Home NotizieSan Marino Fupi – CSdl – Sistema bancario: è tempo di fare chiarezza

Fupi – CSdl – Sistema bancario: è tempo di fare chiarezza

da Redazione

Che senso ha la spending review se poi lo Stato versa cifre enormi per il salvare il sistema creditizio? Per il FMI lo Stato sammarinese dovrà intervenire per altri 130 milioni di euro a favore della banca più importa.

“Da un po’ di tempo a questa parte – afferma la nota di Alessio Muccioli, Segretario FUPI-CSdL,  si parla di revisione della spesa pubblica. Siamo perfettamente d’accordo sulla necessità di eliminare tutti gli sprechi che si annidano nei circa 30 milioni di Euro che ogni anno lo Stato spende in acquisti/appalti di beni e servizi; su tutto ciò si fa un gran parlare, ed è giusto che sia così.

Ma al contempo sarebbe altrettanto giusto parlare del sistema finanziario del paese, e di come lo Stato lo stia sorreggendo, con la previsione di versarvi altre ingenti risorse nel prossimo futuro. Intendiamoci, le esperienze determinate da questa crisi anche in altri paesi, non lasciano molte scelte alla prospettiva di salvataggio delle banche; tuttavia è vero che si possono adottare misure diverse dal finanziamento puro e semplice.

Rispetto all’entità del salvataggio che si sta compiendo sotto i nostri occhi, non c è spending review che tenga. Il sistema bancario di San Marino ha visto letteralmente dimezzare la raccolta di liquidità negli ultimi 6 anni; precisamente, dagli oltre 14 milioni del 2007 si è passati agli attuali 7milioni . Il paese, nello stesso lasso di tempo ha visto il proprio PIL contrarsi del 30%. Come sappiamo, la forte esposizione della CARISP nel caso gruppo DELTA, ha peggiorato le cose, poiché quest’ultima, oggetto di intervento delle autorità italiane a causa di attività legate al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo, è divenuta insolvente.

Il Fondo Monetario Internazionale valuta che lo stato di San Marino dovrà, nella migliore delle ipotesi, intervenire per altri 130 milioni di euro a favore della banca più importante del paese; tale cifre si somma ai 95 milioni di euro già versati nell’anno 2012 (di cui 35 milioni del fondo pensioni dei lavoratori investiti in obbligazioni). Le ingenti somme finora versate non hanno assicurato, come invece sarebbe giusto, alcuna azione di controllo di CARISP da parte dello Stato.

Detto ciò, è giusto che governo e parti sociali si confrontino su come e dove si può risparmiare; come detto, tutti sappiamo degli sprechi in essere nella pubblica amministrazione, e della necessità di eliminarli. Sarebbe opportuno però che l’attenzione si spostasse principalmente su quel sistema bancario che dovrebbe fornire liquidità, linfa vitale per il sistema economico, mentre oggi si sta vivendo invece la situazione opposta; è lo Stato, quindi la collettività, a dover fornire liquidità al sistema creditizio.

Sia ben chiaro, non possiamo permetterci fallimenti bancari di quella entità, tuttavia simili operazioni di salvataggio nel mondo hanno visto se non altro l’acquisizione di titoli che garantiscono il controllo delle stesse banche nei consigli di amministrazione. La discussione sulla spending review, seppur degna di nota, rischia di essere una stucchevole perdita di tempo se non si risolvono i problemi legati al settore bancario-finanziario, favorendo l’afflusso di nuova liquidità dall’estero.

Ogni operazione di razionalizzazione delle spese e lotta agli sprechi è benvenuta, purché con questa non si determini un’ulteriore riduzione del potere di acquisto dei lavoratori, anche perché ciò determinerebbe una contrazione del livello dei consumi e/o risparmi, andando ulteriormente ad alimentare il problema di mancanza di liquidità del settore bancario.

Vi è poi un gran bisogno di coordinamento nella azioni da intraprendere. Per fare un esempio: non si possono dare indicazione a dirigenti di contrarre al massimo la spesa per i testi scolastici, quando, parallelamente, sappiamo che dovremo rifinanziare una banca per 130 milioni di euro entro l’anno. Non mi pare sia questo l’approccio giusto”.

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