La crisi colpisce trasversalmente. Eppure, si conferma la ferrea regola che c’è sempre qualcuno più uguale degli altri.
di Saverio Mercadante
La crisi colpisce trasversalmente. Eppure, si conferma la ferrea regola che c’è sempre qualcuno più uguale degli altri. Sono 175.800 gli italiani con un patrimonio investibile di almeno 1 milione di dollari: nel 2012 i paperoni italiani sono tornati ad aumentare, registrando un incremento del 4,5% dai 168.300 del 2011 dopo 3 anni di cali consecutivi. Stessa crescita per la loro ricchezza, attestatasi lo scorso anno intorno ai 336 miliardi di dollari. E’ quanto emerge dal “World wealth report 2013” di Capgemini e Rbc wealth management. Nella classifica per Paese, l’Italia è al 10° posto, anche se la crescita dei suoi milionari risulta inferiore sia alla media globale sia a quella europea.
La stessa legge vale anche per le multinazionali, come Amazon, Apple, Microsoft e Google, che riescono ad aggirare il fisco. Al centro del G8 dei giorni il tema dell’evasione fiscale manda fuori giro il motore delle economie occidentali. Secondo i dati del Tax Justice Network, i conti nascosti ammontano a 32mila miliardi, il doppio del prodotto interno lordo degli Stati Uniti d’America.
Google, è sotto la lente del fisco inglese. Ha generato utili per 18 miliardi di dollari nel Regno Unito dal 2006 al 2011 e poi ha pagato in tasse, nello stesso periodo, 16 milioni di dollari. Amazon avrebbe pagato 3,2 milioni di tasse nel Regno Unito a fronte di un fatturato di 4 e più miliardi di sterline di prodotti venduti a cittadini residenti in Gran Bretagna. Il premier inglese Cameron ha convinto i dieci i territori d’oltremare britannici a impegnarsi formalmente nella lotta contro l’evasione fiscale. Gibilterra, Anguilla, Turks e Caicos, Montserrat, Jersey, Guernsey, l’Isle of Man, Bermuda, le isole Cayman e le isole Vergini britanniche, paradisi fiscali per antonomasia, hanno accettato di firmare la convenzione Ocse sulla mutua assistenza amministrativa in materia fiscale.
