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Ordine dei dottori commercialisti ed esperti contabili, dimenticate le piccole imprese

da Redazione

I commercialisti constatano come negli interventi proposti nel tavolo  di sviluppo non sia stata riservata sufficiente attenzione alle piccole imprese che potrebbero essere attratte da un sistema economico rigenerato con la riforma fiscale e la normalizzazione dei rapporti con l’Italia.

“Si terrà mercoledì prossimo l’assemblea dell’Ordine dei dottori commercialisti ed esperti contabili. In vista di questo annuale appuntamento, il  – afferma la nota dell’Ordine – Consiglio direttivo intende portare all’attenzione della cittadinanza e delle istituzioni diverse problematiche fortemente sentite dalla nostra categoria e dai professionisti in generale, che saranno oggetto di informativa e dibattito dell’assemblea.

In questi giorni, in cui il Consiglio Grande e Generale è riunito per affrontare temi di primaria importanza come la legge per lo sviluppo, è bene dire che anche i commercialisti hanno partecipato costantemente ai lavori del tavolo di confronto per lo sviluppo. Ma, pur in presenza di progetti ed obiettivi ambiziosi, che vanno poi elaborati e tradotti in provvedimenti di legge calati nella realtà sammarinese, pur condividendo anche la creazione di una procedura semplificata per la concessione di residenze agli imprenditori, i commercialisti devono constatare come purtroppo negli interventi proposti nel tavolo non sia stata riservata sufficiente attenzione alle piccole imprese che potrebbero essere attratte da un sistema economico rigenerato con la riforma fiscale e la normalizzazione dei rapporti con l’Italia, né tantomeno alle piccole imprese che oggi costituiscono lo zoccolo duro dell’economia sammarinese e che finora hanno tenuto in piedi i vari settori della produzione, del commercio e dei servizi, così messi a dura prova dalla crisi e dalla black-list. Si parla cioè solo di grandi progetti, ma non si accenna mai alle piccole/medie imprese.

Per quanto riguarda la riforma fiscale, l’Ordine ha già elaborato diversi emendamenti al progetto di legge, che sono stati già presentati formalmente alla Segreteria alle Finanze. L’Ordine si attende ora delle scelte politiche di fondo, anche coraggiose, da parte del Governo. Gli emendamenti proposti sono infatti tesi ad assicurare una maggiore equità fiscale tra le varie categorie di contribuenti, a fornire un migliore coordinamento con la Legge sulle Società, a colmare delle lacune importanti per una vera e moderna riforma fiscale e non ultimo a fornire nuove entrate fiscali per il Bilancio dello Stato ormai asfittico. Per questo l’Ordine ha chiesto alla Segreteria delle Finanze, e quindi al Governo, di accelerare i tempi della riforma fiscale, per una sua entrata in vigore contemporanea a quella prevista della ratifica della convenzione contro le doppie imposizioni con l’Italia e quindi di svolgere una vera opera di mediazione all’insegna dell’equità e della semplificazione. L’Ordine invita però tutte le parti in causa alla moderazione e alla condivisione nell’interesse generale. Dopo l’approvazione della legge occorrerà poi emanare decreti delegati e circolari applicative per le quali occorre tempo ed esperienza tecnica, capaci di ridurre il numero di scadenze in corso d’anno, ed auspica di non lasciare le circolari all’emanazione esclusiva da parte degli uffici pubblici.

L’Ordine ha anche ribadito alla Segreteria delle Finanze la necessità che San Marino recuperi il grave ritardo di anni nell’armonizzazione del suo sistema a quello europeo dell’IVA, per agevolare l’integrazione con gli altri Paesi e fornire un filtro più efficace alle truffe fiscali. Occorre infatti accelerare la fase preliminare di studio dell’impatto dell’IVA sul mercato interno e degli eventuali correttivi per incentivare il commercio ed i consumi.

