho presentato una risoluzione per chiedere al Governo italiano un intervento che vada in questa direzione. In questi giorni i frontalieri stanno già pagando veri e propri salassi visto che l’attuale norma italiana prevede che debbano, in fase di dichiarazione dei redditi, anticipare anche per il 2014 l’imposta senza considerare la franchigia”.

 

Il Monte sta lavorando anche sulla riforma tributaria, indicata come la possibile soluzione per far tornare al trattamento equo i lavoratori.


“Già da tempo sostengo che la famigerata ‘tassa etnica’ debba essere superata: rappresenta una discriminazione fra lavoratori che pur lavorano insieme e svolgono la stessa mansione. Non è pensabile che ci siano trattamenti differenziati fra lavoratori italiani e sammarinesi. Non mi risultano casi analoghi con altri Paesi”.

 

La black list ha portato alla chiusura di molte imprese sammarinesi: molti frontalieri hanno perduto il posto di lavoro. Si è trattato di un boomerang per l’Italia?


“La crisi, prima finanziaria e poi economica, ha colpito indistintamente tutti e in modo pesante. I frontalieri per effetto della crisi sono scesi da quasi 7.000 unità a poco più di 5 mila, hanno pagato la crisi come tutti”.

 

A San Marino però la pensano un po’ diversamente. In ogni caso, a suo parere, che garanzie ci sono che il Monte esca dalla black list una volta che l’accordo verrà siglato?


“Per l’uscita dalla lista nera, dovranno essere siglati altri due accordi, quello di cooperazione economica e quello di cooperazione finanziaria. Io credo che ci siano tutte le condizioni e lavorerò affinché il ‘nodo’ possa essere sciolto positivamente”.

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