Home FixingFixing Accordi in dirittura d’arrivo. E dopo che cosa cambierà?

Accordi in dirittura d’arrivo. E dopo che cosa cambierà?

da Redazione

Costretti a sfatare un luogo comune: l’uscita dalla black list non è automatica. Solo un po’ più facile.

 

di Loris Pironi

 

Nel dedalo dei palazzi del potere romano il Teseo rappresentato dall’accordo bilaterale contro le doppie imposizioni tra Italia e San Marino vedrà finalmente la luce a breve. Un’altra svolta è stata compiuta, questa settimana, con l’approvazione all’unanimità dell’accordo alla Camera.

Ora servirà il via libera anche del Senato, atteso quasi certamente entro il mese di luglio, ma si può dire che finalmente il più è fatto per la ratifica, anche da parte italiana, del più importante tra gli accordi che legano il Titano all’Italia. E infatti fanno bene a esultare bipartisan i senatori romagnoli che tra gli altri, e più degli altri, si stanno battendo per ottenere questo risultato.

Riprendendo il filo d’Arianna della nostra similitudine cretese, anche se stiamo uscendo dal labirinto ciò non significa che il nostro Minotauro, leggasi la black list, sia stata definitivamente sconfitta. Ci sono diverse dichiarazioni più o meno ufficiali da parte italiana infatti che vanno nella direzione di un’uscita di San Marino dalla lista nera del MEF subordinata alla ratifica italiana dell’accordo bilaterale. Ma niente indica nero su bianco un automatismo tra i due passaggi. Ovvero, se i due Stati riescono a normalizzare i propri rapporti dando attuazione all’accordo firmato nel giugno scorso, ne hanno entrambi specifici vantaggi. Quelli italiani, spesso sottaciuti, sono stati snocciolati dal deputato riminese del PD Tiziano Arlotti, che nella fattispecie è il relatore in Commissione Esteri della Camera del Ddl per la ratifica e l’esecuzione della Convenzione italo-sammarinese. Il valore dell’interscambio commerciale, ha ricordato Arlotti ai colleghi, è pari a 4,51 miliardi di euro; le esportazioni italiane ammontano a 2,8 miliardi, le importazioni, sempre italiane, sono pari a 1,71 miliardi. Il saldo commerciale è di 1,09 miliardi di euro. Mica noccioline. E poi va ricordato che nel mezzo ci sono oltre 5.500 famiglie di lavoratori frontalieri, per lo più delle zone di Rimini e Pesaro, che lavorano nelle imprese del Titano, e che la piaga dell’evasione fiscale, problema italico per antonomasia, può venire combattuta con più efficacia solo se si instaura una collaborazione tout-court.

Detto che la cancellazione di San Marino dalla black list del Ministero per l’Economia e le Finanze è un atto semplice che il Ministro Saccomanni potrebbe decidere di adottare domani senza neanche dover ricorrere alla collegialità del Consiglio dei Ministri, proviamo a vedere quali sono le novità che verranno introdotte con l’entrata in vigore della Convenzione per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le frodi fiscali e il relativo Protocollo di modifica sottoscritto il 13 di giugno dell’anno di grazia 2012 dai Ministri Antonella Mularoni e Giulio Terzi di Sant’Agata.

 

Doppie imposizioni


Il punto di riferimento è l’accordo OCSE 2005, più precisamente l’articolo 26. L’accordo sottoscritto da Italia e San Marino, già ratificato dal Titano e adesso “quasi” anche dall’Italia segue la strada già segnata a livello internazionale e prevede il principio che un contribuente non può essere tassato due volte sullo stesso reddito o sugli stessi beni.

L’accordo ha il pregio di fare finalmente chiarezza. Per quanto riguarda i redditi immobiliari è prevista la tassazione concorrente ripartita tra i due Stati, per gli utili d’impresa, al contrario, viene accolto il principio che sono imponibili solo nello Stato di residenza. Altro caso estremamente importante è quello in cui i redditi vengono prodotti per il tramite di una stabile organizzazione: in questa ipotesi lo Stato in cui questa è localizzata ha facoltà di tassare gli utili realizzati sul proprio territorio. Poi c’è il caso dei dividendi: la convenzione bilaterale prevede che la tassazione definitiva avvenga nel Paese di residenza del beneficiario e la concorrente facoltà, accordata allo Stato da cui essi provengono, di prelevare un’imposta alla fonte entro limiti espressamente previsti e aliquote differenziate di ritenuta da applicare all’ammontare lordo. Per i beneficiari di canoni e interessi, invece viene previsto il principio di tassazione esclusiva nel Paese di residenza.

 

Frontalieri


Per quanto concerne la tassazione di lavoro dipendente dei lavoratori frontalieri residenti in Italia, i due Stati contraenti convengono di applicare il sistema di tassazione concorrente, con tassazione definitiva nello Stato di residenza.

In soldoni, lo Stato italiano assoggetterà a tassazione il reddito lordo percepito sul Titano dai frontalieri, ma con legge ordinaria dovrà stabilirne le modalità e potrà determinare una quota esente da imposta.

In sostanza l’accordo “caldeggia” un provvedimento per così dire certo e sicuro che garantisca una no-tax area, che è quello che si propongono di fare contestualmente all’approvazione della Convenzione i parlamentari romagnoli e quelli liguri che provano a tutelare i diritti dei lavoratori italiani impegnati oltreconfine.

Sempre in questi giorni è passato l’odg bipartisan presentato da Arlotti unitamente a Sergio Pizzolante (Pdl) e Gianluca Pini (Lega) che impegna il governo a “prevedere un’apposita iniziativa normativa del parlamento italiano, come stabilito dall’accordo in fase di ratifica, che risolva in maniera definitiva la questione del trattamento fiscale dei lavoratori frontalieri, perché dal 2013, senza questa legge e senza franchigia, le tasse in Italia si pagherebbero sul 100% dell’imponibile”.

 

Scambio d’informazioni


Qui urge ricordare l’impegno di San Marino che nel 2011 ha approvato in via unilaterale lo scambio automatico di informazioni. Quindi, dopo l’entrata in vigore della Convenzione, per paradosso sarà l’Italia a dovere alzare l’asticella del proprio standard di trasparenza.

Lo standard è sempre quello OCSE 2005, l’Italia in questo modo si attende effetti positivi per l’erario grazie alla collaborazione dell’amministrazione finanziaria sammarinese.

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