Altro tema di primaria importanza per l’Ordine è quello della riforma delle licenze, che dovrebbe rappresentare un plus rispetto ad altri Paesi. L’Ordine chiede da anni la semplificazione burocratica e lo snellimento delle pratiche amministrative, privilegiando i controlli a posteriori. A tal proposito non si può non registrare una certa ostinata resistenza della burocrazia che tende a bloccare ogni istanza degli operatori economici a semplificare le pratiche amministrative e a rendere più certo il loro corso. Permangono nell’ultima bozza i soliti blocchi, che complicano la vita a chi chiede o possiede una licenza, che non solo dipende dalle procedure e dalle tempistiche degli uffici pubblici, ma ne rischia con facilità le sanzioni. Anche la recente approvazione della normativa sull’e-commerce, purtroppo in anticipo sulla riforma delle licenze, dovrebbe incentivare le imprese e lo sviluppo di nuovo fatturato, ma ha trovato impreparato l’apparato burocratico in termini di modulistica e rilascio delle autorizzazioni.

In merito al tema della revisione della spesa pubblica, l’Ordine dei dottori commercialisti ed esperti contabili ricorda che già nel 2010 venne rivolto il primo grande appello dell’Ordine alla politica affinché effettuasse seri e selettivi tagli alla spesa pubblica. Con ben tre anni di ritardo e dopo qualche esercizio di pesante deficit finalmente la politica ha commissionato a un gruppo di esperti una relazione-proposta di revisione della spesa pubblica. Un compito che forse poteva anche essere svolto egregiamente dalla Commissione di Controllo della Finanza Pubblica, che meglio di altri conosce le dinamiche della spesa pubblica. Però adesso tocca al Governo fare tesoro delle “raccomandazioni” dell’apposita commissione e tradurle con coraggio in numeri monetari di tagli effettivi e funzionali.

Congiuntamente il Governo dovrebbe anche fornire al Paese una giusta informativa sia all’interno che all’esterno sulla Convenzione contro le doppie imposizioni e tutti gli altri accordi connessi, nonché sull’auspicabile rapida uscita dalla black-list del Decreto Incentivi e sulle possibilità di inserimento nella white-list italiana. Dopo anni di oscurantismo da parte della politica, che addirittura ha tenuto nascosto il testo della Convenzione fiscale, occorre oggi un’azione comunicativa per dare fiducia ai suoi cittadini ed alle sue imprese, ma anche ai potenziali investitori esteri.

Come professionisti, l’Ordine rivendica il rispetto della professione e delle prerogative proprie della categoria e rigetta l’attribuzione di compiti e responsabilità non propri. L’anello debole del sistema pare rappresentato dai professionisti, che andrebbero maggiormente tutelati e protetti, responsabilizzando maggiormente le istituzioni e gli uffici dello Stato.

Infine per quanto riguarda il fondo pensioni dei liberi professionisti, si ricorda come la Commissione Nazionale delle Libere Professioni si sia resa promotrice di un’iniziativa verso la politica per rivedere l’ultima Riforma Previdenziale e riportare il Fondo Pensioni dei Liberi Professionisti alla sua precedente autonomia. Fondo tra l’altro che sarebbe oggi l’unico ad essere in attivo ed a registrare un incremento patrimoniale fino al 2030. Al momento si trova invece inglobato in quello di Commercianti ed Artigiani storicamente in profondo rosso.

L’ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili ribadisce fin da ora la propria disponibilità ad affrontare tutti questi argomenti con spirito costruttivo e di confronto con tutte le parti interessate rimarcando la necessità che si proceda speditamente verso l’ammodernamento del Paese attraverso riforme e interventi all’insegna dell’equità, della trasparenza, della semplificazione normativa e rispettosi delle prerogative di ciascuna categoria e dei singoli cittadini, senza prevaricazioni di sorta o privilegi, come avvenuto purtroppo e spesso in passato”.

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